CAPITOLO 47:

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Non morii.
Non so se dire "purtroppo" o "per fortuna", ma non morii.
Aprii a fatica gli occhi e tentai di guardarmi intorno; non ero nella mia stanza ma in un luogo molto buio, illuminato solo da poche torce appese alla parete di fronte a me.
Appena riuscii ad abituare la vista all'oscurità notai che era una camera stretta e lunga, con molti letti come quello su cui mi trovavo.
"Davvero non posso morire" pensai strofinandomi le palpebre.
Mi rifiutavo di provare a parlare per paura di non esserne in grado; sentivo la gola intorpidita come se non bevessi da settimane e in bocca avevo un lieve sapore ferroso di sangue.
La testa era la parte peggiore. Il dolore si era affievolito solo di poco, al punto che avevo timore a muoverla. Scostandomi lievemente notai, sia alla mia destra che alla mia sinistra, un comodino con al di sopra diverse bottigliette con liquidi colorati, scodelle e altri oggetti che al buio non riuscivo ad identificare.
Iniziai a farmi molte domande, ma a nessuna di esse potevo dare una risposta.
Dov'ero esattamente?
Come ci ero finita lì?
Che fine aveva fatto Elija?
Richiusi gli occhi. Non sentivo più il rumore del vento e un po' mi mancava. Là dove mi trovavo il silenzio era ovattato e tranquillo.
Ad un certo punto sussultai sentendo un cigolio alla mia destra, che risultò più rumoroso del normale a causa della completa assenza di suoni. La testa mi faceva troppo male per muoverla, così restai ferma in ascolto.
Dopo qualche minuto il rumore si ripresentò, ma oltre ad esso udii distintamente anche una specie di mugolio. A quel punto era chiaro che non ero da sola come avevo inizialmente pensato.
Un pensiero orribile mi si insinuò nel cervello: poteva essere Elija?
Sarei stata in un bel casino. Okay, non potevo morire, ma soffrivo lo stesso. Non avevo intenzione di farmi torturare da quello psicopatico.
Poco dopo il cigolio si ripresentò, più forte e prolungato di prima.
"Si sta alzando" pensai, e pregai che non fosse la faccia indemoniata di Elija a spuntare nel mio campo visivo.
Sentii uno scricchiolio, come se la persona al mio fianco si fosse appena stiracchiata facendosi scrocchiare le ossa, e poi dei passi iniziarono a susseguirsi finché non si fermarono al mio fianco.
~ Sono io, tranquilla.~ fece la voce di Xavier.
Spalancai gli occhi con tanta foga che temetti di farmi saltare via le orbite, e riconobbi subito i suoi scompigliati capelli bianchi.
Sorrisi e sospirai di sollievo. L'orribile prospettiva di un altro incontro con Elija stava piano piano scemando via dalla mia mente.
Si sedette sul bordo del mio letto. ~ Come ti senti?~
~ La testa mi fa molto male.~ confessai. ~ La gola va meglio.~
La gioia che provai nel sentire che ero ancora in grado di parlare mi fece dimenticare il dolore per qualche secondo.
Incurvò le labbra. ~ Bene. Ci vorrà un po' perché passi tutto. Per il momento cerca di non fare movimenti.~
A dimostrazione che avevo ascoltato attentamente le sue parole provai ad annuire, ma rinunciai subito. ~ Come sono finita qui?~
~ Deve averti portata Mailor, credo..~ disse grattandosi distrattamente una guancia. Controluce vedevo un po' di barbetta lungo la mandibola.
~ Che cosa è successo? E tu che ci facevi su quel letto?~ gli chiesi, ricordandomi solo in quel momento da dove l'avevo sentito arrivare.
Xavier fece un sorriso nervoso, e si passò la mano tra i capelli come ormai l'avevo visto fare innumerevoli volte. ~ Be'... Avevo sentito alcuni demoni parlare di quello che era successo.~
~ Con Dristen.~ aggiunse, come se avesse timore di pronunciare il suo nome.
Sentire il nome di Dristen mi provocò una stretta al cuore, ma cercai di non darlo a vedere. Sperai che fosse al sicuro.
~ E allora stavo andando nella tua stanza per vedere...insomma...come stavi.~
~ E sei entrato mentre c'era Elija.~ conclusi io per lui.
Annuì piano.
~ Non potevo credere ai miei occhi. Ho dovuto strappartelo di dosso.~ raccontò con lo sguardo nel vuoto. ~ Tu ti sei accasciata per terra e lui mi si è subito rivoltato contro. Mi ha attaccato. Sembrava fuori di sé.~
~ Me lo ricordo.~
~ Sinceramente non so come ho fatto a uscirne. Mi ha lanciato contro al muro per due volte, sono riuscito a liberamene solo perché è intervenuto Mailor insieme ad altri otto demoni.~
Mi preoccupai subito. ~ Come ti ha ridotto?~
~ Oh non è niente di che.~ rispose con un sorriso. ~ Qualche graffio.~
~ Non può averti fatto solo qualche graffio.~ gli dissi. ~ Ne sono sicura.~
Le potenzialità di Elija erano ben impresse nella mia memoria.
