PAUSE II - Vinnie Hacker

60.

«Beth sbrigati» la voce di Nick tuona in tutta la casa, manco solo io. Già, ci ho messo troppo a preparami. Sì, sono come tutte le ragazze sulla faccia della Terra che quando ha finalmente occasione di uscire vuole prendersi il suo tempo e darsi una sistemata, anche se si tratta di metterci mezz'ora per farmi l'eye-liner perché in apparenza mi sembrava storto. Nessuno ha detto niente a Nick quando però ha sforato i suoi venti minuti dentro doccia, quindi va bene così. 

«Sì, sto arrivando»afferro la giacca e la indosso prima di buttarmi fuori di casa. 

So già che congelerò, sento il freddo newyorkese entrarmi fin dentro le ossa appena esco di dall'appartamento, figuriamoci quando sarò davvero là fuori. Gli stivaletti alti che indosso fanno rumore per tutto il condominio fino a quando arrivo giù. Mi pietrifico. Ho sottovalutato la situazione.

«Ma è normale che faccia così tanto freddo?» la nuvola mi esce dalla bocca, non appena la apro. 

«Sì, se sei nuda sotto la giacca» mi prende in giro Vinnie, facendo un tiro dalla sua sigaretta. 

«Menomale che Sebastian le ha regalato la giftcard per prendersi almeno delle mutande, allora» se la ride Sebastian, guadagnandosi un'occhiataccia da Vinnie:«Poi non dire che non te l'avevano detto» schiocca la lingua Sebastian. 

«Sarà che l'avvertimento non ha effetto visto che non ti sei aggiunto anche tu a loro» lo prendo in giro. 

«Che cazzo me ne frega? Se finisci in ipotermia sono cazzi tuoi» alza le spalle, passandosi le dita lunghe tra i capelli dritti e gellati all'indietro. 

«Ora possiamo andare» scatta fuori Nick, andando addosso ad Albert, che non sembra nemmeno presente tra di noi. È attaccato al cellulare da ore, non ha neanche sentito il riferimento di Sebastian al regalo che mi ha fatto per Natale.. che poi sono l'unica a non vederci malizia? È un bel pensiero. Il cellulare gli cade per terra. 

«Che cazzo Nick» sbotta. 

«Scusami, ma non è molto intelligente mettersi di fronte alla porta d'ingresso, che dici?» gli risponde Nick. 

Il telefono di Sebastian trilla, il ghigno divertito e malizioso nel suo sguardo la dice lunga:«Dai, che Sierra ci sta aspettando» Sierra?

«Da quando voi due vi parlate?» domando. 

Lui alza lo sguardo su di me, con la luce del cellulare sparata in faccia che mette in evidenza ogni linea del suo volto:«Te l'ho già detto che non mi piaci, Bethany, stai al tuo posto» poi si gira verso Vinnie:«Da quanto tempo non scopate voi due? Devi riprenderti la tua donna, coglione»

Vinnie alza gli occhi al cielo e fa il possibile per ignorare le sue parole, si sistema la giacca nera e lunga. Quando si è fatto vedere qualche minuto fa con addosso la camicia bianca, i pantaloni neri e il pendente a forma di croce sul lobo destro, pensavo di svenire. Sotto il tessuto bianco e sottile sono riuscita a contare tutti i suoi tatuaggi, se non conquisterà lui tutte le ragazze della festa questa sera non so chi altro lo farà. È chiaro che tutti e quattro stiano andando là per un motivo ben specifico, dal mio lato spero solo che Claire non mi stia troppo addosso nel momento in cui le dirò che Albert ha bisogno dei suoi spazi. Il giorno di Natale. 

Pensi a Claire e lei risponde: questa volta è il mio cellulare a squillare, ed è lei. Una foto di un paio di calzini con i Pokemon: dici che potranno piacere ad Albert? Gli ho preso solo un pensiero, non voglio che si senta in colpa nel caso in cui non me ne abbia preso uno anche lui. Anche se, conoscendolo, so che l'avrà fatto. 

Come glielo spiego..?

Merda. 

Nell'attimo in cui comincio a digitare le parole di risposta, sento una presenza alle mie spalle. Troppo forte. Troppo familiare per essere ignorata. Quando alzo lo sguardo alla mia destra, Vinnie è in piedi vicino a me, i suoi occhi profondi mi fanno un effetto peggiore di quello del freddo: mi bloccano. Sono magnetici, capaci di catturarmi senza bisogno di dire una parola. Qualche attimo dopo, sento una stoffa morbida e calda avvolgermi le spalle e poi il collo.