CAPITOLO 5:

11.2K 574 58
                                    

Quando arrivai davanti alla porta mi squillò il cellulare che tenevo in tasca. Non feci neanche in tempo a rispondere, che Elija mi fu di fianco.
~ Chi è?~ chiese scontroso.
Io lo ignorai e risposi al telefono.
~ Pronto?~
~ Angy! Alla fine riesci a venire domani?~ disse la voce del mio amico Josh. ~ Non ci hai più detto nulla...~
Lui faceva parkoure insieme ad alcuni dei miei migliori amici, e quella sera dovevano allenarsi per la gara del giorno dopo. Io ero sempre andata a vederli, ma a quanto pare quella volta avrei dovuto rinunciare.
~ Ciao Josh... Ehm... vedi, non sto molto bene quindi, non sono per niente sicura che ci sarò domani.~ risposi.
Con tutto il casino che era successo mi ero dimenticata della gara e comunque non ci sarei potuta andare. Le cose non potevano mettersi meglio.
~ Che cos'hai?~ chiese Josh. ~ Hai bisogno di qualcosa?~
~ No, grazie. Ho solo un po' di febbre ma mi sta venendo anche mal di gola e non so se domani starò meglio, quindi questa volta mi sa proprio che non ci sarò.~ mentii sconsolata.
Ero sempre contenta di assistere alle loro gare e ora era tutto rovinato. Come la mia vita, a quanto sembrava.
~ Sicuro. Mandami un messaggio per farmi sapere se ci sei o no, okay?~
~ Certo, va bene.~
~ Buonanotte, Angy. Riposati. Un bacio da tutto il gruppo.~
Sorrisi sentendo quelle parole.
~ Grazie, Josh. Un bacio a tutti.~ risposi.
~ Ciao.~
Misi giù e guardai Elija. Non avevo alcun dubbio che avesse sentito tutto.
~ Una gara di parkour, eh?~ chiese.
Io entrai in casa.
~ Non voglio parlarne.~ mormorai più triste di prima.
~ Devono essere bravi davvero per fare una gara. É a livello agonistico?~ mi domandò, improvvisamente calmo.
~ Sì. Circa. Anche se non è ad alti livelli. Quelli del mio gruppo partecipano da diversi anni.~ spiegai a voce bassa.
~ Ah si? E tu guardi e basta?~
Ad un tratto sembrava carino e gentile. Cominciavo a pensare seriamente che avesse dei disturbi della personalità.
Ecco com'ero, io: permalosa e con la memoria lunga. Difficilmente dimenticavo e ancor più difficilmente perdonavo. Sospirai e mi appoggiai al tavolo della sala.
~ Cos'è quel broncio?~ chiese appoggiandosi al tavolo di fianco a me.
Sentivo dal suo tono di voce (o forse erano le mie capacità da mezz'essere) che sorrideva mentre parlava e lo trovai insopportabile. Non puoi fare lo stronzo con chi ti pare e poi comportarti come non fosse successo niente.
~ Se la principessina si fa passare quel broncio forse potrei decidere di portarcela.~ continuò.
Non afferrai subito il concetto, ma quando lo feci mi voltai verso di lui sospettosa oltre ogni limite concesso.
~ Il mio secondino ha intenzione di lasciarmi l'ora d'aria?~ chiesi scettica e scontrosa.~ E non mi chiamare così.~
~ Il tuo sec...~ cominciò con aria pensierosa.
Poi capì: ~ Non ti starai considerando come una prigioniera, vero?~ domandò sconcertato, spalancando gli occhi dalle rilucenti iridi azzurre.
~ In realtà si.~ risposi incrociando le braccia.
~ Mi sembra giusto!~ esclamò. ~ Scusami se mentre eri svenuta ti ho portata qui invece di lasciarti là da sola in mezzo alla foresta! Scusami se mi sono occupato di te per farti stare meglio il prima possibile! Scusami se ti ho offerto ospitalità in casa mia per poi portarti nella scuola apposta per noi! Hai ragione! Avrei dovuto lasciarti dov'eri e fottermene di tutto! A chi importa se sei l'essere più importante per tutti quelli come noi!~
~ Piantala di fare il ragazzino, deficiente!~ urlai per farlo smettere. ~ Non intendevo niente del genere! Ti ringrazio per quello che hai fatto e per quello che fai, io intendevo che anche se avessi voglia di uscire e fare un giro non mi aspetterei che tu me lo permetteresti!~
~ Nonostante quello che ho fatto tu continui a non fidarti di me?~ chiese all'improvviso più calmo.
Mi sorse un grosso dubbio.
~ Per caso tu sei bipolare? Soffri di personalità multipla o robe del genere?~ dissi.
~ ...Come ti è venuto in mente?~ esclamò ridendo, anche se facendo così amplificò solo i miei dubbi.
