CAPITOLO 19:

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Per assurdo che possa sembrare, da sopra agli alberi ci si muoveva molto più velocemente che camminando, e mi pareva anche di fare meno fatica.
Era irritantemente più svelto e agile di me, per cui mi continuava a precedere nel percorso che doveva portarmi alla quarta e -finalmente- ultima prova.
In un certo senso era costretto a starmi davanti poiché non conoscevo la strada, ma la cosa non doveva necessariamente piacermi.
~ Quanto manca?~ chiesi dopo un po'.
~ Non molto se ti muovi.~
Ringhiai, anche se non mi sentì. Cavolo stavo davvero cambiando. Non ricordavo di aver mai ringhiato prima.
Cercai di aumentare il ritmo, ma non mi riusciva facile; dopotutto non avevo mai praticato il parkour in una foresta e immaginarla come una serie di tetti invece che una miriade di rami era complesso.
Non sarei durata tanto, cominciavo a sentire male alle gambe e le mani mi bruciavano come avessero preso fuoco a causa della corteccia. Quando vidi Hunter saltare giù dai trenta o quaranta metri dove si trovava sospirai sollevata e lo seguii, arrivando poco lontano da lui.
~ Da qui ce la facciamo a piedi. Meglio se ti riposi un po' prima della prova.~ mi disse incamminandosi.
Mi sembrava strano considerare riposo una camminata, ma sicuramente era più piacevole del saltare da un albero all'altro.
Camminammo solo per pochi minuti che bastarono a farmi riprendere fiato fino a giungere in una radura priva di alberi, di una cinquantina di metri quadrati.
~ Ecco Waily!~ fece Hunter al mio fianco, indicando una figura al limite tra la radura e la foresta.
Aumentammo il passo, mettendoci praticamente a correre verso di lui.
~ Professore!~ gridò il mio nuovo amico. ~ Guardi chi le ho portato!~
Lui si voltò, squadrò entrambi, poi fece un sorriso compiaciuto. Almeno credo, perché il suo viso era completamente coperto di peli bruni.
~ Cerca di non fare quella faccia.~ mi rimproverò Hunter sussurrando. ~ Ha la Sindrome di Ambras.~
Non potevo dire di essere un'esperta in materia, ma riuscii ad associare quel nome alla manifestazione fisica di quella malattia del tutto nuova per me. Quando l'avevo visto per la prima volta la luce era troppo poca perché potessi notare una cosa simile, ma non intendevo in alcun modo fissarlo ad occhi sbarrati come certa gente è solita fare.
~ Signorina Denely.~ mi salutò con voce profonda. ~ Finalmente.~
Arrossii lievemente piegando il capo.
~ Ci sono state complicazioni nel percorso...~ disse Hunter lanciandomi un'occhiata divertita.
~ Comunque non è certo in ritardo. Le hai già spiegato la prova?~
~ Pensavo di lasciare a lei questo onore.~
Il professore fece una risata secca. ~ E tu dovresti aiutarmi, Hunter?~
~ Io l'aiuto sempre, professore!~
~ Certo. Comincio a pensare che dovrei smettere di privarti di ore di lezione per farti venire qui. Ma ora, dobbiamo pensare alla nostra mezz'essere.~ concluse posando gli occhi profondi su di me. ~ Vieni.~ mi disse precedendomi nel fitto della foresta.
Lo seguii a ruota, affrettando il passo fino a raggiungere il suo fianco ed avanzai insieme a lui.
~ Allora,~ disse dopo un po'. ~ come sono andate le altre prove?~
~ Oh bene.~ risposi. ~ Anche se spero di non rifarle mai più.~ aggiunsi ripensando alla mia adorabile versione diabolica con un brivido.
Waily scoppiò a ridere fragorosamente, anche lui esponendo canini spaventosamente lunghi e bianchi, per poi lanciarmi un'occhiata divertita.
~ Non avevo dubbi. Be', questa prova non sarà certo spaventosa, puoi star tranquilla.~
~ In cosa consiste?~ chiesi tenendo lo sguardo per terra.
Per quanto potessi sforzarmi era difficile ignorare quel fin troppo evidente dettaglio fisico. Non mi imbarazzava né turbava, ma era comunque decisamente particolare e...strano. Ma non nel senso cattivo della parola, solo fuori dal normale, ma non avrei avuto problemi ad abituarmici. Non è l'aspetto a fare una persona, no?
L'avevo appena constatato con Hunter e mai avrei commesso lo stesso errore.
~ Niente di diverso da quello che ti ha fatto fare quel simpaticone.~ mi rispose riferendosi alla scampagnata sui rami di poco prima. ~ Solo dovrai raggiungere un paio di obbiettivi predefiniti. Ma ho l'impressione che non avrai problemi.~ disse ammiccando.
Sorrisi rassicurata. Quel professore era sulla buona strada per diventare il mio preferito.
Da sempre, a scuola, mi scervellavo per decidere quale tra i miei insegnanti fosse quello che preferivo ed intendevo rispettare la tradizione anche alla Highsbury.
Era gentile, con il suo atteggiamento informale e simpatico, a differenza dell'enigmatico professor Craund e della rigida professoressa Dyulig.
Speravo solo di trovarmi bene in generale. Non mi aspettavo un trattamento tutto zucchero e miele da privilegiata, ma almeno non venir presa male dai miei insegnanti.
Dopo qualche minuto di marcia cominciai a sentire alcune voci concitate. Sembravano grida d'incoraggiamento, dunque mi parve ovvio che eravamo arrivati a dove aveva sede la prova.
~ Eccoci. Ti stavamo aspettando per cominciare.~
~ Davvero?~ esclamai voltandomi a guardarlo.
Ora sì che ero imbarazzata. Non avevo mai odiato così tanto essere sotto ai riflettori come in quel momento.
Perché cavolo tutti mi aspettavano o finivano col farmi sfilare davanti alla folla -perché ovviamente c'era sempre una folla in mezzo- come un fenomeno da baraccone? Io non volevo tutte quelle attenzioni, odiavo la maniera in cui gli altri ragazzi mi guardavano. Perfino l'espressione che aveva fatto Elija scoprendo che ero una mezz'essere, pensandoci bene, mi risultava offensiva.
~ Certo. Questa prova non si svolge mai da soli.~
~ Perché?~
~ Perché è un modo per testarvi doppiamente. Per... rafforzare i legami tra di voi. Siete un branco ma non lo capite. Ormai conosco i ragazzi.~ rispose cambiando direzione e avviandosi verso il gruppo di giovani in attesa.
~ Siamo arrivati!~ tuonò Waily quando fummo a pochi metri da loro, tutti voltati a guardare la foresta.
~ Recuperata la mezz'essere?~ chiese una ragazza sui diciassette o diciotto anni incamminatasi verso di noi.
Sembrava mulatta, anche se non potevo esserne certa con l'alternanza di luce e ombra che c'era in quel luogo. Aveva i capelli castani, lunghi ben oltre la cintura e un fisico esagerato da sportiva accanita.
Mi rivolse un sorriso deciso e gentile, allungandomi la mano dalle unghie perfettamente smaltate di verde acceso.
~ Maryka.~ disse con una luce nello sguardo.
~ Angel.~ risposi stringendole la mano.
Provai un po' di vergogna. In genere sarebbe stato un confronto paritario di manicure perfette, ma a casa di Elija non avevo potuto dedicare molto tempo alle mie unghie per quanto avessi tentato di mantenerle in buono stato.
E, inoltre, ogni volta che mi presentavo automaticamente attendevo che qualcuno si mettesse a ridere, commentando su quanto fosse strano che una mezz'essere, antitesi degli angeli, si chiamasse proprio Angel.
Che ci posso fare? Il nome mica me lo ero scelto io.
~ Bene, Angel. Ora che ci sei anche tu si può iniziare.~
~ Te ne occupi tu, Maryka?~ chiese il professore vista la professionalità della ragazza.
~ Volentieri, signore.~ ribatté lei con un cenno della testa.
~ Andiamo.~ esclamò agli altri licantropi avviandosi nel cuore della foresta.
Eravamo circa una ventina. Maschi e femmine, ragazzini e quasi adulti.
Mi piaceva l'idea del branco. Da quando ero alla Highsbury attendevo di trovare il mio, e non vedevo l'ora che accadesse.
Mi affiancai a Maryka allungando lievemente il passo.
~ Tu sei qui per aiutare, vero? Insomma, non devi fare la prova.~
~ Indovinato. Poiché la prova si svolge in tanti il professor Waily non può certo gestirvi tutti contemporaneamente, quindi ogni hanno chiama un paio di noi -in genere i suoi studenti migliori- a dare una mano.~ mi spiegò. ~ Come sono andate le altre prove? Ho sentito dire che la Dyulig è spaventosa.~ domandò poi ridacchiando.
~ Posso confermare. È stata orribile.~
~ La prova?~
~ No, lei.~
La ragazza rise ancora. Fortunata, non aveva idea di quanto fossero vere le mie parole.
~ E le altre?~
~ Abbastanza bene. Craund è inquietante.~
~ È molto inquietante. Waily è il migliore.~
"Be', è il tuo professore." pensai, ma dopotutto mi vidi d'accordo con lei.
Avrei apprezzato quell'uomo, me lo sentivo.
~ Siamo arrivati.~ disse dopo un po' interrompendo la marcia. ~ Hunter prenditene la metà e vai nel secondo percorso.~
Mi voltai all'indietro e poco lontano trovai Hunter, che, dopo avermi fatto un cenno, si avviò a sinistra portandosi alcuni ragazzi.
~ Bene. Noi svolgeremo la prova qui.~ disse battendo le mani. ~ Ragazzi!~
Attirata l'attenzione generale, si pose al centro del semicerchio improvvisato che avevamo composto e iniziò a spiegare come si sarebbe fatto il test.
~ È un semplicissimo percorso che dovrete svolgere insieme, completando gli stessi obiettivi. Non è accettabile che uno o due di voi non ci riescano. O ci riuscite tutti, soprattutto aiutandovi l'un l'altro, o avrete fallito la prova.~ spiegò svelta.
Un ragazzino alzò la mano e fece per parlare, ma lei lo interruppe. ~ No, non è concessa una seconda chance.~
Il gruppo, ammutolito, prese a scambiarsi sguardi le cui sfumature sfioravano il confuso, l'incerto e, per alcuni casi, timoroso.
~ Ottimo, vi vedo pronti.~ commentò Maryka scuotendo la testa, con un sorriso rassegnato sul volto pieno. ~ È così ogni anno. Mai nessuno che dica "Forza, cominciamo!".~
~ Tu l'hai detto quando è toccato a te?~ chiesi io.
~ Be', io avevo una gamba rotta. Anche volendo non ci sarei potuta riuscire, quindi...~ fece una risata amara.
~ Sul serio? Come hai fatto con la prova?~
~ Non l'ho fatta e sono stata assegnata al primo anno. Bella cosa lo snowboard, eh?~
~ Quindi ora a che anno sei?~
~ Terzo. E ho diciotto anni.~
~ Signorine.~ esclamò un ragazzo alto e biondo con le braccia incrociate sul petto. ~ Si può sapere com'è sto benedetto percorso?~
~ Calmo fanciullo, ora te lo spiego.~ ribatté Maryka. ~ Il percorso è indicato così chiaramente che nemmeno tu farai fatica a capirlo...~ iniziò a parlare con un evidente tono ironico. ~ ...dovete seguire il percorso ed eseguire le indicazioni che troverete. Io starò con voi ma non potrò aiutarvi in alcun modo.~ concluse fermandosi di fronte a tutti.
~ Pronti?~
<<Pronti>> non era proprio il termine migliore per definirci, ma comunque che lo volessimo o no dovevamo svolgere la prova, dunque eravamo solo...sicuri di cosa avremmo affrontato, ma non proprio del come.
~ Vi guido io, non preoccupatevi.~ disse Maryka avviandosi lungo un sentiero che fino a quel momento non avevo notato. ~ Ah e comunque,~ aggiunse. ~ per passare la prova dovete arrivare prima dell'altro gruppo.~
Ottimo, adesso ero davvero rilassata. Dopo aver passato -miracolosamente- tutte le prove non avevo intenzione di fallire quella di Waily, che purtroppo sembrava essere la più difficile.
