21.

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megan's pov

Finisco di mettere in ordine la mia stanza, quando improvvisamente il mio telefono inizia a squillare.

È Jackson.

«Pronto?» domando allarmata.

«Mi ha telefonato l'asilo di Abigail, si è fatta male, potresti andare a prenderla tu?» mi domanda frettolosamente.

«Sì, certo, vado subito a prenderla.» gli rispondo.

«Perfetto, ci sarei andato io ma sono estremamente impegnato, a dopo.» lo saluto e chiudo la chiamata.

Indosso velocemente un paio di jeans skinny neri, abbinati ad un maglioncino color panna, metto velocemente giacca, le scarpe ed esco, portando con me la mia borsetta.

Fortunatamente l'autobus passa dopo pochi minuti ed il tragitto è abbastanza breve.

Scendo velocemente e appena mi ritrovo davanti all'asilo suono il campanello.

Una bidella un po' paffuta viene ad aprirmi e mi conduce nella classe di Abigail.

«Salve, lei è?» mi chiede.

«Megan Allen, sono la baby-sitter di Abigail.» le rispondo.

«Ah si, mi aveva informato il signor Taylor che sarebbe venuta lei a prenderla.» afferma.

«Mi segua.» mi dice, e così faccio.

Vedo Abigail seduta a terra, in un angolo della stanza, che piange.

Appena mi vede allunga le manine, così la prendo in braccio, e lei appoggia la testa sulla mia spalla.

«Possiamo andare?» domando all'insegnante, che annuisce.

«Arrivederci.» saluto educatamente ed esco di lì.

Attraverso la strada che porta ad un parco giochi, e mi siedo su una panchina, tenendo Abby in braccio.

«Hey piccolina, ti va di raccontarmi che cos'è successo?» le chiedo dolcemente.

«T-tiffany.. mi ha spinta, i-io sono caduta e ho sbattuto l-la s-schiena.» singhiozza.

Deduco che Tiffany sia una sua compagna di classe.

«Posso vedere?» le chiedo, e lei annuisce, alzandosi in piedi.

Le tiro leggermente su la felpa e vedo che ha un livido violaceo al centro della schiena.

«Ti fa ancora male?» le domando, rivestendola.

«Un pochino.» mi risponde.

«Amore, ora passiamo un secondo in farmacia, così ti prendo una crema e a casa te la metto, va bene?» la informo, e lei annuisce.

Così dopo essere passate in farmacia torniamo a casa.

Prendo la crema ed andiamo in camera sua, la faccio sedere sul suo letto e gliene spalmo un po' sulla zona interessata.

«Ce la fai a stare due minutini così? ferma ferma?» le domando, e lei annuisce.

Più tardi, mentre preparo il pranzo, la lascio guardare la televisione in salotto.

Preparo la pasta al pesto e quando è pronto ci mettiamo a mangiare.

Passiamo il pomeriggio in casa e quando è quasi ora di cena arriva Jackson.

Io sono in cucina a preparare la cena, ma quando lo sento urlare, mi dirigo in salotto.

«Abigail, vieni immediatamente qui!» urla, e lei scuote la testa, alzandosi improvvisamente dal divano e correndo da me.

«In braccio, in braccio.» mi ripete frettolosamente, ed io faccio come mi ha chiesto.

Jackson si precipita da me con fare infuriato.

«E tu hai la faccia tosta di non dirmi niente?
Che mia figlia ha picchiato un'altra bambina, facendole sbattere la schiena?» mi urla contro.

Lo guardo con aria interrogativa.

«Abigail non ha picchiato nessuno.» dico convinta.

«Mi ha chiamato la madre di una sua compagnia d'asilo, Megan non mentire o ti licenzio.» mi ricatta.

«Non sto mentendo. È successo esattamente l'opposto, è stata quella bambina a far sbattere la schiena ad Abigail.» gli rispondo sinceramente.

«Guardale la schiena se non mi credi.» concludo poi.

Si avvicina ulteriormente e tira su delicatamente la felpa di sua figlia.

Si passa una mano sul viso.

«Scusami piccola, mi dispiace.
Amore, guardami, il tuo papà non è arrabbiato con te.» le dice con voce pacata, prendendola dolcemente dalle mie braccia.

Lei si stringe a lui silenziosamente.

«Vado a finire di preparare la cena.» affermo, ritornando in cucina e spegnendo il forno.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now