~ Non so... Prima sei arrabbiato o di cattivo umore, e l'attimo dopo sei felice e allegro...~ risposi un po' confusa.
Lui rise di gusto e mi sentii sciocca e stupida; senza un motivo preciso, cosa che mi fece sentire ancora peggio.
~ È normalissimo tra noi demoni essere leggermente lunatici.~ mi spiegò.~ È tardi, va' in camera.~ disse sorridendo, con gli occhi che brillavano.
~ Spero che ti piaccia guardare la tv, principessa.~ aggiunse.
Andai in camera e trovai una maglia senza maniche bianca e un paio di pantaloni grigi. Il problema era che quei vestiti erano della taglia che immaginavo avesse Elija. Tornai in sala con i vestiti in mano.
~ Cosa sono questi?~ chiesi.
~ Il tuo pigiama.~ disse tranquillo.
~ Il mio pigiama?~ chiesi ancora.
~ Non vorrai dormire vestita così.~ commentò squadrandomi.
Mi guardai anch'io e quei pantaloni mi sembrarono molto comodi rispetto ai miei, che erano elasticizzati.
Tornai in camera a cambiarmi. Quando stavo in casa indossavo sempre pantaloni larghi e lunghi; ovviamente quelli erano esageratamente lunghi, ma potevo sopravvivere; la maglia era senza maniche e i fori per le braccia mi scoprivano i fianchi; fortunatamente mi ero messa un top senza spalline che copriva dal reggiseno fino a metà pancia. Scesi in sala e notai subito che Elija aveva aperto un divano letto e acceso la tv.
~ Cosa guardi?~ chiesi.
~ Un film sui vampiri.~ rispose.
Io risi e mi sdraiai sul divano letto accanto a lui.
~ Ascolta, ti dico da subito che se ti senti stanca è meglio che tu vada a dormire, perché non ho alcuna intenzione di farti da babysitter, quindi non intendo portarti in camera e rimboccarti le coperte a causa della tua inadeguatezza a...~
~ Okay, okay, ho capito.~ lo interruppi ridendo ancora.
Guardammo un film dopo l'altro fino a tarda notte, e guardare film su vampiri, licantropi, demoni, eccetera era tutta un'altra cosa dalla prospettiva di una mezz'essere.
Quando riaprii gli occhi la mattina dopo, mi accorsi di non essere più sul divano letto come quando mi ero addormentata senza rendermene conto; ero nella mia stanza.
"Meno male che non mi avresti fatto da babysitter!" pensai sorridendo.
Dalla poca luce nella camera, capii che era mattina presto. Mi girai a pancia in giù e respirai forte il profumo che mi aveva cullata per tutta la notte, quello di Elija. Era sia dolce, sia speziato, e mi piaceva molto. Faceva spuntare il sorriso sulle mie labbra, e rilassare la mia mente. Dopo poco mi riaddormentai.
Quando fui di nuovo sveglia, nella stanza c'era più luce, ma non era l'unica cosa diversa: la finestra era aperta e la porta anche; quando mi voltai verso lo specchio dall'altra parte trovai Elija che mi guardava tranquillo.
~ Buongiorno...~ disse sorridendo.
~ Ehi!~ sbadigliai io.
~ Dormito bene?~ mi chiese.
~ Dai per scontato che abbia già smesso di farlo.~ gli feci notare.
~ Che vuol dire?~ domandò corrugando la fronte, senza capire.
Io, per tutta risposta, mi voltai su un fianco e ricominciai a sonnecchiare. Da dietro sentii che qualcosa si era appoggiato sul materasso; avvertii la presenza di Elija sempre più vicino, e ne ebbi la certezza quando mi sussurrò all'orecchio: ~ Mi hai fatto una promessa, devi mantenerla.~
~ Come scusa?~ chiesi io. Lui rise.
~ Mi hai provocato accusandomi di essere una specie di carceriere... Oggi mi sento particolarmente buono però...~ spiegò serio.
In quel momento realizzai che era il giorno della gara, e la tristezza mi invase completamente, come la sera prima. Insomma perché proprio a me? E soprattutto perché in quel momento? Avevo una vita splendida, con amici, una bella famiglia e tranquillità; ora per colpa di chissà quale forza ancestrale mi ritrovo a scoprire di essere un misto di creature dell'orrore e a dormire rilassata in casa di un demone con doppia personalità. Dov'era finito il senso logico della mia vita?
~ Cioè?~
~ Potrei portarti alla gara, magari.~ disse. ~ E spero per te che l'esibizione mi piaccia.~
A quel punto mi tirai su a sedere e lui fece lo stesso. Ci guardammo per qualche secondo.
~ Mi porti a vedere la gara?!~ esclamai.
~ Certamente.~ rispose sicuro, come se fosse la cosa più ovvia che potesse accadere.
Sentii gli angoli della mia bocca sollevarsi in un sorriso tutto denti.
~ Grazie, grazie, grazie!!!~ strillai improvvisamente sveglia.
Lui ridacchiò. ~ Figurati. Ma se vuoi che continui a essere così carino con te è meglio che lo spettacolino mi stupisca. Non ho voglia di perdere tempo prezioso.~ disse facendomi l'occhiolino.
Scattai in piedi in un istante. Facemmo colazione insieme con frutta e caffellatte.
~ A che ora è la gara?~ chiese Elija addentando una mela.
~ Alle diciassette.~ risposi.
In quel momento realizzai che non avevo altri vestitioltre a quelli che indossavo da quando mi aveva portata lì. Mi alzai di scatto.
~ Non ho vestiti adatti!~ dissi agitata. Lui restò calmissimo.
A volte la sua perenne tranquillità mi irritava, tanto quanto i suoi scatti di rabbia.
~ Mi chiedevo quando te ne saresti accorta.~ disse. ~ Sono andato a prenderne un po' a casa tua mentre dormivi.~ continuò.
~ Come sai dov'è casa mia?~ chiesi, di nuovo sospettosa.
"E che cacchio, sembra che sia diventata un interruttore del sospetto" pensai.
~ Un altro trucchetto da demone.~ sogghignò. ~ Lo imparerai a scuola.~
Andai in camera e aprii l'armadio per controllare quali e quanti vestiti mi avesse portato. La quantità di abiti stipati lì dentro era impressionante; avevo davvero così tanta roba?
Mi misi subito a frugare tra maglie, magliette, pantaloni più o meno comodi e canottiere, cercando qualcosa di carino da indossare per la gara dei miei amici. Nonostante non fosse assolutamente nulla di importante o fondamentale né per me né per loro ci tenevo a fare la figura migliore che mi riuscisse, così come avevo fatto tutti gli anni passati.
Andai di corsa nel bagno per indossare quello che avevo scelto, cioè una canottiera nera decorata con schizzi di vernice coloratissimi e un paio di semplicissimi e vecchi pantaloncini di jeans che possedevo da anni ma che non mi decidevo mai a buttare perché ancora utilizzabili e in buono stato.
Adesso il piano che avevo maldestramente programmato per scappare da lì e raggiungere casa mia sembrava sfumare nella mia mente, apparendomi sciocco e stupido. Perché scappare se Elija era così gentile, almeno la maggior parte del tempo? Se aveva ragione su di me avrei sempre potuto imparare qualcosa e poi scappare dalla scuola.
~ Grazie davvero.~ dissi da dentro il bagno.
Era più semplice ringraziarlo se non avevo la sua faccia da sbruffone davanti.
Non ricevetti risposta.
Pensai che se ne fosse andato, allora aprii la porta e mi affacciai nella stanza; trovai Elija accanto alla finestra che guardava giù senza un'apparente motivazione.
~ Figurati...~ rispose senza voltarsi.
Sedendomi sul letto per cambiare le scarpe con un paio più carino mi accorsi che, incastrate tra l'armadio e il muro, c'erano due valigie di medie dimensioni con una più piccola sopra. Doveva averle utilizzate per prendere le mie cose.
~ Dove hai preso queste valigie? Non sono mie.~
~ Scoprirai che sono un ragazzo dalle mille risorse...~ rispose enigmatico.
~ Per ringraziarti...ecco...mi arrendo.~ dissi sperando che afferrasse il discorso, ma lui invece mi guardò inclinando la testa da un lato senza capire.
~ Mi butterò dall'albero, sempre se vuoi.~ sospirai rassegnata, dopo una pausa.
Lo guardai; Era a dir poco incredulo, ma dopotutto, prima o poi avrei dovuto farlo.
~ Davvero?!~ esclamò sconcertato con un leggero sospetto nell'espressione.
~ Sì, davvero.~ dissi. ~ Ma prima devi dirmi come hai fatto a portare qui praticamente tutta la mia stanza.~ chiesi ridendo.
~ Noi demoni abbiamo le ali.~ mi spiegò roteando gli occhi al soffitto come faceva ogni volta che doveva rispondere alle mie domande. ~ E ogni volta che voliamo, delle ghiandole presenti nelle ali rilasciano una sostanza in tutto il corpo che ci rende invisibili a chi non è uno di noi.~
Ali? Impossibile!
~ Ah... E anch'io ho le ali?~ chiesi sperando di riuscire a capire se mi stava prendendo in giro o no.
~ Certo, ma le tue sono bianche, le mie nere.~
Rinunciai. Era assolutamente imperscrutabile.
~ Presto potrò averle?~
~ Già... Non ti piacerà per niente.~ affermò sicuro.

Mezz'essereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora