11.

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jackson's pov

Questa mattina ho ricevuto una telefonata molto importante.

Sono state scelte le cinque migliori aziende riguardanti la moda, per ognuna un rappresentante si dovrà recare a Chicago, lì ci sarà una riunione in cui ognuno dovrà mostrare la propria presentazione, la migliore vincerà e i propri capi saranno spediti anche all'estero.

È un'occasione unica e non posso rinunciarci, se vincessi la mia azienda avrebbe una grande svolta e aumenterebbe ancora di più il guadagno.

Ho accettato immediatamente, senza neanche pensarci.

Quando tornerò a casa dovrò parlare con Megan, dovrà venire in viaggio con me e Abigail, così che potrà badare a lei quando io sarò assente, se sarà necessario le aumenterò anche lo stipendio.

Quando termino il mio lavoro sono ormai le otto di sera, così mi reco a casa mia.

Quando entro un buon profumino attira la mia attenzione, incuriosito decido di andare verso la cucina.

«Ciao papà!» esclama Abigail venendomi incontro ed abbracciandomi.

«Sai che Megan ha fatto le lasagne?» mi domanda sorridendo.

«Davvero? Allora vado ad appendere la giacca e torno qui, così potremo dire a Megan se sono all'altezza di quelle che faccio io.» mi giro verso Megan che ride lievemente e ricambio il sorriso.

Quando torno le lasagne sono già nei piatti, fumanti, aspetto un po' e poi inizio a mangiarle.

«Sono buonissime Meg! Sei proprio brava, lo sai?» si complimenta Abigail.

«Grazie Abby.» ringrazia lei.

Dopo cena vedo Megan che sta per uscire dalla cucina, ma la fermo.

«Posso rubarti due minuti?» le domando e lei annuisce.

«Sì, certo. Dimmi.» mi risponde.

«La prossima settimana ho un'importante riunione a Chicago, porterò Abigail con me, volevo domandarti se potresti venire e badare a lei quando io non ci sarò.» le chiedo.

«Pagherò io l'hotel, non dovrai fare nessuna spesa.» chiarisco subito.

«Okay.» mi risponde.

«Ma per quanto staremo lì?» mi domanda.

«Quattro giorni, solo per due giorni sarò impegnato con il lavoro, gli altri due possiamo usarli come se fossimo in una breve vacanza.» le spiego.

«Va bene.»

«Bene, arriveremo lì per domenica sera, ho la riunione lunedì e devo presentare il mio progetto martedì, per venerdì sera siamo di nuovo a casa.» riassumo brevemente, e lei annuisce.

«Ok, vado un po' a letto a riposarmi, a domani.» mi saluta.

«Ciao Megan, buonanotte.» le rispondo.

Dopo di che raggiungo Abby che trovo in sala, seduta a terra a giocare con le barbie.

Oggi a scuola è stata molto brava, ha aiutato un compagno in difficoltà e ha fatto pace con Ivy, la bambina con cui aveva litigato ieri.

«Amore, se vuoi giocare mettiti su una sedia, sul divano, sul tuo letto, anche sul tappeto, ma non a terra che non siamo in estate e se prendi freddo poi stai male.» le spiego, così si tira su e si siede sul divano che era poco distante da lei.

«Abby, ti va di andare a fare una bella passeggiata?» le domando.

A lei piace molto stare all'aria aperta, lo adora.

Annuisce freneticamente.

«Si papà, certo che mi va.» mi risponde alzandosi e lasciando i giocattoli sul divano.

«Allora andiamo un secondo di sopra che sei vestita troppo leggera.» affermo.

Così andiamo nella sua camera.

Sotto le lascio i semplici jeans skinny che già indossava e le tolgo la maglietta di cotone a maniche lunghe che indossava, prendendo una felpa più pesante.

Le prendo una felpa beige di Winnie the pooh e l'aiuto a metterla.

Poi ritorniamo giù, mettiamo le scarpe, la giacca ed usciamo di casa.

Mentre camminiamo lungo le vie della nostra città illuminate dai lampioni, le spiego del viaggio a Chicago che faremo la prossima settimana e ne è entusiasta, non vede l'ora di visitare questo luogo a lei sconosciuto.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Where stories live. Discover now