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Cico's pov

Ero in macchina che guidavo la mia bellissima auto rossa nel bel mezzo dell'autostrada. Siri mi dava le indicazione mentre io le seguivo il meglio possibile.

Non vidi l'ora di scrutare con i miei occhi la nuova città. Ero ansioso soprattutto perché il mio amico mi aspettava lì, davanti al mio nuovo appartamento.

Una sensazione che non si può provare ogni giorno... Ho dovuto abbandonare i miei genitori per andare nella nuova città. Ma ormai ero cresciuto e non avevo bisogno di loro.

Intravidi le punta dei palazzi della città in lontananza, solo un ponte separava me e lei.

Ero felicissimo, stetti in chiamata con il mio amico per tutto il viaggio e finalmente gli diedi la buona notizia.

«Davvero? Finalmente!»
Sospirò lui.

Sorrisi leggermente e mi avviai verso il ponte, Siri continuava ad indicarmi la strada ma ormai non ne avevo bisogno, dovevo solo trovare la via di casa dove mi aspettava il mio amico.

Premetti il bottone per far stare zitta quella vocina che mi continuava a parlare.

«Sono in città!»
Gioii fermando l'auto davanti al semaforo rosso.

Il mio amico mi diede le indicazioni e finalmente lo vidi seduto sul marciapiedi ad aspettarmi. Parcheggiai nel parcheggio, scesi e andai dal mio amico ad abbracciarlo.

«è da un botto che non ti vedevo...» Sorrise lui abbracciandomi.

«puoi dirlo forte»
Risi staccandomi.

Lui si girò e mi fece vedere il palazzo. «abitiamo nello stesso livello, sai?»
Rise lui.

«che piano?»

«Piano 14, poi devo raccontarti un botto di cose», continuò lui.

«vado a prendere le valigie e vengo», andai a prendere le valigie ed entrai insieme al mio amico nel grattacielo.
All'entrata una ragazza mi corse incontro ma, non sapevo chi fosse.

«Anna... Non-» Cercò di dire il mio amico.
La ragazza si chiamava Anna.

«volevo solo salutare il tuo amico!» Sbuffò, Anna, lasciandomi. «piacere! Anna»
Disse porgendomi la mano.

La strinsi. «Cico».

«piacere di conoscerti!»
Sorrise lei. Mi stava già simpatica.

«dopo mi spieghi tutto»
Sorrisi al mio amico che subito arrossì.

«ti mostro la tua camera! Siamo vicini!!!» Gioì la ragazza prendendo la mia valigia e si allontanò.

«fa sempre così?»
Chiesi al mio amico.

«Beh, a quanto pare...»
Disse grattandosi la nuca.

Dopo un po' entrammo nel mio appartamento, molto accogliente proprio come mi era stato detto e molto spazioso.

Era poco arredato, c'era giusto un letto con solo il materasso e dei comodini sparsi per l'appartamento. Mi dedicai ad arredarlo il giorno seguente visto che ormai ero sfinito, il mio amico mi aveva offerto la cena per festeggiare e così fu.

Come detto, il giorno dopo mi dedicai ad arredare il tutto, finito ciò si era già fatta l'ora di pranzo quindi decisi prima di farmi la mia solita camminata per vedere un po' i dintorni.

Misi i miei pantaloncini rossi, la mia maglietta nera senza maniche poco attillata, le mie calze nere e le mie scarpe da corsa. Andai in cucina e presi la mia borraccia piena d'acqua ed uscii.

Misi la mia fascia rossa anti sudore e decisi di andare alla mia destra.
Feci una leggera corsa e ogni tanto qualche ragazza mi fermava chiedendomi il numero, ma io non lo diedi a nessuno.

Sapete perché?

Perché ero Gay, molto semplice e veloce da dire.

Mi fermai vedendo qualcosa di insolito in un vicolo, mi sistemai e misi a terra la mia borraccia semi vuota.

Non entrai nel vicolo ma rimasi fuori a guardare quella raccapricciante scena tutt'ora impressa nella mia testa.

Una figura aveva sparato in testa ad un ragazzo, guardai il tutto con tranquillità e con nessun segno di spavento. Lo sapevo già che vivere qui avrebbe avuto il suo costo e anche il mio amico me lo aveva detto.

"«oh amico... Qui si concentra la Mafia, se vuoi stare, devi essere pronto per qualsiasi cosa.»" Quelle parole dette dal mio amico prima che io partissi per venire qui.

Beh, vedere una testa schizzare di sangue forse non è il massimo ma che vuoi che ci faccia. La figura armato era immersa nell'oscurità, una figura misteriosa per il cappuccio viola.

Si girò verso di me e mi guardo per qualche secondo per poi indietreggiare, scivolare e cadere a terra.

Feci una leggera risatina e subito egli portò il capo di lato alzandosi. Aveva le mani che tremavano con il sangue che colava dalle dita. Si girò e corse via, non sapevo dove portava questo lungo e buio vicolo.

Ma l'unica cosa che mi ha stupito è il fatto che lui non mi abbia sparato, non so... Forse aveva finito i proiettili o forse la figura era una ragazza che non resistette al mio fascino e scappò lasciandomi in vita.

Beh... Ha avuto i suoi buoni motivi. Certo che io però sono troppo attraente, ci credo che nessuna ragazza mi resisteva ma, volevo che anche qualche ragazzo provasse lo stesso.

Quel pomeriggio non feci altro che pensare a quella figura, era agile, misteriosa, violenta... Queste caratteristiche mi sono sempre piaciute. E se quella figura facesse parte della così detta "Mafia"?

Ah... La sera mi sdraiai e mi feci mille fantasie su quella figura. Ma alla fine mi addormentai consapevole che il mattino seguente dovevo andare a cercarmi un lavoro.

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MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora