35.

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megan's pov

Sono in camera mia, e sto facendo il letto, ancora disfatto dalla notte precedente.

Ho la scorsa notte impressa nella mente.

Di là ci sono Jackson, Valentine, Avril e Abigail.

Sono distratta dai miei pensieri, quando improvvisamente sento qualcuno correre in camera mia, mi giro, e vedo Abigail in lacrime.

«Ei, che succede?» le domando.

«Tu sei c-cattiva.» mi dice singhiozzando e con il fiatone per la corsa che ha fatto per venire in camera mia.

Quelle parole arrivano come una pugnalata.

«Piccola, devi calmarti o ti sentirai male.» dico, abbassandomi alla sua altezza, dato che il suo pianto sta aumentando sempre di più.

Allunga le braccia verso di me, così la prendo in braccio e lei si stringe a me.

«Io n-non voglio che Valentine diventi l-la mia mamma, lei è c-cattiva con te..
Perché vuoi essere la mamma di Avril, ma non la mia?» mi domanda, spezzandomi il cuore.

Magari questa scelta dipendesse da me.

Ma io sono solo la sua baby-sitter, mentre Jackson è suo padre e Valentine e la sua fidanzata.

«Abby non posso essere la tua mamma, è complicato, a me piacerebbe, ma in questo momento non è possibile.» le dico, sedendomi sul letto tenendola sempre in braccio.

Le inizio ad accarezzare i capelli nella speranza che si calmi un po', e dopo una decina di minuti noto che si sia addormentata.

Dopo poco arriva Jackson con Avril in braccio che dorme.

Quella bambina è una vera dormigliona.

Ama dormire.

«Che succede? Ho visto Valentine dire qualcosa ad Abby poi è corsa qui.» mi domanda.

Mette Avril nella culla e poi si mette in piedi davanti a me.

«Megan perché hai gli occhi lucidi? E perché Abby ha tutto il viso arrossato come se avesse appena pianto? Puoi dirmi che sta succedendo?» mi domanda, cercando di mantenere la calma.

Mi alzo, scosto le coperte e metto Abigail sotto le coperte per non farle prendere freddo, e poi mi risiedo.

«È corsa da me in lacrime, non so cosa le abbia detto Valentine, ma mi ha detto che non vuole che diventi sua madre.» gli dico.

«C'è qualcos'altro Megan, non mi stai raccontando tutto.» mi risponde.

«Cosa vuoi sapere? Mi ha chiesto perché io voglio essere la madre di Avril ma non la sua.
Come se dipendesse da me, come se fossi io la cattiva qui, Abigail è l'unica qui dentro a cui importa qualcosa di me, e pensa che io sia cattiva.» gli dico.

«Non è l'unica a cui importa di te.» mi risponde.

«Vorresti dirmi che a te importa qualcosa di me?
O alla tua fidanzatina?» gli domando, leggermente alterata.

«Ma sai una cosa? Vaffanculo.
Mi sono stufata di essere sempre buona con tutti e soffrire e basta.
A nessuno è mai importato dei miei sentimenti.» gli dico.

«Sì, a me importa di te, se non m'importasse pensi che sarei stato tutta la notte sveglio a guardarti mentre dormivi? Per essere sicuro che stessi bene?» mi domanda.

«T'importava di me anche quando mi hai licenziato sapendo che non avessi molti soldi?» gli chiedo.

«A me non sembra che a te importi di-» sto per finire la frase, quando Jackson si avvicina a me e mi bacia.

Vorrei staccarmi, perché so che non è giusto, ma il mio corpo non si muove.

Dopo diverso tempo, per mancanza di fiato, ci stacchiamo.

«Non possiamo, Jackson.
Tu sei fidanzato, hai Valentine ed è mille volte meglio di me, non ha traumi ed è ricca.. e anche bella.
Non voglio rovinarti la vita.» gli dico, guardandolo negli occhi.

jackson's pov

Megan.

Megan ha sofferto troppo, e probabilmente io non sono stato molto d'aiuto, e per ciò mi sento in colpa.

Ieri, quando mi ha raccontato il suo passato, non ci volevo credere.

Lei è sempre così gentile ed educata con tutti, ma nessuno l'ha mai trattata come dovrebbe essere trattata una ragazza spettacolare come lei.

Non ha avuto né un appoggio materno, né paterno durante la sua adolescenza, eppure è più matura lei di tante altre ragazze della sua età.

Sposto lo sguardo sui suoi occhi azzurri, nei quali si può leggere tutta la sua sofferenza, se si è capaci.

«Anche tu meriti di essere felice.» affermo, ma lei scuote la testa.

«Io non credo.» mi risponde, con le lacrime che rischiano di uscire da un momento all'altro.

Mi avvicino a lei e la stringo a me, mentre inizia a piangere.

«Io non ce la faccio più, sembra andare sempre tutto male, sono sola.» mi sussurra.

«Sh, non ti lascio sola Megan, te lo prometto.» le rispondo.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now