CAPITOLO 38:

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Le fatidiche lezioni iniziarono esattamente il giorno dopo.
Quella notte riposai davvero bene, talmente tanto che anche dopo essermi svegliata restai a letto, intontita in uno stato di dormiveglia, finché Xavier non fece irruzione senza nemmeno pensare di bussare.
Mi misi seduta istantaneamente, con la testa che si lamentava per il brusco risveglio e gli occhi che dolevano lievemente.
~ Dormi ancora?~ fece la sua voce, che in quel momento era troppo squillante e allegra per le mie orecchie.
Mi sfregai agli occhi con forza. ~ Non più, adesso.~
Mentre avevo ancora gli occhi chiusi sentii distintamente il suono delle tende che si aprivano e della serratura della finestra che scattava.
Era chiaro che la mia giornata doveva proprio cominciare a tutti i costi.
~ Perché mi sei venuto a svegliare?~ sbadigliai senza però accennare ad alzarmi.
Xavier si sedette davanti a me. ~ Non hai sentito ieri sera?~

"Lasciami il tempo di capire dove sono prima di fare domande..."
pensai infastidita.

~ Devi seguire delle lezioni. Mica cominciano quando pare a te.~
~ Le farò con te le lezioni?~
~ No... no, Angy, mi spiace.~
~ Perché?~
~ Perché tu seguirai delle lezioni un po' diverse. Così ha detto Baeron.~
~ Ma perché lo devo fare, scusami?~ chiesi alzandomi.

Tirai un po' giù i pantaloncini con cui usavo dormire nel periodo estivo, che durante la notte finivano sempre per somigliare più a un paio di slip talmente si spostavano, e sistemai la maglia extra large che avevo addosso.
Sapevo che non era affatto la stagione ideale per quell'abbigliamento, ma lì dentro c'era un costante morbido tepore che dava l'impressione di essere a cavallo tra aprile e maggio.
~ Così puoi imparare.~
~ Sempre quella stronzata dell'imparare al controllarmi? Così non farò del male a chi mi è vicino?~
Lui si strinse nelle spalle. ~ Non solo questo...~
Xavier sembrava estremamente a disagio ogni volta che mi arrabbiavo.
Che avesse paura di me?

Andai nel bagno e mi sciacquai la faccia. Non era una cosa che facevo abitualmente, in realtà, ma speravo mi aiutasse a svegliarmi più in fretta.

~ E con chi le devo seguire?~ chiesi sovrastando il rumore dell'acqua che scorreva.
Lui si affacciò alla porta. ~ Con Mailor e Dristen, soprattutto.~
Questo mi rassicurò un po'; almeno li avevo conosciuti, seppur molto superficialmente. Forse non sarebbe stato così terribile.

Terminai di asciugarmi il viso e ritornai nella stanza dove Xavier si era accomodato sul mio letto.
~ Quindi cosa dovrei fare?~
~ Intanto potresti vestirti.~ rispose squdrandomi con un sorrisetto.
Gli restituii il sorriso. ~ Grande,~ dissi, ~ e poi la mia giornata cosa prevede?~
~ Vuoi un programma scritto?~ rise.
~ Magari. Sarebbe utile.~
~ Forse te ne farò uno.~

Spalancai l'armadio dove la sera prima avevo, più o meno con cura, sistemato tutti i miei vestiti.
Mi sembrava impossibile che avessi tutta quella roba e ogni mattina, quando ancora vivevo a casa mia e andavo in una scuola normale, facevo comunque fatica a trovare qualcosa da mettere.

Scelsi un paio di pantaloni grigi abbastanza comodi e una maglia nera a maniche lunghe che, oltre ad essere larga, era di un tessuto sottilissimo che la rendeva ariosa e carina.
Dal comodino presi i miei due anelli e la mia collana, che nonostante potesse essere considerata anch'essa un insulto per Baeron, non avrei mai rinunciato a mettere.
Indossai tutto nel bagno, mentre Xavier aspettava fuori rigorosamente seduto sul letto dandomi la schiena.
Subito dopo uscimmo insieme dalla stanza e tornammo nella sala dove avevamo cenato la sera scorsa.
Ovviamente me ne resi conto solamente quando vi entrai; non ero ancora abituata ai percorsi da seguire lì dentro.

Nella sala vuota trovammo diversi vassoi posti uno affianco all'altro al centro del lungo tavolo, con qualche piatto e una serie di posate. Sembrava una specie di self-service.
Sui vassoi c'erano dolcetti, salatini, ciotole di crema e di glassa di cioccolato, caraffe di thè freddo e di latte al cioccolato.
Ci sedemmo uno di fronte all'altra e, preso un piatto, ci servimmo di ciò che più ci stuzzicava.
Presi un croissant ripieno di marmellata di albicocche e, da una ciotola, alcuni biscotti secchi che avrei condito con un po' di glassa di cioccolato.
Quando fu il momento di scegliere qualcosa da bere, però, non trovai nulla che mi andasse a differenza di Xavier che si era riempito una tazza di latte al cioccolato.
~ Non si può avere del caffè?~ gli chiesi.
L'idea di Baeron che faceva colazione col latte al cioccolato sembrava qualcosa di assolutamente irreale.
~ Potresti andare a chiedere nelle cucine.~
Mi guardai intorno, cercando una porta o un ingresso alle cucine, ma le pareti sembravano esserne prive.
Tornai a guardare Xavier. ~ E dove sarebbero?~
Lui indicò un punto dietro di me con un cenno della testa. ~ Là.~
Di nuovo mi voltai, ma alle mie spalle non vi era nulla.
~ Non prendermi in giro.~ ringhiai staccando un pezzo di biscotto con un sonoro crock.
~ Non ti sto prendendo in giro!~ strillò lui. ~ Vieni.~
Sbuffando si alzò e prese a camminare verso la parete di fronte a lui. Io lo imitai finché raggiungemmo uno spazio largo circa tre metri tra due colonne incastonate nel muro.
~ Qua ci sono le cucine. Ora posso mangiare in pace?~
~ Qua c'è un muro, Xavier.~
Mi rivolse uno sguardo tra lo sconcertato e l'infastidito, e posatami una mano sulla schiena mi spinse verso lo spazio vuoto davanti a noi.
Portai istintivamente le mani avanti cercando di frenarmi, ma l'impatto non giunse affatto, né violento né lieve.
Al contrario, mi ritrovai all'interno di una sala gigantesca, grande circa come quella dove eravamo e piena zeppa di persone in uniforme che lavoravano mentre io, bloccata come una deficiente, li osservavo meravigliata per aver attraversato una parete.
Molti salutavano Xavier con dei sorrisi e dei cenni della testa, ai quali lui rispondeva gentilmente.
Pochi secondi dopo una giovane ragazza con uno stretto chignon di capelli corvini e denti brillanti gli si avvicinò.
~ Che posso fare per voi?~ chiese con uno smagliante sorriso.
~ Buongiorno Lyrn,~ la salutò lui. ~ la Principessa vorrebbe un caffé.~ disse accennando a me.
Arrossii in un nanosecondo, domandandomi per quale motivo dovessi sempre finire in mezzo ad ogni discorso.
~ Certo, subito. Con o senza latte?~
~ Senza, grazie.~ mormorai.
Lei piegò la testa verso di me e scattò via facendo volteggiare il grembiule.

~ Perché?~ ringhiai a Xavier.
~ Perché cosa?~ La sua eterna aria innocente rendeva difficile prendersela con lui.
~ Basta con sta stronzata della principessa, non lo sopporto.~ ripetei.
Nessuno sembrava ascoltarmi lì dentro, qualsiasi cosa dicessi.
~ Baeron dice che se le gerarchie esistono vanno mantenute.~
~ E io dico che me ne frego.~

Lui, il demonietto dai furbi occhi dorati, mi rise in faccia sguaiatamente scompigliandomi i capelli.
Osservandolo sghignazzare mi venne in mente un'idea.
~ Xavier...~ lo chiamai cercando di sorridergli.
~ Mmh?~ fece terminato di sghignazzare.
Cominciai a passeggiargli intorno, parlando lentamente. ~ Se io sono la Principessa... Questo vuol dire che tu devi fare tutto quello che ti ordino, giusto? Non è così la gerarchia?~
La sua espressione si gelò mentre il sorriso di poco prima gli scivolava via dal volto pallido.
~ B-Be'... Insomma...~ fece passandosi una mano tra i capelli. ~ Non proprio... Cioè sì, sarebbe così, ma...~
~"Ma" cosa, Xavier?~
~ Non sarebbe carino.~ disse ridendo nervosamente. ~ E poi cosa potresti ordinarmi?~
Gli sorrisi. ~ Non sottovalutare la mia immaginazione.~
Subito dopo la ragazza che ci aveva accolti poco prima, Lyrn, tornò.
~ Mi dispiace, Principessa, non abbiamo più caffè.~ disse chinando la testa. ~ Stiamo aspettando che ce ne arrivi dell'altro...~
"Oh ma dài...!" pensai. "Neanche del caffè?!"
~ Non preoccuparti,~ dissi invece, ~ non c'è problema.~
~ Mi dispiace tanto, Principessa.~
~ Ne farò a meno.~ sorrisi cercando di rassicurarla.
In realtà ero nel panico. Sembrava talmente angosciata dalla mia possibile reazione che temetti di doverla rassicurare per la seguente mezz'ora.

La colazione, per me, terminò lì; non mangiai nulla di più di quello che mi ero messa nel piatto mentre Xavier continuò a servirsi finché non fu sazio.
L'orologio al suo polso segnava quasi le nove e mezza quando ci alzammo per uscire.

~ E adesso?~ chiesi varcata la porta.
~ Adesso tu hai delle lezioni da seguire. Ogni giorno devi presentarti nella biblioteca a quest'ora senza tardare.~ mi rispose con un sorriso a stento trattenuto sulle labbra.
~ E tu?~
~ Io? Faccio quello che mi pare.~
"Che cosa insopportabile..."
~ Mi ci porti tu in biblioteca vero?~ dissi invece che dare voce alle mie lamentele.
Xavier mi prese sottobraccio.~ Certo, andiamo.~

Mi lasciai condurre per il lungo e buio corridoio finché ci fermammo davanti a un'ampia porta a due ante.
Sembrava che per i demoni tutto ciò che fosse a due ante dovesse nascondere qualcosa di importante.
~ Sua altezza è arrivata.~ fece Xavier inchinandosi con un sorriso.
~ Chi c'è dentro?~
Sì, cercavo di rimandare l'inevitabile.
Avrei dato qualsiasi cosa per trascorrere la giornata con Xavier.
~ Mailor probabilmente.~ disse, e io sospirai di sollievo. ~ Ma ora devi proprio andare.~
Almeno mi aprì la porta, seppur con un ghigno insopportabile, e subito dopo mi spinse dentro.

Mezz'essereWhere stories live. Discover now