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Cico

Si era formata un'atmosfera imbarazzante.

Non riuscivo più a vedere Cold come prima.... Cioè.. oh cazzo! In camera mia?! Proprio in camera mia?

Ero così sfuso e frustrato che non riuscivo ad avere pensieri sulla norma... Non ci capivo più nulla.

«Cico, possiamo parlare?» mi chiese guardando il tavolo, mi sembrò al quanto imbarazzato(e ci credo)

«e di cosa? Te l'ho già detto. Poi non c'è niente di cui parlare ormai...» mi passai una mano fra i capelli. «Ma Cold... cazzo, fai sul serio?» alzai un po' la voce contro di lui.

Non riuscivo proprio a crederci: Lui e Alessandro? Ma anche no!

«Cico, ascoltami.» disse avanzando lentamente e guardandomi negli occhi «Io non so cosa tu abbia compreso ma non è come pensi tu.» mi sottolineò. «secondo te vado a letto con una persona che ti piace? Per non parlare che oltretutto è pure un ragazzo! Ma Cico, arrivaci» mi disse agitato.

Era ovvio che era agitato: aveva paura che io gli voltassi le spalle.

«avevi una pistola in mano, sbaglio?» cambiai argomento.

«si...» mi rispose a testa bassa.

«perché.»

«perché...-! Ha iniziato lui! Ma non mi crederai mai se ti spiegassi tutto dai principi!»

«e spiegamelo!» alzai di nuovo la voce.

«potremmo prima sederci? Sai...» borbottò.

Sospirai stanco e andai a sedermi, lui si sedette di fronte a me.

«parla» dissi semplicemente poggiando la bottiglia sul tavolo.

E calò il silenzio. Perché non parlava? Non sapeva che dire?
Perché non mi diceva le cose come stavano?

«Cold» sospirai guardandolo con sguardo serio «Dimmi le cose come stanno, non... non mi arrabbio, promesso»

«non posso dirti la verità...» si mise una mano davanti alla bocca. «Cico, io veramente non posso» abbassò lo sguardo.

«Perché?» insistetti.

Lui scosse semplicemente la testa.

Mi sentivo così strano: era la prima volta che Cold si comportava in questo modo. Di solito non aveva paura di raccontarmi la verità, parlava e basta anche se sapeva che la verità avrebbe fatto male.

«l'ho fatto per te» mormorò passandosi la mano in faccia e rimettendosi con la schiena contro lo schienale.

«per me?» mi lasciai scappare un sorrisetto «adesso spari anche cazzate? Cold, che ti è preso?» strinsi i pugni.

«scusami» voltò il viso di lato coprendola con una mano.

Come se... come se non voleva che io vedessi la sua faccia.

«vattene.» mi morsi il labbro: era così difficile essere duro con lui.

Si scusò di nuovo e appena sentii la sua voce capii che qualcosa non andava.

«Cold, guardami.» gli ordinai. «è un'ordine.» specificai.

Lentamente voltò il viso verso di me: vidi i suoi occhi pieni di lacrime.

«Cold?» borbottai stupito.

Non capivo se stesse recitando da vittima o se veramente c'era qualcosa che non andava.

«Cold. Guardami e dimmi la verità: cosa è successo?»

«non posso andarmene, lasciami rimanere» riabbassò lo sguardo.

MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Where stories live. Discover now