CAPITOLO 9:

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Quando tornammo al tavolo tutti quanti smisero immediatamente di parlare per iniziare a fissarci, e continuarono a farlo finché non ci sedemmo e cominciammo a fare lo stesso con loro.
~ Vi siete rifatte il naso là dentro?~ Josh ruppe il silenzio.
Alexa gli fece una smorfia e gli strappò il menù dalle mani, cominciando a sfogliarlo.
~ Per colpa vostra abbiamo rimandato le ordinazioni. Due volte.~ continuò.
~ E voi?~ chiese Tracey agli altri tre ragazzi. ~ Avete niente da dire?~
Mentre Max e Luke negavano alzando le mani, Elija mi fece un sorrisetto strano. Pregai con tutta me stessa che non avesse sentito nulla, ma ne dubitavo. Mi guardava in un modo che non aveva mai usato prima e che non sapevo assolutamente interpretare, così mi avvicinai ad Alexa e iniziai a leggere il menù con lei.
Le pizze mi preoccupavano molto meno di lui.
Quando il cameriere tornò per la terza volta Josh fu estremamente felice di fare gli ordini, e una mezz'oretta dopo prendemmo a mangiare le nostre pizze.
Anche in quello eravamo abitudinari all'inverosimile; ognuno prendeva sempre la stessa pizza, anche quando capitava di cenare a casa di uno di loro. L'unico che si era autoimposto di scegliere ogni volta la pizza più strana che trovava nel menù era Luke, e spesso se ne pentiva.
Quella sera, però, ci era andata abbastanza leggero ordinando una pizza con peperoni, cipolla e acciughe, così si mangiò la sua senza "assaggiare" le nostre.
La serata trascorse tranquilla, chiacchierammo tra noi di leggerezze; ci furono molte domande rivolte a Elija sulla sua scuola, la sua famiglia e ogni possibile aspetto della sua vita, e lui probabilmente mentì ad ogni singola risposta. Personalmente ero più interessata alle fotografie dell'ultima sfilata della sorella di Alexa, la quale era stata praticamente costretta a parteciparvi.
Lei non era stata contenta, ma ci aveva guadagnato un po' di soldi quindi se l'era fatto andare bene.
Mi irritava sempre quando si lamentava di tutte queste opportunità che le venivano offerte. Io al posto suo sarei stata felicissima di partecipare ad una sfilata. I vestiti che aveva indossato erano meravigliosi. Be' tranne un abito da sera che sembrava una vecchia vestaglia, ma il principio restava lo stesso.
Evitai comunque di esprimerle i miei pensieri, non volevo finire col litigare.
I soliti gruppi che si formavano uscendo si erano formati di nuovo a tavola. Questo mi dispiaceva un po', ma ogni tanto riuscivamo a coinvolgerci a vicenda e quindi la situazione si distendeva.
Si erano tutti presi una birra a testa, più una che Max e Luke si dividettero. A me la birra non faceva impazzire e poi non avevo una gran voglia di bibite, così mi accontentai di riempire il mio bicchiere di acqua naturale.
Era passata un'ora e mezza ormai; i piatti erano stati ripuliti e le bottiglie svuotate, e ora qualche sbadiglio cominciava a interrompere le conversazioni fattesi molto più pacate.
Decidemmo di andarcene, quindi ognuno pagò ciò che aveva mangiato -tranne nel caso di Tracey, visto che il suo fidanzato aveva la comoda abitudine di pagarle praticamente tutto- e uscimmo.
Ci ritrovammo sul marciapiede, nella strada che, avvolta dall'oscurità, pareva completamente diversa da quella che avevamo percorso ore prima con ancora una discreta quantità di luce a illuminarla.
Mi avvicinai ad Elija, cercando di togliere dalla mia mente qualsiasi riferimento alla conversazione avvenuta in bagno con Tracey e Alex della quale, avevo paura, sapesse già tutto, e cercai di chiedergli nella maniera più educata possibile se volesse andare a casa.
~ Non lo so, te che vuoi fare?~
~ Non so... Insomma, visto che tu devi riportarmi...~
~ Ferma ferma ferma. Io non devo fare proprio niente, ricordatelo.~
~ Allora,~ sospirai. ~ visto che tu sarai così gentile da riportarmi a casa, pensavo di lasciar decidere a te. Facciamo come ti è più comodo.~
Intanto i miei amici stavano discutendo per decidere se andare a prendere un gelato come proponeva Alex o tornare al parco dove ci eravamo ritrovati prima.
Era assurdo pensare che li avevo rivisti solo qualche ora prima, mentre mi sembrava di aver trascorso un'eternità con loro.
Forse era la consapevolezza che difficilmente li avrei rivisti una volta tornata con Elija a darmi quell'impressione, sta di fatto che il solo pensiero di dire loro addio mi intristì enormemente.
Alla fine optammo per tornare al parco. Alexa ci rimase un po' male, ma questo probabilmente perché Josh giustificò la sua decisione dicendole che lo faceva per lei, per evitare che non riuscisse più a entrare nei suoi abiti microscopici.
Camminare per strada a quell'ora non mi era mai piaciuto, ma se già in gruppo mi sentivo più sicura figurarsi in compagnia di un demone.
La passeggiata fu più lunga di quanto mi aspettassi, e considerando che i piedi mi facevano male da un po' lo sembrò ancora di più, ma al parco ci sedemmo sui nostri adorati tavolini da picnic così potei riposare.
Camminare ci aveva più o meno fatti riprendere dalla stanchezza che stavamo accusando al ristorante, e ricominciammo subito a chiacchierare senza nemmeno preoccuparci di cosa dicevamo e del tono della voce, visto che oltre a noi non c'era praticamente nessuno.
Persi presto il trascorrere del tempo, ma ci pensò Elija a riportarmi alla realtà.
Era da poco passata la mezzanotte quando, approfittando di un istante di silenzio, si schiarì la gola. ~ Io e Angy dovremmo andare.~
~ Ah... Sì, forse dovremmo.~ dissi riscuotendomi.
Lui si alzò in piedi, ad indicare che intendeva proprio subito, così lo imitai e i miei amici anche. Stavamo per salutarci.
Per primi salutai i ragazzi, che mi abbracciarono uno ad uno, poi vennero Tracey e Alexa che invece mi si avvinghiarono letteralmente addosso.
Potevo sentire l'impazienza di Elija dietro di me, così cercai di velocizzare il più possibile quello che più che un saluto sembrava un addio, e che lasciava lo stesso sapore.
Non avrei mai detto loro che probabilmente non ci saremmo più rivisti per molto tempo, anche se avrei tanto desiderato farlo. Almeno ci saremmo salutati in un modo migliore.
Ringraziando l'oscurità che nascondeva la tristezza sul mio viso mi allontanai da loro raggiungendo Elija, che per salutare si era limitato a scuotere la mano.
Lui si era messo subito a camminare con sicurezza ma non avevo idea di dove stesse andando, però mi accostai a lui e lo seguii.
Ero esausta e sbadigliavo ogni cinque o sei passi. Non sapevo come stesse lui, ma non mi sentivo più tanto sicura come prima all'idea di tornare a casa volando.
Dopo dieci minuti di camminata cominciai veramente a stufarmi.
~ Si può sapere dove stiamo andando?~ esclamai esasperata.
~ Voglio solo allontanarmi un po'. Non voglio che ci vedano.~ rispose serio.
~ Ci siamo allontanati abbastanza, non credi?~
Lui mi gettò una rapida occhiata, poi si fermò.
~ Come vuoi allora.~ sbuffò, poi mi prese un braccio.
Indietreggiai istintivamente, ma non mollò la presa. ~ Che fai?~
~ Non intendo volare di nuovo. Ne ho avuto abbastanza, grazie.~ disse, e in un istante tutto ciò che avevo intorno sparì.
Si era teletrasportato di nuovo portandomi con lui, infatti quando riaprii gli occhi davanti a me non c'era più il vecchio e enorme albero sotto al quale ci eravamo fermati, ma la casa di Elija.

Mezz'essereWhere stories live. Discover now