GRUPPO

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-"Dovresti andare da Olivander e cambiare bacchetta, Helena."

Mi ero ripromessa di non creare scompiglio, di non dare spettacolo, ma Albus, nonché preside di Hogwarts, stava decidendo di farmi perdere le staffe in Sala Grande, davanti a tutti.

-"Questa è la mia bacchetta." tenevo quella di sambuco stretta tra le mani -"E non la cambierò."
-"Non può essere di tua proprietà, quella." bisbigliò, a denti stretti, per non farsi sentire.
-"È mia da quando sono piccola. Mi è stata donata, da mio padre." scandii bene le ultime parole.

Dovresti saperlo, avrei aggiunto.

-"Perciò, non andrò da nessun fabbricante di bacchette. Non voglio essere scelta da nessun'altra bacchetta perché ne ho già una."
-"Potresti perdere il potere della bacchetta se qualcuno ti disarmasse." adesso Albus usava un tono irritato quanto il mio.
-"Perché non ci provano." sogghignai -"È legata a me, da molti e molti anni. E credo che tu sappia abbastanza cose riguardo questo ammasso di legno per esserne così preoccupato." raddrizzai le spalle -"Quelle cose le so anch'io, per tale motivo non mi servirà un'altra bacchetta. Discorso chiuso."

Sembrava un dialogo padre e figlia. Ma Albus non era nessuno per me.

Gli voltai le spalle, e solo all'ora mi accorsi del silenzio in sala. Mi accorsi dei bisbigli degli studenti, e delle loro facce giudicanti.
Cercai di non curarmene. Cercai.

Ero già pronta per scendere i grandini del palchetto principale per dirigermi verso la casa serpeverde, o meglio, la mia casa, ma Albus mi trattenne.
Anzi, cercò di disarmarmi.

La Sala Grande fletteva diversa luce, ciò significava che potevo vedere anche il suo di riflesso. Notai il suo movimento e fui io a disarmarlo.

Notai scalpore e disgusto tra gli studenti e professori. Albus era il preside. Non sapevo ancora se fosse una persona rispettabile, ma considerato la reazione di tutti, dedussi che lo fosse.
Ma per me, Albus, era una persona che mio padre amava, un tempo. Era la persona che aveva contribuito alla sua cattura.
E se pensava di poter usare la sua autorità su di me, si sbagliava. Perché come ero arrivata in Inghilterra, me ne sarei tornata da dove ero venuta.
Non avevo chiesto io di trasferirmi ad Hogwarts. Lui aveva proposto e io accettato.
Ma ci sono cose che non accetterò mai.

Mi voltai, verso la sua direzione, lentamente.
Quando tornai a guardare i suoi occhi azzurri, il suo sguardo era quasi indecifrabile.
Sapevo che avevo perso il controllo, sapevo che avevo esagerato e messo lui in una brutta situazione.
Sapevo che quelle mie azioni avrebbero portato conseguenze, ma il tasto Gellert Grindelwald, era difficile da affrontare per me.

Ma forse, quel tasto, era difficile anche per Albus.

Le lancette scoccavano minuti. Minuti in cui il preside mi guardava e io guardavo lui.
Infine decisi di... respirare.

Le mie Mary Jane ticchettarono sul pavimento. Mi abbassai, piegando le ginocchia perché la gonna della divisa non era lunga come quelle che mi aspettavo, e presi la sua bacchetta da terra.
Mi alzai e sentii anche il mio cuore ticchettare dopo essermi ritrovata di fronte a quell'uomo. Poi trovai il coraggio di parlare, come lo avevo trovarlo per disarmalo.

-"È l'unica cosa che mi resta di lui. Oltre le lettere. Non portarmela via..." sussurrai, sperando che capisse.
-"Ti scrive?"
La sua domanda improvvisa mi sorprese, ma sorprese più lui, per avermela fatta senza pensare.
-"Si." risposi -"Periodicamente."
Annuì, lentamente, mentre notai un'uomo alzarsi dal banco degli insegnanti.

Portava un vestito nero. Capelli neri fino alle spalle. Occhi neri. Dal suo modo di essere e di fare sembrava che anche la sua anima fosse dell'omonimo colore.

Deatheater ~ Draco Malfoy Where stories live. Discover now