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Cico's pov

Ritornai a lavoro e dovevo ammettere che non facevo nulla a parte girare per le celle e parlare con qualche carcerato simpatico o pazzo mentale.

Mi ero appena seduto mentre aspettavo il caffè pronto dalla macchinetta. Appena lo presi mi chiamarono in stazione.

Sbuffai.

Presi il caffè lungo e lo bevetti in fretta per poi buttarlo nel cestino, mi sistemai la cintura e mi avviai.

«Tobbi, hanno bisogno di lei su una scena del crimine» mi disse la donna dietro il bancone.

«come scusi?» dissi sconvolto.

Lei si sistemò gli occhiali scivolati per poi guardarmi. mi sentivo giudicato.

«le chiavi dell'auto della polizia, la Jeep contiene già tutto quello che serve» mi lanciò le chiavi della Jeep e quindi mi avviai insieme ad altri miei colleghi.

Arrivai dopo neanche 10 minuti.

Scesi e mi avvicinai ad un mio superiore che stava leggendo dei documenti davanti un corpo morto di una donna.

«eccomi»

Lui alzò lo sguardo guardandomi, mi sorrise e disse: «mi serve che tu vada a controllare in fondo al vicolo, qualsiasi cosa ti serva, basta che chiami»

Feci come mi disse, mi accorsi poi che questo era lo stesso luogo in cui incontrai quel personaggio goffo.

Accesi la torcia, era ancora giorno ma nel vicolo c'era fin troppo buio.

Iniziai a guardarmi attorno finché non vidi una scia di sangue farsi avanti nell'oscurità.
Misi la mano sulla pistola, pronto a tirarla fuori.
Avanzai lentamente muovendo con calma la torcia. Mi ritrovai ad osservare con molta attenzione una parete che ai piedi mostrava una piccola piazza di sangue, come se qualcuno si fosse fermato allungo in questa zona. Misi un cartello, il secondo, il primo lo avevo messo dove iniziai a vedere il sangue. Arrivai in fondo, quasi, trovando a terra un coltellino sporco di sangue. Misi anche lì il cartellino, mi accucciai affianco pensando. Forse c'era stata un'altra vittima, era strisciata e qui si era tolta la lama conficcata non so dove? Impossibile... i movimenti non avevano senso, sul manico del coltello allora ci sarebbe stata l'impronta della vittima? O dell'assassino?
Mi alzai spolverandomi le mani, sospirai.
Mi pietrificai appena sentii la ricarica di una pistola, poi, qualcosa di freddo e duro appoggiarsi contro la mia schiena.

«non ti muovere.» disse la figura.

«e chi ha detto che lo faccio» ridacchiai alzando lentamente le mani.

Mentre facevo questa azione, la figura mi prese la pistola dalle mani per poi puntarmela sul fianco.

«le fa ancora male, agente?» picchiettò la mia pistola proprio dove avevo la cicatrice.

«dovrebbe?»

«lasci che prenda ciò che mi appartiene e facciamo come se nulla fosse accaduto, che ne dice?» ricaricò anche la mia pistola.

«io? Cosa ne penso io?»

«sì, agente, proprio lei.»

«io dico che...» mi fermai.

Mi girai di scatto facendo in modo che lui sparasse al vuoto, riuscii a buttarlo a terra con pancia contro il pavimento.

«...è l'ora che vai dove meriti di stare. »

Gli presi i polsi bloccandoli dietro la schiena, mi accucciai sopra di lui guardandolo fiero mentre lui teneva un espressione abbastanza irritata.

«vengo volentieri ma solo se c'è NERINO!»

Rimasi un attimo sconvolto ma poi spalancai gli occhi quando ricevetti un proiettile sulla spalla del braccio destro, con la quale lo tenevo fermo.

«MERDA!» urlai mettendo la mano sulla spalla sanguinante.

Il ragazzo sotto di me mi spinse via facendomi cadere affianco a lui.
Lui si alzò, si spolverò tranquillamente i vestiti, mise in tasca la mia e la sua pistola sorridendomi subito dopo.

«è stato un piacere incontrarla, la ringrazio anche per il regalo, ma adesso dovrei veramente togliere il disturbo...» disse finto dispiaciuto «mi dimenticavo! Il mio coltello preferito~» raccolse il coltello e il cartello.
Venne verso di me saltellando e mi mise affianco il cartellino.

Si accucciò vicino a me e iniziò a frugare nelle mie tasche.

«non hai penne?» mi chiese triste.

«no ma...» preparai il pugno con l'altra mano tirandogliela in piedi viso. «...questo sì»

Si sedette tremando, forse glielo avevo tirato troppo forte.

«N-NERINO!» Disse balbettando ma ad alta voce.

«e chi è questo "nerino"? La tua spalla che ti aiuta quando sei nei guai?»

«stia zitto! Sei è un figlio di puttana! Ha visto cosa ha fatto?! Ma che razza di agente sei! Non siamo in america!» disse irritato.

«lascia che ti aiu-» non feci in tempo a finire la frase che sentii qualcosa colpirmi dritto in testa.

«MA CHE CAZZO FAI?! TI AVEVO DETTO DAPPERTUTTO MA NON IN TESTA!» urlò il ragazzo.

«s-scusa! M-Ma ti ha picchiato!» una voce così dolce e sottile... era una bambina.

Non feci in tempo a reagire che mi ritrovai a cadere a terra, socchiusi gli occhi e vidi il ragazzo ed una bambina andarsene.

Presi velocemente il piccolo aggeggio e chiamai subito il mio collega.

«venitemi a... soccorrere... mi hanno-» mi fermai tossendo «a-agredito...».

«resista Signor Tobbi! Stiamo arrivando!» sentii dall'altro capo.

Mi lasciai andare lentamente appena sentii dei passi veloci e le voci dei miei collegi farsi sempre più forti.

MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Kde žijí příběhy. Začni objevovat