CAPITOLO 27:

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Nonostante volessi parlare subito con Elija mi costrinsi ad attendere, anche perché a cena non l'avevo visto e l'ultima cosa che desideravo fare era un'altra sessione di nascondino.
La giornata seguente fu tranquilla anche se una brutta sensazione di attesa mi accompagnò per ogni istante fino al pomeriggio, quando trovai Elija davanti alla sala principale.
Stranamente era con Xavier e sembravano parlare tranquillamente, cosa che non avrei mai creduto possibile visto quello che era accaduto.
"Magari non è stato lui" pensai. "E questa ne è la prova".
Non sapevo perché il primo a cui avevo pensato come responsabile del livido di Xavier era stato Elija, ma dal momento che il suo nome era comparso nella mia mente non era più andato via.
Accelerai il passo schivando gli altri studenti, la maggior parte dei quali avanzava in senso opposto al mio, finché riuscii a raggiungerli.
~ Ma ciao, Angy. Guarda guarda, pensavo quasi che avessi abbandonato le tue buone e vecchie amicizie e ti fossi trovata qualcuno di popolare da frequentare.~ mi apostrofò subito Elija con un mezzo sorriso.
~ Non farei mai una cosa del genere, dovresti saperlo.~
Notai subito dopo lo sguardo di Xavier, che continuava a spostarsi da me a Elija senza fermarsi, e lì capii che avevo sempre avuto ragione a sospettare di lui.
~ Non... non potremmo parlare un attimo?~ mi rivolsi a Elija.
~

Tu e io?~
~ Io e tu.~
~ Continuiamo dopo...?~ chiese a Xavier, che intanto non aveva ancora aperto bocca.
~ S-Sì, come vuoi.~
~ Ma stai bene?~ Elija lo studiò per qualche istante.
~ Benone. Andate.~
Scambiandoci uno sguardo, io e il demone cominciammo ad allontanarci, quando Xavier mi chiamò all'improvviso. ~ Ah, Angel...~
~ Sì?~
~ No niente... Ciao ragazzi.~ si voltò e andò via.
~ Ma che cos'ha?~
~ Non saprei... E così da qualche giorno.~
~ Non siete amici da una vita? Potresti chiederglielo.~
~ È lui che ti ha detto questa cosa degli amici da una vita?~
~ No... l'ho immaginato io, ma non è questo il punto...~
~ Ho capito cosa vuoi dire. Ma piuttosto... perché volevi parlarmi?~
~ Be'...~
Prima di vuotare il sacco convinsi Elija ad andare in un posto più privato del corridoio, dove avrei potuto parlare liberamente senza temere le orecchie altrui.
Il demone aveva presto cominciato a dare segni d'impazienza, non so se perché aveva di meglio da fare o se era curioso, ma il pensiero di Xavier con quel livido orrendo mi rendeva piuttosto apatica nei confronti dei suoi sentimenti.
~ Volevo parlarti delle ali.~ dissi in seguito all'ennesimo incitamento.
~ Cioè?~
"Voglio proprio vedere cosa mi dici"
~ Penso seriamente di toglierle.~

Non ci potevo credere. Elija era senza parole.
Mi guardava senza muovere un muscolo, completamente paralizzato e privo di espressione. Per un secondo temetti che mi sarei ritrovata anch'io un livido come quello di Xavier.
~ Tu...cosa?~
~ I-Io...~
Mi stava spaventando con quello sguardo. All'improvviso desiderai di non essere più tanto lontana dagli altri ragazzi, perché sembrava furioso, colmo di una rabbia a stento contenuta.
Avevo il terrore che potesse scoppiare da un momento all'altro, e visto com'era finita con Xavier...
~ Come sai che si può fare?~
~ L'ho letto...~
~ Letto? Ma davvero?~
~ S-sì...~
~ E quando ti saresti interessata a questi argomenti?~ Elija fece un paio di passi verso di me, ma nonostante l'impulso di sparire dalla faccia della terra strinsi i denti e rimasi dov'ero, così mi ritrovai a parlare con il suo collo, talmente mi era vicino.
~ Da quando ho saputo delle ali...credo...~
"Perché balbetto?! Gli ho voluto parlare apposta!"
~ Io invece penso che te l'abbia detto qualcuno.~
~ No! Insomma... perché questo qualcuno avrebbe dovuto farlo? Siete tutti contenti per me, sbaglio?~
~ Non rispondere con altre domande. È già abbastanza facile capire quando provi a raccontare stronzate.~
~ Io non dico stronzate!~
~ Ti ho detto di smetterla.~
~ Smettila tu!~
~ Di fare co~
~ Di fare lo stronzo! Tu e i tuoi atteggiamenti da sono-il-grande-Elija-e-devi-avere-paura-di-me mi avete rotto le palle! Non puoi comportarti da persona normale?~
Elija alzò un po' la testa senza smettere di guardarmi, poi mi mise una mano sulla spalla e la utilizzò come presa per farci avvicinare.
~ Ma io non sono una persona normale. E tu devi avere paura. Non solo di me. Di tutti. Credi di essere invincibile perché hai un ottima media con pozioni e la Ginely stravede per te? Credi che ti basti conoscere due rune del cazzo per essere degna del tuo sangue?~
~ E a te cosa frega del mio sangue?~ Mi ritrassi in modo che mi lasciasse.
A quella domanda rimase interdetto; sembrava proprio che non si aspettasse una risposta simile il che rendeva tutto il suo discorso intimidatorio molto simile a una poesia per bambini.
Finché la sua espressione stupita non assunse una piega disgustata e il suo tono si fece scocciato e quasi...deluso.
Spostò un paio di volte il peso sulle gambe e tornò a guardarmi. ~ Non hai proprio capito niente allora...~
~ Sentiamo! Cosa dovrei aver capito che il mio cervello ritardato con ha recepito?!~
Perché doveva trattarmi da stupida? Lo odiavo in quei momenti. Oltre a farmi sentire stupida finivo anche con l'essere in colpa per la mia stupidità.
E tutto perché Elija riusciva a manipolare la mente con una leggerezza inquietante.

~ Se sei qui, se diciassette anni fa sei nata così, è perché ci sarà bisogno di te. Tutto succede per un motivo, e se sei nata tu significa che la pace in questo mondo è a rischio. Il tuo cervello ritardato ci arriva ora?!~
~ È una cazzata! La pace non è in pericolo, o non credi che qualcuno se ne sarebbe accorto?!~
~ Allora lo sarà presto. Ma ricordati che tu sei qui apposta, e se non sarai in grado di comportarti di conseguenza dovremo eliminarti per far rinascere un altro mezz'essere.~
~ Tremo di paura.~
"Un altro dei suoi discorsetti idioti..."
~ Brava, il tuo cervello ritardato ha colpito ancora.~
~ Fottiti.~ Mi girai e feci per ritornare nel corridoio esterno, dove avrei smesso di sentirmi così schifosamente isolata.
Quasi mi aspettavo un tentativo da parte sua di fermarmi, ma esso non avvenne per mia fortuna, così potei proseguire senza intoppi fino alla mia stanza.
Dentro c'erano tutte le mie compagne, e tutte mi salutarono -chi con più e chi con meno enfasi- quando entrai.
Ora avevo la certezza che era stato esattamente Elija a colpire Xavier, e che era lui quello che si opponeva con tanto fervore alla mia decisione.
"Ma sono sicura che abbia davvero torto? Se invece stessi commettendo un enorme errore a privarmi delle ali? Xavier ha detto che è irreversibile, che una volta fatto non potrei più tornare indietro..."
Riflettendo mi gettai sul letto e chiusi gli occhi. Il rumore del phon di Jane impediva ad altri suoni di disturbarmi e al contempo mi rilassava, così potei ragionare più attentamente su ciò che avrei fatto.
"Sbaglio a reagire così? Ha ragione Xavier e mi sto solo facendo prendere dal panico?" mi chiesi.
"È una cosa talmente... grande... In fondo, alle ali potrei abituarmi, ma riuscirei a convivere con la loro assenza?"
Mi strofinai gli occhi mettendomi a sedere.
Sentivo un indolenzimento alla base del collo e alle spalle, ma anche da seduta non migliorava affatto.
Provai a muovere la testa ma il dolore aumentava, tanto da farmi lamentare ad alta voce.
~ Che c'è Denely?~ fece Eleonor senza nemmeno spostare lo sguardo dal libro che stava leggendo.
~ Non so... Mi fa male la schiena...~
Lei schioccò la lingua. ~ Ti fa male da parecchio, mi risulta...~
~ Ma non così...~
~ Andiamo piantala, non credi di~
~ Ahhh, cazzo!~ esplosi in seguito ad una fitta incredibile, come avessi ricevuto un pugno nel centro della schiena.
Jane arrivò di corsa e mi si sedette accanto stringendomi un braccio. ~ Angy!! Ti sei fatta male? Cosa c'è?!~
~ Sta' buona Jane.~ intervenne Agnes, che mi si avvicinò.
All'improvviso mi premette le mani sulle scapole, strappandomi l'ennesimo strillo che comunque non la fermò.
La schiena mi sembrava una lastra di marmo, completamente rigida e insensibile ma più che esposta al dolore cui Agnes mi stava sottoponendo.
~ Bas..ta!~ singhiozzai dopo un'altra spinta.
~ Okay okay okay. Angy. Ascoltami. Ascoltami!~ esclamò scuotendomi.
Alzai la testa per guardarla negli occhi e sentii la sua presa sul braccio destro.
Mi fissò in modo teso, eccitato e serio contemporaneamente. ~ Dobbiamo andare, Angy. Sono le ali.~

Non sono per niente al massimo in questi giorni quindi se il capitolo dovesse fare schifo lo sistemerò più in là visto che ora come ora non ci riesco proprio.

Mezz'essereWhere stories live. Discover now