~ Ad ogni modo, sto bene. Meglio di te almeno.~ disse facendomi l'occhiolino. ~ Però vorrei comunque che mi spiegassi perché era così furioso con te, se te la senti di dirmelo.~
Mi presi qualche momento prima di rispondere, ma Xavier non mi forzò. ~ Ero arrabbiata perché è stato lui a fare la spia su me e Dristen. Ha cercato di ricattarmi.~
~ Ricattarti?~
~ Ha detto che se avessi accettato di fare qualsiasi cosa avesse voluto non avrebbe detto a Baeron che Dristen mi aveva portata dai miei.~
~ Che idiota...Ma tu gli hai detto di no, giusto?~ intuì.
~ Certo. Dristen ha detto che non importava, che non gli sarebbe successo nulla. Quando siamo tornati Elija ha iniziato a fare tutto il compiaciuto mentre Baeron cacciava via Dristen e non sono riuscita a...trattenermi.~
Xavier si spinse un po' più avanti. ~ E quindi? Lo hai insultato?~
~ No, l'ho...~ Deglutii prima di terminare la frase. ~ L'ho spinto fuori dalla finestra.~
Lui mi guardò come se fossi impazzita. Sembrava che gli avessi appena detto che un koala volante era arrivato e dopo aver fatto il tip-tap aveva calciato Elija giù dalla torre con una mossa di kung-fu.
~ Che cos'hai fatto, scusa?~
~ L'ho spinto fuori dalla finestra.~ ripetei.
Le sue labbra si contrassero con un movimento strano che si affrettò a coprire con la mano. ~ Di sotto?~
~ Di sotto.~ confermai.
Sentii che anche le mie labbra si contraevano come a formare un sorriso, e mi accorsi di trovare quello che avevo appena detto inspiegabilmente esilarante.
Notai che il petto di Xavier sobbalzava lievemente. Lo guardai e lui guardò me, e così perdemmo completamente il controllo scoppiando a ridere.
Non c'era proprio molto di divertente considerando che entrambi eravamo stati ridotti molto male, ma per qualche strana ragione non riuscivamo a smettere. Neanche le fitte che sentivo al retro della testa sembravano in grado di interrompere la mia risata.
~ Non...posso...crederci...~ ansimò Xavier quando riuscì a riacquistare un po' di serietà.
~ Nemmeno io!~
~ Avrei voluto esserci.~
Gli sorrisi. ~ Magari mi avresti evitato il soffocamento.~
Lui si fece serio.~ Già... Mi spiace di non essere arrivato prima.~
Gli strinsi il braccio. ~ Non è stata colpa tua. Mi hai comunque aiutata.~ gli dissi. ~ Ma ora lui dov'è?~
Scosse la testa. ~ Non lo so proprio. Mi hanno portato qui prima ancora che Mailor lo calmasse.~
~ Mi basta che non sia qui.~ confessai. ~ Cosa credi che succederà adesso?~
~ A che ti riferisci?~
~ Insomma... Cercherà di ammazzarmi ogni volta che mi vedrà? Sono abbastanza sicura che Baeron non toccherà il suo tesorino nemmeno con un dito.~
~ Elija non è il suo~
~ Ah no?! Ha chiesto a lui di portarmi qui dopo avermi ingannata per mesi facendomi credere che fosse mio amico. E adesso si mostra per quello che è veramente, uno stronzo psicopatico. Hai idea di quanto mi sia sentita stupida per essermi fidata?~ esclamai. ~ Ora fa lo stronzo ogni volta che mi vede e tutti mi dicono di non ribattere, di non fare nulla, mentre lui può liberamente mettermi i piedi in testa. A cosa serve essere una principessina del cazzo se non serve nemmeno a farsi rispettare?~
La mia voce risuonò più forte di quanto avevo previsto.
~ E tu non mi hai avvisata.~ dissi ancora. ~ Hai retto il suo gioco.~
Xavier distolse lo sguardo. Continuai a guardarlo; non avevo intenzione di smettere finché non avesse detto qualcosa.
~ Mi dispiace tanto. Dovevo.~ disse dopo un po'. Sembrava che dire quelle poche parole gli fosse costato una fatica immensa.
~ Dovevi anche convincermi a tenere le ali? Perché se ben ricordo~
~ Ci sono delle cose che non ti hanno ancora spiegato.~ mi interruppe. ~ E so che sei la prima a volerle conoscere, ma non dipende da nessuno di noi due.~
Lo guardai senza rispondere. Quello che aveva detto era vero, ma non mi bastava.
~ Io non so di chi fidarmi. Non so chi mi mente. Non so nemmeno perché sono qui. Ma non riesco a continuare in questo modo, non posso vivere ogni giorno qui dentro guardandomi le spalle.~ mormorai. Ogni giorno che passava mi sentivo sempre più braccata, al punto che mancava poco che perdessi il senno.
~ Nessuno vuole farti del male...~
~ Dillo a Elija!~
~ L'hai spinto dalla finestra!~
~ Ah, ora lo difendi? Visto che sei dalla sua parte?~
~ Io non... AH!~ Xavier tacque dopo un verso di frustrazione. ~ Faccio quello che mi viene detto di fare. Ma non significa che non ti difenderei se fossi in pericolo.~
~ Di tua iniziativa o se te lo chiedono in forma scritta con cinque giorni lavorativi di anticipo?~ chiesi sarcastica.
~ Angel ti prego.~ sospirò lui. ~ Non so come altro convincerti che sono profondamente dispiaciuto per come sono andate le cose. So che con un approccio molto più delicato saremmo ugualmente riusciti a portarti qui senza ingannarti, ma non ho avuto alcuna voce in capitolo quando il tutto è stato organizzato. Non è dipeso da me.~ disse.
La sua espressione e la sua voce mi facevano pensare che stesse dicendo la verità, ma ormai era chiaro che non potevo fidarmi ciecamente per quanto lo volessi. Era una questione di istinto e sopravvivenza.
~ Diciamo che ti credo. In parte.~ dissi per liberarmi dalla sua espressione affranta. ~ Ma voglio davvero sperare che non sia un'altra bugia.~
Lui mi prese una mano e la strinse tra le sue. ~ Non lo è. Lo giuro sulla mia vita.~
Annuii. ~ Va bene, va bene.~
Guardare il suo viso tornare sereno mi fece sentire meglio. Non mi entusiasmava la semplicità con cui finivo a sentirmi in colpa per cose del genere. Non era colpa mia se non sentivo di potermi fidare, ma di tutti loro che mi avevano ingannata così tanto da rendermi diffidente come non lo ero mai stata. Però ormai avevo quasi del tutto accettato la consapevolezza di non avere nessuno a cui credere ciecamente.
Xavier si chinò sopra di me e mi abbracciò. Strinsi le braccia intorno alla sua schiena e restammo un po' così. Ero passata a consolatrice in una manciata di secondi, ma non mi dispiaceva finché si trattava di lui. Ora che Dristen non era più al mio fianco l'unica persona che mi era rimasta era Xavier, e non volevo davvero allontanarlo. Dopotutto aveva lottato con Elija perché mi lasciasse stare, qualcosa doveva pur significare.
~ Disturbo?~ fece una voce alle spalle di Xavier.
Lui si tirò su e, voltatosi, trovò Mailor.
In piedi con le mani dietro la schiena, sorrideva a entrambi con calore.
~ Come stai?~ mi chiese avvicinandosi.
Ripetei quello che avevo detto prima a Xavier, e Mailor annuì. Mi sentii sollevata nel vedere che non era preoccupato dalla mia condizione.
~ Posso?~ chiese indicando lo spazio di letto libero alla mia sinistra.
Lo invitai a sedersi con un sorriso. Tra lui e Xavier mi sembrava che fossero sul mio letto di morte, ma vederli entrambi al mio fianco mi faceva sentire meglio.
~ Tra un paio di giorni sarai come nuova, vedrai.~ mi disse.
~ Lo spero... Non è che sai dov'è finito Elija?~
Lui mi guardò per un lungo momento, come se stesse valutando se parlare o meno, ma poi decise di rispondere. ~ L'ho portato da Baeron.~ disse. ~ Non so poi cosa gli abbia detto di fare.~
~ Però,~ continuò, ~ puoi stare tranquilla. Non accadrà ancora.~
Sollevai le sopracciglia. ~ Sei sicuro? Avete tutto questo controllo su di lui?~
~ È...~
~ Complicato?~ conclusi per lui.
~ Sì, lo è. Ma posso dirti che Baeron ha intenzione di raccontarti quello che devi sapere. Una volta per tutte.~
~ Si è deciso a farlo prima che qualcuno finisca per ammazzarmi del tutto?~
Mailor rise. ~ È bello vedere che non l'hai presa troppo male.~ commentò.
Sorrisi alla sua espressione divertita. ~ Guarda che l'ho presa molto male. Cerco solo di non farlo pesare a voi due.~
~ Generosa.~ fece Xavier. Poi si rivolse a Mailor: ~ Quando arriverà Baeron?~
~ Be' se Angel se la sente posso andare a chiamarlo adesso. Capisci, voleva aspettare che ti fossi ripresa.~
Non dovetti nemmeno pensarci. ~ Direi che sono pronta.~
Mailor si alzò e fece quello che sembrava un piccolo inchino. ~ Molto bene.~ disse. ~ Torno tra un momento.~
Si avviò verso destra, ma lo chiamai subito. ~ Mailor?~
Lui si voltò con una piroetta quasi comica.
~ Non lo fare più.~ gli dissi sorridendo.

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