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Cold

Un brivido percorse tutto il mio corpo e per qualche ragione la mia mano iniziò a tremare: feci subito cadere la pistola.

Provavo a liberare anche l'altra di mano mentre con le poche forze che mi rimanevano guardavo Cico: mi fissava il volto. Vedevo i suoi occhi tremare e ciò mi aveva dato una fitta che mi aveva colpito dritto al cuore.

Non riuscii a parlare, sentii la voce mancarmi e le uniche forze che rimasero in me le sfruttai per guardare Cico.

Girai la testa verso Alessandro: aveva uno sguardo perso ma subito dopo avermi visto guardarlo mi sorrise.

«vuoi unirti?» furono le parole che uscirono da quella maledetta bocca di Alessandro.

Lo guardai perplesso: veramente lo disse? Perché?

Lentamente allentò la pressione data sul mio collo permettendomi di respirare.

Non riuscii a realizzare, ero.. perplesso.

«no» rispose Cico e dopo quelle parole strinsi le spalle, «io... scusate» borbottò lui e richiuse la porta.

Mi aveva lasciato da solo? Se ne era andato? Non mi avrebbe salvato? Non voleva aiutarmi? Perché.. perché?

Alessandro riprese la pistola e me la puntò in fronte.

Ero terrorizzato. Non capivo più nulla.

«è stato bello finché è durato» sbuffò lui.

«possiamo parlarne..» mormorai. «Cico ti odierà se lo fai» cercai di trovare una scusa.

«e con ciò?».

Non seppi più che dire. Ebbi un nodo in gola.

Premette il grilletto: un suono vuoto.

Un suono vuoto che non seppi descrivere: ero morto?

Mi sentii vuoto e un dolore fortissimo mi colpì dritto al petto.

«Non ci sono colpi dentro, piccolo» mi diede un bacio a stampo.

Poi buttò la pistola per terra, lontano da noi.

Ritornò a me: il suo sorrisetto era ancora cucito sulle sue labbra.

«perché..» borbottai riportandomi una mano davanti alla bocca.

Mi sentii così strano, una sensazione nuova parve colpirmi.

«dopo gli parlerò». Sbadigliò. «oh e... la tua ragazza sembra molto carina, sai?» sorrise.

«cosa?» balbettai.

Come sapeva di lei? Sapeva come era fatta? Era in pericolo? E se adesso le fosse successo qualcosa?

«è carina, ho detto.» mi accarezzò i capelli prendendone alcune ciocche e guardandole con attenzione «molto giovane, oltretutto» li lasciò.

«e come fai a sapere di lei?» mi ricomposi.

«beh...» abbassò gli occhi «lo hai ancora duro, non vogliamo risolvere? Ti faccio un pompino veloce, dai, allarga ancora un po' le gambe» mi lasciò anche l'altra mano.

«No!» cercai di scacciarlo mentre lui si andò a intrufolare con la testa nelle mie parti basse. «Che schifo, smettila» lo supplicai consapevole che ora come ora non sarei stato in grado di levarmelo di dosso.

«scommetto che anche la tua ragazza te ne faccia uno qualche volta, no? O non siete in queste cose?» mi guardò mentre con una mano lo tenne fermo.

Sì, aveva ragione. Ma ciò non significava che lui potesse farlo senza il mio consenso.

MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora