53.

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«Ho bisogno di un bicchiere di vino» mi copro il viso con le mani, vorrei sparire dalla faccia della Terra. 

«Ma sono le dieci del mattino, sei pazza?» squittisce Claire. 

«Non è mai troppo presto» rispondo, con voce ovattata. 

«Sì, lo è» sbotta:«E si chiama alcolismo»

«Non capisco» adesso la guardo dritta negli occhi:«Cosa diavolo le ho fatto? Alla fine, anche quando sono successe certe cose tra me e Vinnie, loro non stavano insieme. Non lo sono mai stati da quando mi trovo a New York e condivido l'appartamento con loro, perché deve avercela così tanto con me?»

Monique non mi è stata simpatica a primo impatto, lo ammetto, ma quello che è successo questa mattina ha riconfermato che se c'è una persona al mondo con quale non potrò mai andare d'accordo, è proprio lei. 

«Che cos'ha fatto? Sono dieci minuti che ti lamenti senza dirmi niente» si lamenta Claire. 

«Signorine, volete qualcosa?» si avvicina il cameriere al nostro tavolino. 

«Sì» dico io:«Non è che avresti l'elisir di soluzione  a tutti i miei problemi nella vita?» sollevo lo sguardo per leggere la sua espressione sul volto. Il signore mi guarda confuso, ma allo stesso con sguardo comprensivo. 

«La soluzione non penso esista, signorina» mi dice con tono arrendevole:«Ma se vuole una mia cara amica fa la psicologa, posso lasciarle il numero e vedere se magari la può aiutare ad affrontare al meglio la situazione che sta vivendo prima che...»

«Prende un cappuccino» lo interrompe Claire:«Non si preoccupi, sta bene, è solo una giornata no»

«Oh capisco...» si segna lui sul taccuino:«Anche mia figlia è così qualche volta, soprattutto durante quel periodo del mese»

«Si trattasse solo di quello, avrei una vita più felice» mi lascio di nuovo cadere le mani sul volto. 

«Cappuccino corretto?» mi consiglia il cameriere. 

«No» risponde Claire per me. «Sì» dico io. 

«Non puoi riversare ogni problema sull'alcol, non è così che funziona» Claire mi riprende, quando il cameriere si allontana:«Affronta la situazione come viene, senza farti così tante paranoie. Non puoi avere il controllo di tutto, quindi cosa ti resta?»

«Disperarmi?» mento io. 

«No, Bethany» dice:«Resta affrontare la situazione a testa alta e con mente lucida, dopo esserti sfogata per bene e soprattutto dopo aver cancellato ogni sentimento che provi per Hacker. Non ti sta facendo per niente bene. Questa sua indecisione esterna e voler a tutti i costi non mettere da parte Monique, anche se sappiamo tutti benissimo che potrebbe essere una grande presa per il culo quella del figlio, non ti fa del bene. Chiodo scaccia chiodo» 

«Come hai fatto tu con Albert?» torno a guardarla negli occhi:«Guarda che se l'è legata al dito»

«La mia situazione con Albert si sistemerà perché io e lui ci amiamo» esagera:«Solo che dobbiamo ancora ammetterlo l'uno all'altra»

«Avete passato insieme un solo pomeriggio, Claire» la faccio scendere dalle nuvole:«Dimentichi che ci sono stati altri casini nel mezzo»

Alza gli occhi al cielo e comincia a giocare con insistenza con le bustine di zucchero, strappandone una e facendo cadere qualche granello sul palmo della mano, come se volesse distruggerli uno a uno.

«Non stavamo parlando di Monique?» punzecchia. 

«È arrivata in appartamento questo mattina, quando ho aperto la porta era lì, con il suo solito sorriso spavaldo e antipatico» comincio a raccontare. 

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora