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Jeff

«che tipo di microchip era?» Chiesi a Strecatto, dopo che si calmò un po': si era agitato incolpandosi di cose inesistenti.

Passai un'oretta piena ad ascoltarlo e comprenderlo mentre si confidava con me e mi fece sentire importante e utile. Mi cercava sempre quando aveva bisogno di parlare o sfogarsi sapendo che io lo avrei aiutato volentieri e, ogni tanto, mi sentivo responsabile... Quando mi parlava dei suoi problemi in amore non riuscivo a non rivedere mio fratello in lui, purtroppo morto ancora prima che io avessi accettato di lavorare con il Signor Strecatto.

Ecco perché cercavo di esserci sempre per il mio Capo, non volevo vederlo fare la stessa fine del mio piccolo fratellino. Lui fu troppo fragile e non resse il dolore, tutto quel peso che gli avevano inflitto al cuore lo consumarono lentamente fino a farlo marcire. Ed io tutt'ora avevo rimorsi: convinto di essere capace di togliere tutto il suo dolore per poi prenderlo io, pur di non vederlo soffrire.

Non ne parlavo mai con il Capo, lui sapeva solo che avevo un fratellino defunto.

Jim, nel mentre che io e il Capo stavamo parlando, portò Stella a dormire.

Sospirai non ricevendo risposta da parte del Capo.
«che tipo di microchip era?» gli richiesi, sta volta più dolcemente, ritornai alla realtà facendo un passo in avanti per avvicinarmi a lui.

«lampeggiava, penso fosse un gps» mi rispose tranquillizzandosi. 

«merda...» borbottai fra me e me passandomi una mano davanti la bocca sentendo la pelle ruvida sulle guance per il fatto che mi ero rasato qualche oretta prima che il Capo rientrasse in casa. E sì, usai il suo rasoio.

«avevi la pistola con te quando ti ho riferito i codici per il triangolo e la stanza delle armi, vero?» dissi, innervosendomi per come la situazione si stava degenerando.

«si» rispose secco.

«se quel chip era in grado di registrare le nostre conversazioni... siamo fottuti.» dissi stringendomi la radice nel naso con due dita: tutto ciò stava succedendo per una cavolata, non riuscivo ad accettarlo.

«possiamo semplicemente cambiare i codici, no?» disse lui, cercando di riacquistare la sua posizione ma la sua voce lo tradii in pieno.

«Si, Capo. Ma non possiamo fare finta di niente dopo questo.» gli dissi, consapevole che queste parole lo potevano ferire e infatti così fu.

«Non me ne fotte un cazzo, ok?» aggrottò la fronte il Capo
«Ho detto di cambiare i codici, punto e basta.»

«Sì, Capo. sarà fatto.» annuii.
«Stai più attento la prossima volta che lo incontri, forse ha intuito questo tuo lato sensibile» gli sussurrai all'orecchio prima di dargli una pacca rassicurante sulla spalla e ritornare in cucina per lavare i piatti.

Perché lavavo io i piatti? Beh, perché la signora che si occupava della casa venne cacciata dal Capo. Motivo? Semplice: "Così, perché sì." erano le esatte parole che aveva pronunciato il Capo, forse un po' scontroso.

Il resto della giornata passò in fretta ed io rimasi ancora un po' dal Capo prima di rincasare. Anche se adesso mi sentivo a casa anche qui, sotto il tetto della casa del Capo.

Invece di poltrire decisi che fosse più maturo andare a cambiare i codici adesso. Lungo il mio cammino oltrepassai la stanza da letto del Capo e, tornando indietro, bussai leggermente contro il legno scuro della porta.

«Si?» rispose il Capo da dentro la stanza, la sua voce raggiunse le mie orecchie in modo coperto.

«Capo, è permesso?» chiesi poggiando la mano sulla maniglia, pronto ad abbassarla se avessi avuto il permesso.

«Sì, è aperto.» rispose secco dall'altro lato.

Aprii la porta e vidi il Capo mezzo sdraiato sul letto: era poggiato con la schiena contro il morbido cuscino della spalliera, le sue ginocchio piegate parzialmente contro il suo petto mentre fra le mani teneva il tablet.

«Come ti senti adesso?» Gli chiesi mentre osservavo con molta attenzione la stanza che mi circondava per assicurarmi che tutto fosse al suo posto.

«bene.» borbottai lui, sempre con quel suo tono asciutto e imbronciato.

«Lo spero perché ho appena ricevuto un invito da parte dello Chief: ti sta invitando ad una sua solita festa» Sorrisi sperando di rallegrarlo un po'.

Lui scattò proprio come un gatto che aveva appena sentito la parola "pappa". Si alzò di seguito poggiando il tablet sul comodino affianco e in un rapito movimento si piazzò di fronte a me.

«Giura.» Disse guardandomi dritto negli occhi con uno sguardo che avrebbe dovuto intimorirmi ma non lo fece, giustamente. Anzi, lo trovai al quanto carino da parte sua comportarsi scontroso come se non fosse ovvio che avesse pianto, lo dedussi dai suoi occhi arrossati e le lacrime secche sulle sue guance.

«Giuro» Sorrisi dolcemente accarezzandogli i capelli in modo tale da non scompigliarli troppo.

Lui scacciò la mia mano dai suoi capelli comportandosi in modo scontroso e disse: «Non sono un cane che puoi accarezzare.»

Sospirai pesantemente prima di tirar fuori un bigliettino di un colore tra un rosso scuro e bordeaux e porgerlo al Capo.

«È domani sera, l'abbigliamento è elegante come al solito.» gli dissi osservando il modo in cui si rigirava il biglietto fra le mani.

[...]

La mattina seguente raggiunsi la casa del capo il più presto del solito dato che volevo assicurarmi che fosse tutto apposto, un po' anche perché mi ero svegliato presto.

Appena entrai in casa venni travolto da uno strano odore di bruciato proveniente dalla cucina, mi affrettai ad entrai e vidi il Capo che stava avendo difficoltà a preparare dei pancake. Ma non fu l'unica cosa a sorprendermi: c'era pure stella che con una mano puntava sui pancake mentre con l'altra aveva afferrato il tessuto dei pantaloni del pigiama del Capo, la trovai una scena molto carina.

«Qualcuno ha dormito male, mh?» dissi notando le occhiaie sul volto del Capo che si limitò a darmi un'occhiata prima di ritornare al suo macello.

«Jeff! Stre non sa preparare i pancake!» Stella si affrettò a dire non appena percepì la mia presenza subito dopo essermi venuta incontro per abbracciarmi.

«oh, davvero? A quanto pare qui qualcuno ha bisogno di un corso di cucina su come preparare dei semplici pancake» Dissi facendomi scappare un sorrisetto sapendo di star stuzzicando il Capo che mi guardò malissimo, oltretutto.

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MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Where stories live. Discover now