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abigail's pov

Ormai è un mese che Charlotte è diventata la mia nuova baby-sitter, ma il primo pensiero che ho quando mi sveglio è sempre Megan.

Megan mi capiva, quando sbagliavo qualcosa mi faceva capire il mio errore senza sgridarmi o urlarmi.

Megan era sempre disponibile, qualsiasi gioco avessi voglia di fare.

Megan mi preparava a pranzo o a cena ciò che amavo mangiare.

Quando avevo gli incubi lei mi coccolava e mi calmava, come farebbe una vera madre.

Megan sapeva rendermi felice.

È un mese che non la vedo più, un mese che passo senza divertirmi con lei ogni giorno, un mese che papà è sempre impegnato con il lavoro.

Mi sento sola.

Charlotte, la mia nuova baby-sitter, è una brava signora, ma per la sua età molte cose non riesce più a farle.

Non può stare troppo tempo seduta a terra perché ha molti dolori alla schiena.

Non può rincorrermi in giro per casa.

Non può prendermi in braccio ed aiutarmi ad annaffiare le piante più in alto.

E non è neanche brava a cucinare.

Questa mattina, papà, prima di andare a lavoro, mi ha detto che questa sera verrà a cena una persona importante.

Sono molto curiosa.

«Abigail, vieni a fare i compiti.» mi richiama Charlotte, così io mi siedo di fronte a lei sul tavolo della cucina.

«Fai i compiti, io intanto vado a stendere i panni.» mi informa, ed io annuisco.

Devo colorare un gatto, ma l'immagine è davvero molto grande.

Sbuffo e prendo il colore a spirito grigio, colorando il suo pelo.

Poi gli faccio gli occhi neri ed ho concluso di colorare il disegno.

Mi ci è voluto moltissimo tempo!

Charlotte non mi aiuta mai a fare i compiti, controlla solo se io li abbia fatti, prima di tornare a casa sua.

Gli unici giorni in cui mi diverto sono quelli in cui esco con la mia migliore amica, Viola.

Il resto lo passo in casa a fare i compiti e a giocare da sola, mentre la mia baby-sitter svolge i lavori domestici.

Rare volte il fine settimana siamo solo io e papà, ultimamente invece che passare gli unici due giorni in cui non lavora con me, esce, tornando dopo cena.

Non mi considera più molto.

Mi alzo dalla sedia per raggiungere il divano, ma vedo la porta d'ingresso aprirsi ed entrare papà, ridendo con una ragazza.

«Abby, vieni qui.» attira la mia attenzione, così vado verso di loro.

«Lei è Valentine, cenerà con noi questa sera.» me la presenta.

Punto lo sguardo sulla rossa, che mi guarda sorridendo.

«Ciao Abigail, piacere di conoscerti.» mi dice.

Non mi sta molto simpatica, indossa un vestito nero molto corto, con dei tacchi alti, ha dei lunghi capelli rossi ed ha molti tatuaggi.

«Ciao.» la saluto.

Papà si allontana appena vede Charlotte e le dice qualcosa, dopodiché lei si dirige in cucina e va poi ad apparecchiare la tavola presente in sala da pranzo.

«Siediti pure, amore.» mi giro, pensando dica a me, ma quando vedo Valentine sorridere e lasciargli un bacio sulla guancia, capisco stesse parlando con lei.

Cerco di mascherare la delusione e la tristezza e mi siedo accanto a lei.

«Sai che sei molto carina?» mi domanda, ma io non le rispondo.

«Abigail, fai la bambina educata, come si dice?» mi riprende papà.

«Grazie.» rispondo.

«È pronta la cena.» annuncia Charlotte, dopo un'ora passata ad ascoltare la conversazione tra papà e Valentine.

Che noia.

Mi siedo ma non riesco a mangiare molto, ho lo stomaco chiuso.

«Abigail, forza, mangia altra carne.» insiste papà.

«Non mi va..» gli rispondo.

«Ti ho detto di mangiarne altra.» continua a ripetere.

«Ed io ti ho detto che non mi va.» alzo leggermente la voce, per poi alzarmi e correre al piano di sopra, in camera mia.

Chiudo la porta e mi siedo sul letto.

Ora preferisce lei a me.

Adesso c'è Valentine, ed io non esisto più.

Invece che passare i fine settimana con me è stato con lei, ne sono sicura.

Avrò solamente cinque anni, ma non sono stupida.

Io rimanevo a casa ad annoiarmi, sola, mi mancava molto.

E lui era con lei.

Ultimamente mi considera sempre meno, la sera quando arriva a casa controlla se ho fatto i compiti, ceniamo insieme, e poi mi accompagna a letto.

Esce non appena mi sono messa sotto le coperte, non mi da' neanche più un abbraccio o un bacino.

Prendo Penny, il peluche a forma di panda che mi ha regalato il giorno in cui mi ha adottata, e lo stringo a me, piangendo.

Mi sento sola.

Prima è andata via Megan, abbandonandomi nonostante sapesse quanto avessi bisogno di lei.

E sembra che lentamente si stia allontanando da me anche papà.

Non voglio rimanere sola, non di nuovo.

Sento la porta della mia camera aprirsi, ma non alzo lo sguardo.

Mi sgriderà sicuramente per essere andata in camera, nel bel mezzo della cena.

So che non è educato, ma mi ero stancata, non faceva altro che insistere.

«Hey piccolina..» sento la voce di papà.

Mi prende in braccio ed io appoggio la testa sulla sua spalla, non lasciando il mio peluche.

«Che hai?» mi domanda, ma io non rispondo.

«Ti metto io il pigiamino?» mi chiede dopo qualche secondo, ed io annuisco.

Mi mette il mio preferito.

«Vado a salutare Valentine e poi dormiamo insieme sul mio lettone, che ne dici?» mi domanda.

«Va bene.» gli rispondo.

Così lui esce dalla mia stanza e dopo qualche minuto ritorna.

Andiamo in camera sua e ci sdraiamo insieme sotto le coperte, al caldo.

Sono molto stanca ed infatti non ci metto molto ad addormentarmi.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now