Seguimmo Maryka, compatti ed uniti come un vero branco, ma non so dire se la cosa dipendeva dall'intenzione o dalla casualità. Percorremmo al massimo una trentina di metri tra alberi, arbusti e bassi cespugli di piante che non avevo mai visto prima per giungere infine davanti ad un dirupo. La sponda sulla quale eravamo noi era collegata all'altra solo da un ponte di legno che, per quanto possa suonare scontato, non sembrava nelle migliori condizioni.
La ragazza ci fece radunare lì davanti, dando le spalle all'ampio vuoto dietro di lei. Inutile dire che avevo i brividi ogni volta che la vedevo spostarsi, anche se di poco, lungo il bordo del burrone.
~ Non mi dire.~ fece un ragazzo dai capelli ricci e neri. ~ Passeggiatina sul ponte pericolante?~
~ Non ho mai detto che le prove fossero estremamente originali.~ rispose Maryka alzando le mani. ~ Comunque sì. Passeggiatina sul ponte pericolante.~
~ Tutto qui?~ intervenne una ragazzina che appariva piuttosto preoccupata, benché la quarantina di chili che sembrava pesare non potessero lontanamente compromettere la stabilità delle corde né del legno.
~ Cos'altro volete, un'assicurazione sulla vita dell'ultimo minuto?~ protestò. ~ Per arrivare prima degli altri è il caso che vi sbrighiate.~
~ E va bene, inizio io.~ disse lo stesso ragazzo riccio di prima avviandosi verso il ponte.
Posò un piede sulla prima asse e spostò lentamente il peso in avanti, testandone la stabilità.
Non sembrava intendersi molto di ponti, come d'altronde tutti noi, così si fece coraggio e andò avanti, un passo dopo l'altro.
Notai che tutti quelli con i piedi saldamente a terra -me compresa- trattenevano prepotentemente il fiato, come se il minimo sbuffo potesse far ondeggiare la misera serie di assi sottili tenute insieme con corde penzolanti e far cadere il ragazzo, che intanto era quasi arrivato a metà, un po' aiutandosi con le corde e un po' grazie al solo coraggio.
~ Può andare un altro.~ mormorò Maryka.
In tutta sincerità feci fatica a sentirla. Udivo solo i battuti del mio cuore.
Forse grazie alla prestazione del volontario, alcuni ragazzi iniziarono a mostrarsi più coraggiosi e a farsi avanti. Uno dopo l'altro attraversarono i cinquanta metri di ponte, per poi finire tutti sdraiati per terra ringraziando le varie divinità del cielo.
Eravamo rimasti solo in tre, ed io cercavo di convincermi ad andare.
Ho sempre saputo di non essere una cima in fatto di imprese coraggiose, infatti quel mio comportamento non mi meravigliava affatto, anche se mi sentivo un po' delusa da me stessa.
Se intendevo cambiare il modo in cui gli altri mi vedevano ed essere una persona diversa lì alla Highsbury era il caso che mi impegnassi molto di più.
Senza dire una parola ma con parecchie e colorite imprecazioni in testa, mi avviai lungo la sottile superficie legnosa. Avevo osservato scrupolosamente tutti quelli prima di me, il modo con cui avanzavano, come tenevano le braccia e in quali punti incontravano difficoltà, così potevo più o meno dirmi pronta.
Cominciai a camminare, forte del fatto che parecchi dei ragazzi che avevano già superato quella parte di prova erano decisamente più pesanti di me, e afferrai le corde.
Sentivo una leggera brezza sul viso e sulle mani stuzzicarmi il naso con i capelli, che mi pentivo di non aver legato, e notai che lì il sole batteva direttamente a differenza che sulle sponde coperte dagli alberi.
La luce brillante mi costringeva a socchiudere gli occhi, rendendo ogni mio passo molto più incerto ed insicuro. Riuscii comunque a vedere un paio di spaccature sulle assi prima di camminarci sopra, e le scavalcai abbastanza agilmente.
~ Angy!~ mi chiamò Maryka per avvisarmi, come aveva fatto con tutti, che un'altra persona era salita sul ponte mentre c'ero ancora io.
