CAPITOLO 44:

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Il ghigno che aveva sulla faccia era maligno e terrificante al punto che sentii il mio stomaco fare una capriola. Al mio fianco sapevo che Dristen era ancora più terrorizzato di me perchè a malapena si muoveva; realizzai che avrei dovuto prendere in mano la situazione.
~ Alina.~ chiamai cercando di mantenere la voce ferma. ~ Perchè non fai vedere a Dristen il tuo gioco preferito nel parco? Quello con le corde?~
~ Va bene!~ trillò lei e, un po' incerta, si avvicinò a Dristen per prendergli la mano.
Lui mi lanciò un'occhiata interrogativa e inquieta, ma lo incitai ad andare con lei; non volevo che la mia sorellina si trovasse vicino ad Elija, soprattutto quando lui aveva quell'espressione sul volto.
Infine Dristen annuì e, voltandosi indietro ogni tanto a controllare,
si lasciò condurre via da Alina.
Dentro di me pregai che quello non fosse l'ultimo momento che passavo insieme a mia sorella.
Quando si furono allontanati a sufficienza rivolsi la mia attenzione ad Elija che, da quando si era materializzato alle mie spalle, non aveva ancora mosso un singolo muscolo.
Notai però che i suoi occhi non guardavano me, ma seguivano la figura di mia sorella lungo il marciapiede; in meno di due secondi iniziai a bruciare di rabbia fomentata dalla paura e dalla consapevolezza di
quello che era capace di fare.
Aspettai che parlasse soltanto perchè sapevo che se mai avessi
iniziato io il discorso lui avrebbe risposto a modo suo sviando
dall'argomento principale, e sarei rimasta bloccata per sempre in una serie di frecciatine e risposte prive di significato.
~ Non me la ricordavo così tua sorella...~ disse e giuro che fece
l'unica cosa che mi terrorizzò ancora di più: si leccò le labbra.
Deglutii e continuai a tacere.
~ Comunque,~ riprese dopo un po', ~ Cosa ci fai qui?~
Il suo tono era tranquillo, come fossimo stati due amici che casualmente si incontrano da qualche parte, ma sapevo che nascondeva ben altro. Dovevo riflettere con attenzione prima di rispondere, e soppesare ogni sillaba.
~ Sono venuta a trovare la mia famiglia.~ dissi piatta. Per quanto fossi tentata di aggredirlo ero consapevole di dover stare calma e controllata; tra noi due la peggio l'avrei avuta io in ogni caso.
~ Giusto, immaginavo...~ rispose lui riprendendo a muoversi. Iniziò a passeggiare lungo il marciapiede, a volte avvicinandosi e a volte
allontanandosi, come una tigre che gioca un po' con la preda per
vedere la paura nei suoi occhi.
~ Volevo solo che me lo confermassi.~
Capii immediatamente di aver fatto un'enorme cazzata a confessare così, nonostante nella mia ottica non ci fosse proprio nulla da confessare poichè non avevo fatto niente di male. Oppure quello psicopatico
cercava solo di spaventarmi. Ogni cosa era possibile.
~ Tanto per chiarire...~ riprese. ~ Tu sai che non dovresti essere qui?~
Strinsi i denti e tacqui. Lui annuì con un sorrisino di scherno.
~ Immaginavo.~
Iniziava a girarmi la testa a forza di voltarmi ogni volta che lui si
spostava, e per quanto fosse poco importante al momento mi sentivo anche abbastanza stupida. Però dovevo tenerlo d'occhio, era il mio istinto a gridarmelo.
~ Devo ammettere che non mi aspettavo che saresti stata in grado di convincere Dristen. Forse quel vecchio di Mailor, ma Dristen proprio non l'avrei mai detto...~ continuò.
Ad un certo punto si fermò esattamente davani a me, a pochi centimetri di distanza. ~ Tu lo sai perchè non dovresti essere qui?~
Il mio già fragile autocontrollo si spezzò. ~ Perchè Baeron è un
maniaco del controllo.~ dissi, costringendomi a sostenere il suo
sguardo.
Lui scoppiò a ridere mostrando i denti. Era incredibile come la sua
risata fosse la più schernitrice che avessi mai udito, e come fosse capace di scatenare in me i sentimenti più malevoli e umilianti verso me stessa. Ogni volta che lui rideva io diventavo una nullità, e questo mi mandava fuori di testa.
Decisi comunque di aver già sgarrato una volta di troppo; non avrei più parlato a meno che non fosse stato assolutamente necessario.
~ Cara Angel...~ sospirò. ~ Oggi voglio essere accomodante, nonostante tu non lo sia affatto.~ disse iniziando ad arrotolarsi le maniche della camicia bianca che indossava. Il modo in cui rifletteva la luce la rendeva quasi insopportabile da guardare.
~ Ti voglio dare la possibilità di rimediare a questo tuo...errore, diciamo.~ disse, lo sguardo abbassato sulle dita snelle che piegavano il tessuto. ~ Ma chiaramente dipende tutto da te.~
Alzò gli occhi all'improvviso, forse speranzoso di vedermi sobbalzare al formarsi di un contatto visivo tra di noi, e attese la mia reazione.
L'unica risposta che gli diedi fu l'inespressività più totale -o
almeno così speravo- e uno sguardo vuoto. Non volevo che leggesse le mie emozioni.
~ Allora?~ chiese alzando un sopracciglio. ~ Ti può interessare o sei già arresa al tuo destino?~
Non sapendo cosa rispondere cercai di fingermi disinteressata. Non che la sua proposta mi attirasse veramente, continuavo a non fidarmi di lui, ma c'era un pizzico di curiosità in me che mi spingeva a domandare altri dettagli. Volevo sapere in che tipo di trappola stava cercando di attirarmi.
~ Dovrebbe interessarmi?~ ribattei.
~ Se vuoi salvarti la pelle.~
Feci una risata secca. ~ Salvarmi da chi?~
Lui sorrise maligno. ~ Quanto pensi che sarà felice Baeron quando lo verrà a sapere? Dristen potrà dire addio alla torre e ringraziare se ne uscirà vivo, tu, invece...be'...~
~ Se lo verrà a sapere.~ risposi.
~ Il che ci porta alla mia precedente offerta. Baeron non saprà nulla di tutto questo, e, non solo, farò in modo che nessuno si accorga della vostra assenza.~
~ Se...?~ lo incitai. Non poteva essere altro che un ricatto.
~ Tu farai tutto quello che io ti dirò. Di qualsiasi cosa si tratti e
in qualunque momento io te lo ordini.~ concluse.

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