39.

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I riccioli gli accarezzano la fronte, mentre i suoi occhi scuri fissano con attenzione la mano di Aaron ancora ferma sul mio viso. Sembrano passare anni dalle sue ultime parole, o meglio dalla sua frecciatina. Non mi accorgo quando Aaron allontana la mano dal mio viso, il suo tocco è talmente freddo che non lo sento sulla mia pelle. Se dovessi comportarmi come mio solito, avrei già fatto un passo indietro e sarei pronta a giustificare la mia bugia... E dentro di me ho già i sensi di colpa quando deciso di fare esattamente il contrario. Il mio battito cardiaco accelera al pensiero che Vinnie mi abbia scoperta... 

Così, faccio ciò che è giusto per me: guardo Aaron, fisso negli occhi e gli sorrido.

«Grazie per avermi accompagnata a casa, ci vediamo presto» la nuvoletta d'aria calda esce dalla mia bocca. 

«Se hai bisogno di una mano con gli esami, io ci sono» lui mi segue a ruota: «O anche solo per studiare in silenzio e concentrarti»

«Ti scriverò» 

«Comunque non sarò Claire, ma il fatto che tu non gli abbia detto che esci con me lo prendo come un buon segno» gli occhi azzurri di Aaron si tingono di un celeste infuocato, come se avesse appena ricevuto la notizia più interessante della sua vita.

«Io sono ancora qui» è di nuovo Vinnie a mettersi in mezzo: «Evidentemente si vergognava così tanto a dirmi che stava per uscire con il tipo che si stava per approfittare di lei, mentre era ubriaca» passeggia dietro di noi per andare verso i bidoni della spazzatura. 

«O sarà che ti fai sempre soffiare le ragazze, Hacker?» risponde male Aaron, senza nemmeno voltarsi per guardare Vinnie alle sue spalle. La sua mascella si indurisce: «E Beth, per ora, è l'unica che sei quasi riuscito a tenerti per te»

«Meglio che rientro in casa...» sussurro, scaricando lo stress sulla mia borsetta. La stringo così forte che quasi penso mi si possa rompere. 

«O sarà che evidentemente il tuo hobby nella vita è cercare di soffiarmi le uniche ragazze che mi interessano, facendo la figura del coglione perché tutte sono sempre tornate da me» risponde Vinnie. 

«Monique non è proprio tornata» risponde Aaron: «Anzi, Monique non ti ha proprio aspettato, nemmeno prima di incontrare Cole»

Mi blocco quando sento quei nomi. Monique non ha perso tempo mentre Vinnie doveva trasferirsi a New York ma mi sorprende ancora di più che Aaron conosca Cole... Davvero questa città è così piccola? Si conoscono tutti? 

Vinnie non sembra sorprendersi quando sente questa news, anzi, torna verso la porta d'ingresso trascinandosi dietro i piedi e tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni. I fiocchi di neve si attaccano ai suoi capelli, quasi come se non volessero più lasciarlo andare, un po' come me, solo che io non glielo posso dire perché non voglio gonfiare ancora di più il suo ego. 

«Tu non stavi rientrando in casa?» tiene la porta spalancata. 

«Sì...» sussurro avviandomi. 

L'aria comincia  a essere troppo gelida per i miei gusti. Rientro senza fare troppe domande, anzi, cercando in tutti i modi di non incontrare lo sguardo di Vinnie. La mia serata è andata bene, non me la farò rovinare dai suoi discorsetti del cazzo, non ne ho bisogno. Sento i suoi piedi pestare dietro di me mentre raggiungo le scale. 

«Com'è andato l'appuntamento?» mi domanda. 

Non rispondo. Ma viro all'ultimo secondo per andare in ascensore, anche se lo odio, e chiudermi dentro prima che lui possa fare altre domande. Spero con tutta me stessa che lui capisca che non ho voglia di parlare. Pigio il pulsante di chiusura delle porte come se da questo dipendesse la mia vita e tiro un sospiro di sollievo quando le porte si chiudono proprio davanti ai miei occhi. Non mi ha seguita. Mi appoggio con le spalle sulla ferraglia fredda dell'ascensore e aspetto di raggiungere il nostro pianerottolo. 

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora