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megan's pov

Apro gli occhi lentamente, abituandomi alla luce che entra dalle finestre.

Dopo poco sposto lo sguardo, che va a finire su di Jackson, che mi guarda sorridendo.

«Buongiorno, piccola.» mi sussurra, facendo comparire un sorriso sul mio volto.

«Ciao.» gli rispondo con voce ancora assonnata.

«Vuoi dormire ancora?» mi domanda, ma scuoto la testa.

Ieri siamo andati a dormire abbastanza presto, e Avril ci ha svegliato solo un paio di volte.

Ed è andato sempre lui a farla riaddormentare, per far riposare me.

Si alza dal letto, guardandomi per qualche secondo.

«Vieni, ti preparo la colazione.» mi dice.

«Non devi.» gli rispondo.

«Ma voglio.» insiste, così annuisco, alzandomi e seguendolo.

Abigail ed Avril dormono, siamo solo noi due in cucina.

Mette l'acqua a scaldare per preparare due tè.

«Comunque..» si gira verso di me, per iniziare un discorso.

«Sì?» gli domando.

Guarda in basso, agitato.

«Jackson, a parole tue.» gli dico, vedendolo un po' in difficoltà.

Alza nuovamente lo sguardo su di me.

«Ora un bacio me lo merito, no?» mi domanda dopo poco, sorridendo leggermente.

Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia.

So che non è questo che vuole, ma mi va di infastidirlo.

«Sai che intendevo altro..» mi risponde.

«Sì, lo so.» gli dico.

«Ma sei tu l'uomo qui, prenditi quello che vuoi.» continuo poi.

Si avvicina a me.

«Posso?» mi domanda, ed annuisco.

Azzera le distanze, cingendomi la vita e avvicinandomi a lui, mentre io avvolgo le mie braccia attorno al suo collo, approfondendo il bacio.

Solo dopo mi accorgo che Abigail sia appena entrata in cucina, così mi stacco da Jackson che appena vede sua figlia fa una faccia sorpresa.

«Abby, buongiorno amore, ti va la colazione?» le domanda.

«Ma voi due siete fidanzati?» domanda, senza neanche rispondere a Jackson.

«Questo non ti riguarda, amore.
Quindi, hai fame?» le risponde, evitando la domanda.

Lei annuisce, così lui le mette il latte in una tazza e le prepara qualche fetta biscottata con la nutella.

«Meg..» mi chiama Abigail.

«Dimmi.» le rispondo.

«Oggi vuoi stare un po' con me?» mi domanda, guardando in basso, come se avesse paura di un mio rifiuto.

Ora c'è Avril che è più piccola di lei e più impegnativa, e ho paura che si senta trascurata, anche se non ci dice niente.

«Certo, appena hai finito di fare colazione ci prepariamo ed andiamo a fare shopping, che dici?» le domando, e lei annuisce sorridendo.

Sembrava che l'estate non arrivasse mai, le temperature rimanevano abbastanza basse, ma è da qualche giorno che si sono alzate, e non di poco.

Quando ho finito di fare la colazione, salgo al piano di sopra e mi vesto.

Indosso un paio di ciclisti neri e una maglia a maniche corte beige, mi trucco leggermente e lascio i capelli sciolti.

Poi Abigail mi raggiunge, così la vesto.

Le metto un paio di jeans corti bianchi con sopra una maglietta rosa, e i capelli glieli lascio sciolti.

Mentre Jackson si prepara, io cambio Avril, che dorme ancora.

Quando siamo tutti pronti, andiamo in garage e saliamo in macchina, diretti al centro commerciale.

Saranno almeno un paio d'ore che siamo qui dentro, Avril si è svegliata ma è tranquilla nella carrozzina, mentre Abigail sta finendo i soldi di suo padre in una sala giochi per bambini che sta all'interno del centro commerciale.

Mentre lei va sullo scivolo con le palline noi ci sediamo su un divanetto l'uno accanto all'altra.

«Ritornando a ciò che ha interrotto Abigail..» mi sussurra Jackson.

Mi giro verso di lui.

«Stasera, camera mia, io e te.» con poche parole riesco a capire cosa vuole intendere.

«E soprattutto quando le bambine dormono.» gli rispondo io, e lui ride leggermente.

Abbiamo passato più di metà giornata tra i vari negozi, abbiamo pranzato al centro commerciale.

Abigail è in camera sua che dorme, mentre Avril dorme nella sua culla nella camera di Jackson, che ultimamente sta diventando anche la mia, dato che stiamo dormendo insieme tutte le sere.

Penso che stia nascendo qualcosa tra noi due.

Vado in camera mia e indosso un pantalone della tuta grigio e un top a fascia bianco, e poi vado nella stanza di Jackson, che trovo in piedi.

«Hey.» dico entrando.

«Sono sfinita.» continuo poi, chiudendo la porta dietro di me.

Si avvicina a me.

«Ci penso io a farti rilassare.» mi sussurra all'orecchio.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora