CAPITOLO 29:

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Quando tornai in me scoprii che veramente le mie deformazioni fisiche erano state normali e necessarie perché completassi la mia trasformazione.
Ne fui così sollevata che quasi dimenticai quanto avevo sofferto e ringraziai molteplici volte il cielo si avermi restituito la mia faccia.

Mi avevano portata in camera che era notte e mi ero svegliata di buon'ora con un semplice indolenzimento al viso, ma almeno il mio aspetto era tornato quello di prima.
La Dyulig era passata a farmi una veloce visita con l'unico scopo di ricordarmi che avrei dovuto ricominciare a seguire le lezioni con rigorosa regolarità il prima possibile.
"Il suo essere una creatura rara non l'astiene dalle lezioni" aveva detto prima di uscire.

Purtroppo non riuscii a risparmiarle quell'interminabile serie di insulti che mi erano scoppiati in testa, ma credo fermamente che se li meritasse.

Le mie compagne di stanza raramente mi lasciavano sola, soprattutto Jane che sembrava aver risentito della trasformazione molto più di me.
Cercava di farmi muovere il meno possibile nonostante le ripetessi fino alla nausea che non sentivo più alcun dolore e che stavo molto meglio.
Una cosa, però, mi impensieriva: né Elija né Xavier erano passati a trovarmi.
Le ragazze mi avevano detto che non si erano fatti vedere nemmeno mentre ero ancora addormentata, e non riuscivo a smettere di pensarci.
Mi dicevo che si trattava di una cosa stupida, che non doveva occupare la mia mente in quel modo ossessivo, però presto ammisi di esserne rimasta delusa e rattristata, per quanto ne avrei fatto a meno.

Mi misi a dare una lettura agli ultimi argomenti trattati a lezione, e alzai gli occhi dai libri solo un paio di ore dopo, che sembravano essere passate in un lampo.
Mi annoiavo senza le ragazze ma non potevo certo pretendere che saltassero un'intera giornata per me, a differenza di qualcun'altro.
Verso le tre di pomeriggio bussarono alla porta.
~ Avanti.~ dissi alzandomi dalla scrivania.
Sentii uno scambio di battute e diversi rumori oltre la porta, poi la maniglia si piegò e vidi entrare quello che non poteva essere altri che Xavier, camminando all'indietro.
Davanti a lui, invece, c'era Elija.
Ovviamente avevo ragione nel dire che non dovevo farmi troppi problemi, ma più che una visita a sorpresa avevo pensato che magari gli avrei tenuto il muso per qualche settimana.
Quando si girarono vidi che tenevano in mano un pacchetto incartato di rosa confetto che si sforzavano di tenere perfettamente dritto, con un biglietto attaccato sopra.
~ Buongiorno madama!~ trillò Xavier appoggiando il pacchetto ai piedi del mio letto.
~ Ciao...ragazzi.~
Dov'erano stati tutto il giorno?
~ Wow, tutto qui?~ brontolò Elija. ~ Gran bell'accoglienza...~
~ Piantala.~ gli intimò l'altro.
Poi mi si avvicinò con uno sguardo strano negli occhi. ~ Come ti senti, Angy?~
~ Sto bene.~ mi affrettai a dire.
Per un po' avevo rimosso dalla testa il "segreto" che legava me e lui da quando gli avevo confidato il mio terrore verso l'idea che mi potessero spuntare delle ali, soprattutto perché dopo aver scoperto che dietro all'occhio nero di Xavier c'era Elija non sapevo più cosa pensare, ma di certo non potevo evitare di chiedermi quali altri segreti nascondessero quei due per riuscire ad andare in giro come se niente fosse.
~ Ti abbiamo portato un regalino.~ disse sorridendo e indicandomi la confezione rosa.
~ Grazie, io...non me l'aspettavo assolutamente... Ma è per questo che oggi avete saltato?~
~ Per questo e perché non ci andava l'interrogazione della Dyulig.~
~ Oddio è vero che ha cominciato a interrogare! Ma non chiamerà me, vero? Dovrà lasciarmi un paio di giorni per...~
~ Chiamerà specialmente te. Con tutto il tempo che hai passato qua senza fare nulla dirà che dovresti essere ancora più preparata di noi, no?~
Notai un ghigno formarsi sulle pallide labbra di Elija mentre pronunciava quelle parole e sentii che le mie lo imitavano, nonostante non ci fosse un bel niente di esilarante.
~ Lo apri o aspetti che faccia notte?~

Non si poteva certo dire che il contenuto del pacchetto fosse poi così inimmaginabile, ma nell'avvicinarmi al letto, nel sedermici accanto e nel cominciare a scartarlo provai quel tipico brivido che ti stuzzica mente e corpo quando hai davanti un regalo da aprire.
~ Se la rovini ti taglio via le dita.~ ~ Sta' un po' zitto...~ borbottai mentre cercavo con la precisione di un amanuense di togliere lo scotch senza stracciare nulla.
~ Non potevate metterlo in una cassaforte? Sarebbe più facile da aprire.~
~ E se ringraziassi e basta?~
~ Quando l'avrò aperto!~
Dopo aver rimosso le infinite strisce di scotch che avevano piazzato sull'incarto finalmente riuscii ad aprirlo ed un dolcissimo profumo di cioccolato invase istantaneamente la stanza, colmandola di un aroma che mi ricordava i compleanni, le feste e la mia sorellina.

Non mentirò, mi aspettavo qualcosa di simile da quando li avevo visti entrare in quel modo, ma restai piacevolmente sorpresa lo stesso quando vidi l'aspetto delizioso e perfetto di quella piccola torta.
Era ricoperta di pasta di zucchero bianca decorata con perle finte e piccole roselline nere, mentre sulla parte frontale erano state dipinte due ali in color argento.
Aveva un aspetto così perfetto che la sola idea di mangiarla mi faceva sentire in colpa.

Xavier mi si sedette accanto di slancio. ~ Allora? Ti piace?~
~ A me non sembra. Forse dovremo mangiarcela noi.~ Elija incrociò le braccia sul petto e piegò la testa di lato, come un moccioso in procinto di combinare qualche casino.
~ Non ti azzardare. Questa piccola meraviglia è mia.~
Che profumo che faceva!
~ Grazie mille, ragazzi. È davvero un bel regalo.~ aggiunsi sorridendo.
~ Mica è solo per te.~
"Cosa?!"
~ Scusami?~
In guastafeste mi guardò stupito. ~ Te la vuoi mangiare tutta tu?~
Abbassai lo sguardo sulla torta e sì, era un po' troppa da mangiare per una sola persona.
~ Ovviamente intendo condividerla.~ dissi coprendola e poggiandola sulla scrivania. ~ Con Xavier e le ragazze.~

Ovviamente non fu così.
Elija se ne mangiò ben due fette, e io e le ragazze decidemmo che la torta rimanente l'avremmo finita dopo cena.
Ormai non sentivo più il minimo dolore, così chiesi loro di accompagnarmi a fare un giro fuori per prendere un po' d'aria. La stanza cominciava a sembrare piuttosto stretta.
Ma appena misi piede fuori dal dormitorio mi accorsi di un gigantesco cambiamento in tutta la scuola, che era stata splendidamente addobbata in tema Halloween.
Ma non con zucche, fantasmi finti e ragni di carta attaccati ai muri; bensì c'erano nastri neri che pendevano dagli archi dei portici, candelabri appesi alle pareti con sopra altissime candele rosse che non sembravano nemmeno consumarsi, lampadari nuovi di cristallo appesi al soffitto i quali contenevano anche loro grosse candele ma queste, a differenza delle precedenti, erano completamente trasparenti.
Da lontano potevo vedere che sparsi per il parco c'erano dei cerchi di pietra all'interno dei quali brillavano come dei piccoli soli, che riuscivano a illuminare quasi a giorno lo spazio circostante, e che praticamente l'intera scuola era fuori a godersi questo spettacolo magico.

~ Che è quella faccia?~ Elija, con il suo solito tono, mi trascinò lontano dai miei pensieri.
~ Non sapevo si festeggiasse Halloween...~
In realtà non me l'ero nemmeno domandato. La festa dei mostri non era mai stata una delle mie preferite se non da piccola, quando si andava a fare dolcetto o scherzetto e non la fila davanti a qualche locale.

Eleonor non sembrava volermelo perdonare. ~ Halloween è la nostra festa. Come puoi pensare che non si festeggi?~
~ E come la festeggiate di solito?~
~ Facendo quello che non facciamo mai.~ Xavier mi si mise davanti, continuando a camminare all'indietro.
Aveva tirato fuori la sua miglior espressione sghemba e accattivante, e mi stava fissando con i due occhi gialli che brillavano e un sorrisetto malizioso.
~ Allora? Cos'è che non fate mai?~
~ Ha detto facciamo. È ora che ti togli dalla testa questi complessi di superiorità.~ Agnes ammiccò verso di me, e per un momento il suo ombretto scuro parve quasi una benda da pirata.

~ Cos'è che non facciamo?~ sbuffai.
Un braccio mi si appoggiò sulle spalle. ~ Divertirci in mezzo agli umani.~
Voltai la testa e mi ritrovai faccia a faccia con un ghignante Elija dalle pupille luccicanti. ~ Così come siamo.~
~ Così come siamo?~
Lui annuì. ~ Così come siamo.~

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