"Meraviglioso" mi dissi.
Sentivo la superficie sotto ai piedi farsi più instabile e traballante di prima, così iniziai seriamente a preoccuparmi.
Ogni mio passo, ogni mio respiro era accompagnato da sonore imprecazioni rivolte a tutto e a niente, ma utili per il mio sistema nervoso seriamente a rischio.
Non sapevo chi fosse dietro di me, ma dall'avanzare lento pensai che fosse la ragazzina magrolina che avevo notato prima.
Ad un certo punto mi accorsi del vento che si faceva più forte, più fastidioso e potente al punto di preoccuparmi.
Avevo da poco superato la metà del ponte, quindi ero anche relativamente rilassata, ma non sarei stata tranquilla finché non avessi toccato terra.
Cercai di avanzare più in fretta perché quella corrente cominciava sul serio ad essere nervosa se non nel panico più totale, quando il ponte oscillò di colpo con uno scatto improvviso che mi fece letteralmente prendere un infarto.
Non resistetti alla tentazione e mi voltai per vedere cosa fosse successo.
L'ultimo ragazzo era caduto dopo una decina di metri, e ora di teneva stretto alle assi corrose in preda a chissà quale crisi.
La mano che tenevo stretta attorno alla corda si ritrovò di colpo ad annaspare nel vuoto, poi realizzai che si era staccata da uno dei fermi, finendo a penzolare nel burrone.
Io, la ragazzina, e il poveretto sdraiato ci scambiammo uno sguardo comune, terrorizzato ed allarmato, poi la ragazzina iniziò sorprendentemente a correre verso di me. In un attimo me la trovai davanti. Sapevamo entrambe che lo spazio era troppo piccolo perché potessimo passarci insieme.
~ Muoviti!~ esclamò con gli occhi sbarrati.
~ No! Ma non vedi quello là? Vuoi lasciarlo cadere?~
~ Crepiamo in tre, che senso ha?!~ strillò, isterica almeno quanto me.
~ Lo dobbiamo aiutare. Rischia di rompersi comunque.~ tentai di farla ragionare.
Ma invece di ascoltarmi sembrò prendere le mie parole come un incentivo a scappare, così mi spinse di lato e corse via verso la sponda.
La mandai dritta al diavolo non so quante volte per la paura che mi fece prendere quando la schiena mi rimbalzò sulle corde, rischiando di ribaltarsi e farmi finire di sotto. Poi mi voltai indietro.
Maryka avanzava strisciando sulle assi, verso il ragazzo che era riuscito a mettersi in ginocchio e tentava di alzarsi. Le andai incontro piano piano, imitandola. Non ero abbastanza vicina a nessuna sponda, quindi tanto valeva tentare di aiutarla.
Mi sentivo abbastanza sicura di ciò che facevo proprio grazie a lei, che mi urlava cosa fare da lontano anche se non mi sforzavo di muovermi troppo. La paura è paura.
Quando ci ritrovammo tutti e tre in fila, sdraiati sul ponte, ci alzammo in piedi e avanzammo lentamente verso alcuni ragazzi del gruppo che erano a loro volta tornati indietro sui loro passi per permetterci di raggiungerli prima.
A pochi metri dalla salvezza, il ragazzo mi superò anche lui e si lanciò sul folto prato, contento come non mai di toccare il suolo stabile.
Presi la mano testa verso di me di un biondo alto e smilzo che mi tirò leggermente verso di lui e altrettanto fece Maryka.
Giunta finalmente alla fine, mi lasciai cadere sull'erba con gli occhi chiusi ed ansimando di paura.
~ Bel lavoro Denely.~ mi disse la voce di Maryka accompagnata dalla sua mano sulla mia spalla. ~ Non ti facevo così paurosa dell'altezza.~
~ Prego?~ esclamai alzando lo sguardo verso di lei.
Paurosa dell'altezza? Non ero io quella che in preda ad una crisi di panico era scappata via. Che facesse la manfrina ad un'altra fifona.
~ Fatti passare la tachicardia, tesoro. Non è mica finita qui.~ mi rispose con un occhiolino ed un sorriso gioviale.

Mezz'essereWhere stories live. Discover now