17.

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megan's pov

Sono bloccata, dietro di me c'è il muro.

All'improvviso le sue labbra sono sulle mie, e si affretta a chiedere l'accesso con la lingua che io non gli nego.

Appoggio la schiena al muro e lui continua a baciarmi, la sua figura sovrasta la mia.

Vorrei fermarmi e andare nella mia stanza, scordandomi di ciò che sta accadendo, ma le mie gambe sono ancorate al pavimento.

Appoggia le sue labbra sul mio collo, iniziando a succhiare, provo a trattenermi ma un ansimo esce involontariamente dalla mia bocca.

Mi prende in braccio, mettendo le mani sotto al mio sedere, poi mi appoggia sul tavolo della sala da pranzo, dando il via ad una notte di passione.

Quando mi sveglio mi guardo intorno, sono nella camera di Jackson.

Mi prendo un attimo per osservarla, i colori prevalenti sono il blu ed il bianco, e lo stile è moderno, come il resto della casa.

Dopo poco, però, vengono a galla tutti i ricordi della notte precedente.

Le nostre labbra unite, i corpi caldi a contatto tra loro, gli sguardi e l'adrenalina.

Mi giro verso la mia destra e vedo Jackson con la coperta fino allo stomaco, che lascia intravedere i pettorali scolpiti.

I nostri occhi s'incrociano ed io mi mordo involontariamente il labbro.

«Credo sia meglio se tu vada nella tua stanza.» afferma.

«È stato solo uno stupido errore, Megan. Non accadrà più, ieri sera ero troppo arrabbiato per pensare lucidamente.» continua poi.

Senza dire nulla mi alzo dal letto, raccolgo le mie cose e mi vesto in fretta, per poi uscire dalla sua stanza.

Corro nella mia camera e chiudo la porta, sedendomi poi sul letto, passandomi le mani fra i capelli.

Non riesco a ragionare, mi sento così sporca e usata.

Mi alzo, decidendo di farmi una doccia, magari dopo una rinfrescata avrò la mente più lucida per pensare.

Lascio riempire la vasca fino all'orlo, e poi, dopo essermi spogliata, ci entro dentro, chiudendo gli occhi e rilassandomi.

Una volta fatto anche lo shampo, esco, avvolgendo il mio corpo nell'accappatoio.

Asciugo i capelli, pettinandoli in seguito.

Torno in camera ed apro l'armadio, prendendo un paio di leggings grigi, una felpa bianca e un paio di calzini del medesimo colore.

Poi mi sdraio sul letto, tirando un sospiro.

Sono caduta nella trappola.

Per una volta avrei dovuto seguire il cervello, ma non l'ho fatto, non ci sono riuscita.

Come farò ad evitarlo per tutto il giorno?

Mi sento una poco di buono, lavoro per lui e ci sono andata a letto alla prima tentazione, come una stupida.

Non sono riuscita a controllare le forti emozioni che ho provato durante questa lunga notte.

Dopo un po' decido di scendere a fare colazione.

Fortunatamente è presto e in cucina non c'è nessuno, non avrei sopportato l'idea di vederlo ed evitarlo, con i ricordi ancora vividi, impressi nella mente.

Mangio un paio di fette biscottate con la marmellata all'albicocca e bevo un the.

Quando ho finito ritorno nella mia stanza.

Ho dormito pochissimo e sono veramente stanca, non credo che oggi uscirò dalla mia camera.

jackson's pov

Non so come ieri sera mi sia solamente passato per la mente di fare una cosa simile.

Non voglio che si faccia strani film mentali, non sono neanche interessato a lei, non voglio una relazione.

Lei è solo la baby-sitter di Abigail, niente di più.

«Papà, sei tornato.» mia figlia mi corre incontro e mi abbraccia.

Così appoggio il caffè che ho da poco finito di preparare sul tavolino, e la prendo in braccio.

«Buongiorno amore di papà, dormito bene?» le domando.

«Sì, ieri sera Megan è stata tanto gentile con me.. come sempre.» al suo nome dei brividi invadono il mio corpo, ma cerco di far finta di nulla.

«Che avete fatto?» le chiedo.

«Ieri mi sono svegliata ad ora di pranzo, al pomeriggio abbiamo dato l'acqua alle piante e giocato a palla, poi mentre lei preparava la cena ho continuato a colorare l'album delle principesse che mi hai regalato tu, alla fine abbiamo cenato ed ha aspettato che mi addormentassi prima di uscire dalla mia camera.» mi racconta, ed io annuisco.

«Piccola, ma ti ricordi che dobbiamo fare oggi?» le chiedo, mettendola giù.

Lei scuote la testa.

«Dove ti avevo promesso che ti avrei portata?» le domando.

«Sulla ruota panoramica.» mi risponde.

La guardo e le sorrido.

«Oggi andiamo sulla ruota panoramica!?» mi domanda stupita, ed io annuisco.

Si attacca nuovamente a me come una cozza.

«Non vedo l'ora! Quando ci andiamo?» mi domanda.

«Oggi pomeriggio, conserva la felicità per più tardi.» le dico ridendo.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now