16.

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megan's pov

Ieri sera siamo tornati a casa, oggi Abigail non è andata a scuola perché è sabato e l'asilo è chiuso.

Ormai è quasi sera, Jackson dovrebbe tornare a minuti, e so che questo pomeriggio deve aver ricevuto la risposta tanto attesa, nella quale c'è scritto se ha vinto oppure no.

Non l'ho più sentito da quando stamattina è andato a lavoro, solitamente il sabato e la domenica sono i suoi giorni liberi, ma siccome un suo dipendente è in malattia oggi ha coperto lui le sue ore.

La cena è già pronta, per stasera ho preparato l'insalata condita con pomodori, feta, tonno e olive.

Improvvisamente sento il mio telefono suonare, così lo prendo e noto la notifica di un nuovo messaggio, proprio da parte di Jackson.

"non mi aspettate per cena, tornerò più tardi, metti tu a dormire Abigail." dopo averlo letto gli rispondo, inviando un semplice "va bene" e poi lo rimetto in carica.

Vado in cucina, dove la tavola è già apparecchiata, e prendo l'insalata, appoggiandola al centro del tavolo.

Chiamo Abigail, che mi raggiunge dopo poco.

«Papà dov'è? Non viene a cena?» mi domanda subito, ed io scuoto la testa.

«No, questa sera tornerà più tardi, okay?» le chiedo, e lei annuisce tristemente.

«Non essere triste piccolina, evidentemente ha molto da fare a lavoro, accendo la televisione qui in cucina? Così ti guardi un po' di cartoni?» le domando, cercando di tirarle su il morale.

Di solito non guarda mai la televisione a cena perché ne approfitta per raccontare a suo padre che cos'ha fatto durante la giornata, ma questa sera lui non c'è ed almeno così può distrarsi un po'.

L'accendo e le faccio scegliere il canale, dopodiché appoggio il telecomando sul tavolo e riempio i piatti.

Lei non mangia molto ma decido di lasciare stare, sicuramente è sovrappensiero perché Jackson non è tornato a cena.

«Meg..» richiama la mia attenzione, mentre pongo i piatti e le posate usate nella lavastoviglie.

«Sì?» mi giro verso di lei.

«Ma papà torna vero..?» mi domanda speranzosa.

«Ma certo che torna, piccola, non devi avere dubbi, conosci il tuo papà, non riuscirebbe mai a stare senza di te, poi domani starete tutto il giorno insieme, non sei felice?» le domando, spostandole una ciocca di capelli che aveva davanti agli occhi.

«Tantissimo, non vedo l'ora.» annuisce.

«Sai che facciamo ora? Finisco di mettere a posto qui e poi ti faccio due trecce, così per domani hai i capelli mossi mossi come piacciono a te.» le dico sorridendo.

«Mossi mossi come i tuoi?» mi chiede.

«Sì.» affermo, e lei mi sorride.

«Che bello, ci sto! allora mi risiedo qui e ti aspetto.» mi risponde, così annuisco.

Dopo neanche due minuti ho terminato di sistemare, così andiamo nella sua cameretta e la faccio sedere sul letto, mettendomi a farle due lunghe trecce.

Quando ho terminato, andiamo in bagno e la porto davanti allo specchio per fargliele vedere.

«Sono stupende.. grazie Megan.» mi dice, abbracciandomi.

«Di niente, Abby.» le sorrido.

«Ora vuoi dormire oppure ancora non hai sonno?» le domando.

«Vorrei fare la nanna.» mi risponde.

Così si sdraia ed io le rimbocco le coperte, sedendomi sul suo letto al suo fianco.

«Puoi aspettare qui finché non mi addormento?» mi chiede.

«Certo, piccolina.» le dico.

«Megan, non andartene mai.. io ho tanto bisogno di te, sei stata carina con me sin dal primo giorno, ti voglio tanto bene..» mi dice, lasciandomi spiazzata da tanta dolcezza.

Non sono abituata a ricevere affetto, questa bambina mi sta riempiendo di felicità, non è solo lei ad avere bisogno di me, ma anche io credo di aver bisogno di lei.

«No, Abby, non me ne vado. Ora dormi, sì?» le dico, facendole una carezza.

Lei annuisce e chiude gli occhi, ed io rimango lì con lei fino a quando non sono sicura che si sia addormentata.

Siccome non sono molto stanca e non mi va di dormire decido di andare in salotto a vedere qualcosa in televisione.

Giro i canali fino a quando non trovo un film che mi convinca.

Quando finisce, controllo l'orario, ed ormai è quasi mezzanotte, dove è finito Jackson?

Mi alzo per dirigermi in camera mia quando sento la porta aprirsi, così mi giro verso di essa e vedo Jackson, con un'espressione sconfitta sul volto.

«Oh Jackson, ciao.» lo saluto.

Cammina a passo svelto verso di me, e poi mi si para davanti, appoggiando le sue mani al muro, vicino alla mia testa, guardandomi senza ricambiare il saluto.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now