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Cico's pov

Come avevo pensato, il mattino seguente andai alla centrale di polizia.
E perché lì? Perché nella città dove vivevo prima di venire qui feci il poliziotto.

Il mio amico mi pregò di cercare un lavoro meno rischioso.
«sai quanti poliziotti ci sono morti? Non lo fare Cico... Ascoltami per favole»
Le parole del mio amico continuavano a rimbalzare nella mia testa mentre andavo nella centrale.

«sono il signor Cico Tobbi»
«oh! Lei... È sicuro della sua scelta?»
«Certo»
Non esitai poiché un obbiettivo era già posizionato nella mia lista delle cose da fare.

«Beh, potrà già iniziare da domani!»
Ah... A quelle parole non risposi, stupido che sono ero immerso delle mie idee.

«Agente?»
«oh! Si... La ringrazio»
Imbarazzato me ne ritornai a casa.

Non capivo cosa mi passava per la testa... Ma la figura maldestra che vidi, mi incuriosii. Non lo raccontai al mio amico ne ad Anna, la presunta ragazza del primo.

Appena tornai a casa mi sedetti davanti alla scrivania con obbiettivo chiaro. Dovevo scoprire chi fosse quella figura.
Non parlai di lei al mio amico ma cercai da lui delle informazioni.

«Mh? Certo, il capo della Mafia è una persona che raramente si fa vedere anche perché è consapevole che se lo beccano è morto.» Mi informò il mio amico.
«e le poche volte che si è fatto vedere?Com'era?»
Chiesi curioso.

«È un ragazzo sulla ventina, di solito indossa un cappuccio o un velo che gli copre da testa fino alla caviglia. È agilissimo ed è quasi impossibile beccarlo»
Concluse lui.
Ma poi mi guardò.
«e... Perché lo volevo sapere?»
«oh, ero curioso»
Risposi sincero lasciandogli un sorriso.

Ripensai a quando inciampò all'indietro vedendomi, chissà cosa aveva per la testa... Oh, sicuro la vittima aveva un proiettile. Forse non dovevo scherzarci...
Mi scrissi tutte le informazioni su un quadernino.

Andai a lavoro tranquillamente, dovevo solo controllare le telecamere ed andare un po' in giro a dare un'occhiata. Una volta decisi di andare il quel vicolo dove vidi la figura maldestra ma egli non c'era. Era sera e stavo ancora lavorando quindi decisi di dare un'occhiata.

Presi la mia pila e misi la mano pronta per prendere la pistola in mano.
Accessi la pila e avanzai lentamente cercando di non abbassare la guardia. Sentii un rumore alle mie spalle e subito mi girai con la pistola e la pila puntata sul rumore.

Vidi un micetto seduto su uno scatolone.

«pts... È solo un gattino-»
Senza volerlo abbassai la guardia e sentii una mano toccarmi la spalla. Mi girai e colpì con il ferro della pistola dritto in testa alla figura.

«AH! AGENTE!»

«oh merda...»

Era un ragazzo che per colpa della botta in testa, cadde a terra.

Mi abbassai e subito cercai di fermare il sangue che usciva dal lato della testa del ragazzo.

«ma che ci facevi qui a quest'ora!»
Dissi fasciandogli la testa poco dopo che il sangue diminuì. Lo aiutai ad alzarsi e lui subito mi abbracciò.

«oh agente! Ho perso il mio gattino... Mi aiuterebbe a cercarlo?»
Aveva una voce così... Finta, sì, finta.

Lasciai perdere e lo aiutai.

Il gatto scomparso era proprio quello che vidi sullo scatolone.

«grazie agente! Come la posso ringraziare?»

«innanzitutto cosa ci fai in giro a quest'ora... Secondo di tutto, non c'è bisogno di nessun ringraziamento, è il mio lavoro» Mi vantai.

«ehm... Agente, sono maggiorenne-»

«MH?» dissi guardandolo spalancando gli occhi e sorridendo incredulo.

«oh agente... Lei è così...»
«bello, forte, muscoloso, intelligente, veggente e...»
«sciocco.»
«mh? Come sarebbe a dire?»

Quel ragazzo mise giù il micetto e si avvicinò a me prendendo la mia collana e tirandola in modo tale da farmi abbassare alla sua altezza.

«Lei agente... È sciocco» disse scandendo bene le parole. Sentii qualcosa trafiggere il mio fianco. Presi per il collo il ragazzo e lo portai con la schiena contro il muro.

«agente... Cosa fa...?» Disse facendo il finto tonto.

«Sei in arresto.» presi le manette e feci per mettergliele.

«oh! Che paura!» Finse di spaventarsi.

Mi tirò un calcio sui gioiellini ed io d'istinto portai le mani lì. «AH! IL MIO CAZZO!» urlai.

Sentì una risatina da parte sua. «Lei è così divertente... Quasi mi dispiace porre fine alla sua dolce vita...»

Sta volta risi io alle sue parole. «porre fine? Ma fammi il piacere» Mi rimisi in piedi e feci sbattere contro il muro il ragazzo che sobbalzò per il colpo improvviso. «dunque...»

Gli presi i polsi e li bloccai sopra la testa. Vidi che aveva in mano un coltello pieno del mio sangue.

«pensa veramente che sbattermi contro il muro serva a qualcosa?» Sorrise lui guardandomi ingenuamente.

«sei vergine, piccolo?» Gli chiesi, così, a caso.

Lui spalancò gli occhi e mi guardo arrosendo. «cosa? Che schifo!» Balbettò dimenandosi.

«devi ripagare il calcio...» Dissi portando le labbra sul suo collo. Lui mi diede un altro calcio sulle palle ma io cercai di resistere e gli baciai il collo.

Lo feci per stuzzicarlo, non so se poteva funzionare ma lo feci. Gli feci un succhiotto in bella vista e mi staccai con gli occhi pieni di lacrime. Mi faceva un botto male il cazzo per i calci che mi diede per dimenarsi.

«lei è pazzo!» Balbettò riuscendo a fuggire dalle mie grinfie. Si allontanò da me e si girò per poi inciampare e scappare zoppicando.

«Avrò la mia vendetta, agente! La avrò!» Urlò in lontananza per poi sparire nell'oscurità.

MAFIA: lo sparo [Strecico/WGF]Where stories live. Discover now