14.

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jackson's pov

«Papà quando torniamo in hotel? ho sonno.» si lamenta Abigail.

Abbiamo finito di cenare circa mezz'ora fa e ne abbiamo approfittato per farci una passeggiata fuori, all'aperto.

«Ora torniamo indietro, un po' di pazienza, amore.» le rispondo.

Non ci siamo allontanati molto dall'hotel e dopo non molto ci ritroviamo davanti ad esso.

Prendiamo l'ascensore e in seguito entriamo nella nostra stanza.

Aiuto velocemente Abby a mettere il pigiama in modo tale che si possa mettere a dormire, e poi vado in bagno per cambiarmi ed indossare vestiti più comodi.

Quando torno di là vedo Abigail che dorme sul letto singolo e Megan seduta sul mio letto, con ancora addosso il vestito ed i tacchi.

«Si è addormentata.» afferma.

«Ho notato, ma lei ha il sonno leggero, ho paura di svegliarla se la sposto, tu dormi lì, io sto sul divano.» le rispondo.

Lei butta i suoi occhi sul divano per un secondo, per poi tornare a guardare me.

«Non devi.. posso dormirci io.» mi dice, ma io scuoto la testa.

«O potremmo entrambi dormire sul letto, non sono così tanto egoista da lasciare dormire una donna sul divano, sai.» la stuzzico.

Tira un sospiro e poi annuisce.

«Oh okay, va bene. Dormiremo entrambi sul letto, ognuno nella propria parte.» specifica, e trattengo una risata.

«Se avessi voluto toccarti lo avrei già fatto.» la provoco, e lei guarda immediatamente Abigail.

«Parla più piano.» mi dice, abbassando lo sguardo.

«Io vado a cambiarmi.» continua, ed io in risposta annuisco.

megan's pov

Devo calmarmi, il mio cuore sta battendo all'impazzata da quando ha pronunciato quella frase.

Mi sciacquo il viso con dell'acqua fredda, poi mi strucco e dato che non dormirò da sola, ma sotto le stesse coperte di Jackson, decido di indossare un pigiama invece della mia solita felpa oversize con le culotte.

In seguito esco dal bagno, rimettendo poi a posto le mie cose.

Quando mi dirigo verso il letto vedo Jackson seduto su di esso, che guarda il suo telefono.

«Hey.» richiama la mia attenzione, appoggiando il suo telefono sul comodino.

«Hey..» rispondo, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sedendomi dall'altra parte del letto.

«Domani devo mostrare il progetto, ho un'ansia terribile.» ammette, girandosi verso di me.

«Beh sì, è comprensibile. Spero vada tutto per il meglio, si vede che ci tieni molto.» gli rispondo.

«Anni fa, non ho deciso di aprire la mia azienda a caso, c'è un motivo dietro, volevo arrivare ad un sogno, ed ora, a distanza di anni, ci sono riuscito.» mi spiega.

«Per quale motivo?» chiedo incuriosita.

«Sono stato abbandonato dai miei genitori biologici alla nascita, non so chi siano e attualmente non voglio saperlo. Ho voluto aprire un'azienda perché il mio sogno è sempre stato quello di adottare un bambino o una bambina, così sognavo di farmi molti soldi e poter dare a qualcuno la vita che si meritava, e ci sono riuscito. Non voglio i soldi per me, ma per costruire a mia figlia il futuro che si merita.» mi racconta.

Penso sia un uomo da stimare, ha un cuore d'oro.

«Sei un grande uomo, Jackson, Abigail è molto fortunata ad averti come padre.» gli dico sinceramente, e lui mi sorride.

Ha un bel sorriso, dovrebbe sorridere di più.

«Dovrei ringraziarti per quello che stai facendo, ma è il tuo lavoro, è normale che tu sia così gentile per i soldi.» mi accusa.

Lo guardo, ferita, e poi abbasso lo sguardo, trattenendo a stento le lacrime.

«Io ci tengo veramente a lei, non m'importa solo dei soldi..» sussurro, per poi sdraiarmi sul letto su un fianco, dandogli la schiena.

Sento un suo sospiro e i suoi occhi bruciarmi addosso, ma faccio finta di nulla.

Mi ha ferita.

Lui non mi conosce, non conosce me e il mio passato, non sa nulla di ciò che ho dovuto affrontare da sola, non ha il diritto di accusarmi di avere questo carattere nei loro confronti solo ed esclusivamente per soldi.

Io sono fatta così, non sto fingendo.

E per quanto io mi sia affezionata a quella bambina in un solo mese, pur di poter passare le giornate con lei, lo farei anche gratis, anche se sono messa male economicamente.

Probabilmente da domani faremo entrambi finta che quelle parole non siano uscite dalla sua bocca, ma sono uscite eccome, e probabilmente vuol dire che è ciò che pensa di me.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now