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Cico

Mi ero seduto in macchina e l'avevo messa in moto mentre cercavo nel cassetto sotto il volante.

Merda... avevo messo qui quel aggeggio!
Appena lo trovai, fui così felice che feci per alzare la testa ma sbattei contro il volante.

«E CHE CAZZO!» sbottai.

Pensieroso pensai a quali cifre digitare.
Sembrava un telefono vecchio, con i bottoni per i numeri e lo schermo ino. Ma non era così, era un telefono unico e creato appositamente da me ma... un po' di contributo dal mio assistente, un po'!! Ma non ero l'unico ad averlo, esso era, oltre al fatto che essere collegato ad altri telefonini dati ai miei cari dipendenti o impiegati... quello che volete! Era unicamente e ripeto, UNICAMENTE nelle mani dei miei impiegati a cui io personalmente ho dato. Ovviamente quello loro era parecchio diverso ma sempre io lo avevo progettato, loro con quello potevano ricevere le miei chiamate e il loro numero di telefono erano le cifre che componevano la loro posizione dove lavoravano.

La struttura, anche essa progettata dallo sottoscritto, era composta: tre piani su e cinque sottoterra. 
Ogni piano era diviso per lo specifico lavoro, escludendo il primo e il secondo piano sotto terra che era erano divisi il quattro, quindi in un piano
c'erano due lavori diversi e idem con il secondo.

Digitai sul telefonino il numero della sua postazione: 13-C.
E cosa stava per "C"? Esattamente l'iniziale di Cold, il mio assistente non c'è impiegato(solo quando di lui non avevo bisogno). Ma ciò non era valido per tutti, la lettera aggiunta era solo per quelli di cui ero sicuro di ricordarmi.

«Chief Red in ascolto, parla.» dissi appena Cold accettò la mia chiamata.

«ah... Chief, è una situazione critica qui, riusciresti a farci un salto? Tuo pad- volevo dire! Il signor Tobbi vorrebbe vederti...» sentii in sotto fondo la voce di mio Padre.

«mio padre?» chiesi anche se la risposta la sapevo già.

«si...» sospirò.

«è da solo qualche mese marcio che me ne sono andato! Che c'è adesso?»

«ha detto che ti vuole qui» disse diretto.

«digli che sono per strada e che arrivo» riattaccai.

Appena la chiamata terminò rimisi le stesse cifre ma sta volta per localizzare la sua posizione col tasto fatto apposta.

«Siri, localizza questa posizione» dissi puntando lo schermo del telefonino sul display per permettere a Siri di vederlo.

«sono spiacente, nessun fast food nelle vicinanze.» mi rispose.

«No, Siri! Ho detto, LOCALIZZA questa posizione.» dissi scandendo la parola chiave.

«okay, posizione trovata. Segui la linea blu per arrivare a destinazione, un chilometro alla rotonda»

«grazie Siri..» sospirai.

«settecento metri alla rotonda»

«avevo capito, grazie.» dissi a dentro stretti con gli occhi sulla strada.

Appena fui vicino la rotonda, rallentai per vedere quale cartello mi indicasse al ponte.

«alla rotonda, prendere la terza uscita»

«Siri, zitta.»

«spiacente. Questo ordine non è presente nel mio sistema.»

«ma vaffanculo!» sbottai diventando poco rosso e piangente perché pure una donna non reale riusciva a ritorcermi contro ciò che dicevo.

[...Dopo un ora...]
{Luogo: C.A.B., XXX}

Appena scesi dall'auto un'aiutante arrivò subito al mio fianco per aiutarmi, probabilmente mandata da mio padre.

«riesco anche da solo.» cercai di sorriderle, era anche molto carina e gentile...

«come desidera, Sig. Red.» mi fece un leggero inchino di rispetto per poi avanzare verso la struttura.

Presi il mio TELEFONO e chiamai Cold dal suo personale.

«Coooooold~» dissi appena rispose camminando a passo lungo.

«Chief, c'è qualcosa che non va?» mi rispose, ovviamente perché avrei dovuto chiamarlo dal suo personale quando gli avevo dato il TinyPhone? Si! Quel aggeggino di mia creazione lo avevo nominato così.

«no, è solo che mi annoio, perché l'anziano ha mandato n'a donna ad aiutarmi? Non penso che mi pesi il cazzo per la quale io abbia bisogno di una mano» dissi facendo un sorriso affettato.

«ma-! Cico, ma ti senti? Ti sei bevuto qualcosa mentre venivi qui?» disse scaldandosi. «ti vedo che sei nei parcheggi con quel sorrisetto storto da arrogante menefreghista.».

Ero abbastanza lontano dall'edificio e mi sorprese il fatto che era riuscito a vedermi, anche se la struttura era vetrata dal fuori era oscurata.

«com'è che adesso ti permetti di chiamarmi per nome, mh? Ti ricordo che sono il tuo capo, Coldino... ah, non ti scaldare, non ti dona» dissi lasciandomi andare in una risata dopo averlo sentito lamentarsi. «parlando d'altro, ti sei allontanato dal vecchietto per parlarmi così?» dissi senza togliermi il sorriso dalla faccia.

«ovvio, Chief, ma anche se non fosse non dovresti rivolgerti al sig. Tobbi così! È tuo padre...».

«mh... e da quando lui ha i comandi? Se me ne vado non significa che lui possa dare gli ordini, sono sempre io il capo qui.» dissi esasperato con la mia improvvisa voce sibilante per come tenevo i denti stretti.

«uff... non lo sappiamo, è arrivato qualche settimana fa così, si è seduto comportandosi da capo e ha iniziato a darci ordini...» disse sospirando «si capisce che sei suo figlio» disse borbottando pretendendo che io non lo avessi sentito.

«sto entrando.» dissi riscaldandomi.

«mh? Ti ho fatto arrabbiare? Chief Red?» fece finta di niente.

«prima caccio via quel vecchio culo e poi vedo cosa farne di te» dissi salendo le scale con furia.

«pfft-» lo sentii a filo.

«NON RIDERE!» sbottai fermandomi al secondo piano attirando l'attenzioni di alcuni miei impiegati che riconoscendomi iniziarono a salutarmi. «fai bene a tacere.» borbottai riattaccando.

«Chief Red! Da quanto tempo!» Esclamò una ragazza avvicinandosi a me e stringendomi la mano, non era una donna qualunque, era la responsabile della sezione dei rintracciamenti. «la C.A.B. era perduta senza di te» mi baciò sulla guancia.

«ah! Non esageriamo adesso» le strinsi la mano sorridendole. «avrei dei lavori urgenti da sbrigare, passami tutte le novità via messaggio» le baciai la guancia e me ne andai, dritto verso il MIO ufficio. NON QUELLO DI MIO PADRE!!

Solo al pensiero che lui poltriva sulla mia sedia.. LA MIA SEDIA!

MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora