3.

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jackson's pov

«Andiamo a mettere il pigiamino così poi finiamo il cartone, che ne dici?» le domando, e lei annuisce.

Saliamo le scale ed entriamo in camera sua.

Prendo un pigiama dal cassetto e lo poso sul letto, poi aiuto Abigail a spogliarsi e ad indossarlo.

«Posso rimanere con i calzini?» mi chiede.

«Certo, però te ne prendo un paio pulito.» le rispondo, aprendo un altro cassetto.

«Quali ti piacciono?» le domando, e lei indica due calzini bianchi e pelosi.

Almeno starà al caldo.

Glieli passo e con un po' di difficoltà riesce a metterli.

Quando si è cambiata ritorniamo al piano inferiore, in salotto.

Ci sediamo sull'ampio divano l'uno affianco all'altra e ci copro con un plaid morbido e caldo.

Prendo il telecomando e faccio ripartire il film.

Il mio migliore amico ha una figlia di quasi otto anni ed è fissata con questo cartone, mi avrà costretto a vederlo almeno quattro volte.

Mi giro verso Abby e le accarezzo leggermente i capelli.

Lei sembra rilassarsi, infatti appoggia la sua testolina sulla mia spalla, beandosi delle carezze.

Continua a guardare la televisione senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo.

Si vede che la storia le stia piacendo.

Io ne approfitto per rilassarmi un po', è da tanto che non stavo sul divano a guardare la televisione con tutta questa tranquillità.

Ultimamente sono stato impegnato con il lavoro, mi sono portato avanti in maniera tale da poter stare più tempo con Abigail per aiutarla ad ambientarsi, anche se non credo darà troppi problemi.

Per ora mi sembra una bambina molto tranquilla.

Senza neanche rendermene conto chiudo gli occhi e mi addormento.

Quando mi sveglio e controllo l'orario sul mio telefono, noto che sia mezzanotte inoltrata.

Mi giro verso la mia bambina e noto stia dormendo serenamente, chissà da quanto è finito Inside out.

Spengo la televisione e poi la prendo in braccio, è molto leggera perciò non faccio fatica a salire le scale.

Apro la porta senza accendere la luce, non voglio rischiare di svegliarla.

Scosto le coperte e la poso sul suo nuovo letto, per poi ricoprirla.

La guardo per un'ultima volta, sorridendo, e poi raggiungo la mia camera.

Mi sdraio, chiudo gli occhi e prendo quasi subito sonno, è stata una giornata abbastanza stancante anche per me.

Non so che ore siano, ma un urlo mi sveglia.

Mi precipito nella stanza di Abigail e la scena che vedo mi spezza il cuore.

Sussurra parole incomprensibili nel sonno ed ha la fronte imperlata di sudore.

Mi avvicino cautamente al suo letto e mi ci siedo sopra.

Sulla sua vecchia famiglia adottiva agli assistenti sociali ha detto solamente che la lasciavano a casa da sola ma credo che oltre a questo ci sia dell'altro.

Spero che un giorno si fiderà di me al punto di riuscire a dirmi tutto, vorrei solo aiutarla.

Dopo qualche secondo si sveglia e tiene gli occhi spalancati, si guarda un po' intorno e poi scoppia a piangere.

«Amore guardami.. ci sono qui io, non sei sola.» le sussurro, avvicinandomi ancora di più.

«No bua..» mi sussurra.

«No Abby, niente bua.. vieni qui.» mi alzo in piedi e la prendo in braccio.

Lei si tiene stretta a me e mentre sto per uscire dalla sua stanza mi indica Penny, il peluche.

Lo prendo e glielo passo.

Vado in camera mia, ho il letto matrimoniale e lei è piccola, staremo comodi comunque.

Provo a posarla sul letto ma lei mi stringe la maglia, non vuole staccarsi.

Tiro un sospiro e poi mi siedo sul mio letto.

Le accarezzo i capelli sudati per via dell'incubo, domani devo farle assolutamente una doccia.

Appoggia la testolina sul mio petto, è sfinita.

Chiude gli occhi ed io la coccolo sperando riesca ad addormentarsi di nuovo.

Non è detto che soffra di incubi.. magari è solo un episodio, o almeno lo spero.

Quando sono del tutto sicuro che sia caduta nel mondo dei sogni riesco a metterla sul letto sdraiata, in modo tale da farla stare più comoda.

È così tenera.. non ha lasciato il peluche nemmeno per un secondo.

Resto sveglio per almeno un'altra ora.. ho paura possa fare un altro brutto sogno e voglio essere pronto ad aiutarla.

Però senza accorgermene chiudo gli occhi per un momento e mi addormento anche io.

Quando mi sveglio è mattina e sono felice che non abbia avuto altri incubi.

Mi giro e la vedo dall'altra parte del letto, proprio come l'ho lasciata.

Tiene stretto il suo peluche e dorme ancora.

Mi alzo e mi avvicino alla porta finestra presente in camera mia, che porta su un piccolo balcone.

Sono le dieci del mattino e fuori il sole è alto, è passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui ho dormito così tanto.

Di solito vado a lavoro alle sette del mattino, ma dato che l'azienda è mia e mi sono portato avanti con il lavoro, finché Abigail non andrà a scuola starò io a casa con lei.

Poi più avanti magari cercherò anche una baby-sitter.

Sono talmente perso nei miei pensieri che mi accorgo che si sia risvegliata solo quando la sento sbadigliare.

Mi giro verso di lei e le sorrido.

Mi riavvicino al letto e lei allunga le braccia verso di me, così la prendo in braccio.

«Buongiorno Abby.» le sussurro, mentre mi dirigo di sotto a preparare la colazione.

«Mh..» mugugna, richiudendo gli occhi.

Devo posarla su una sedia, non posso usare i fornelli con lei in braccio, non voglio rischiare che si scotti.

Così la metto giù e fa un verso contrariato, appoggiando la testa sul tavolo.

Devo fare veloce o si riaddormenterà, non credo sia in una posizione particolarmente comoda.

Le scaldo il latte e poi lo metto in una tazza blu di stitch.

Prendo qualche biscotto e metto tutto a tavola.

Le faccio una carezza e lei apre lentamente gli occhi.

Quando si accorge della colazione pronta mi ringrazia ed inizia a mangiare.

Io mi preparo un caffè e mi siedo a tavola per farle compagnia.

«Vuoi sapere che facciamo oggi?» le chiedo, e lei annuisce.

«Andiamo a fare una bella passeggiata al mare.» appena finisco la frase le si illuminano gli occhi.

«Io non ci sono mai stata al mare.. però mi hanno detto che è tanto bello..» ammette con tono triste.

Non credo che abbia visto molto oltre le quattro mura di quell'orfanotrofio.

«È vero, il mare è bello. Secondo me ti piacerà tantissimo.» le dico.

«Non vedo l'ora! Quando ci andiamo?» mi domanda euforica.

«Calma piccolina, dovrai aspettare questo pomeriggio.» le dico.

Voglio fare le cose con calma e poi devo assolutamente lavarla, questa notte si è fatta una bella sudata.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now