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Ed eccoci qua, nel viale di casa mia.

In nessun scenario, neanche nei miei sogni - o forse incubi - avrei mai pensato che Draco Malfoy potesse entrarci dentro, ma a quanto pare ero ormai abituata al fatto che le cose potessero cambiare in cinque secondi o minuti.

Eppure mi fece piacere guardare la faccia sorpresa di Draco in quei minuti.

Stava mirando il lago di fronte casa mia - accessibile tramite la passerella di legno posta al centro -, e tutti gli alberi attorno.

Poi si soffermò sulla casa.
Larga come la sua, ma i miei di piani erano tre anziché due. La facciata dipinta sui toni del bianco sporco, gli infissi di colore grigio, le tegole sui tetti a punta di colore nero, mostravano il suo tocco elegante.
Il tocco di colore lo davano i cespugli attorno, gli alberi, e i fiori sul tono del blu e celeste: fiordaliso, papavero blu, aster, ortensia e litodora.

«Allora ti piace il fiordaliso...» commentò, guardando quell'area decorata di blu.
«Mi piace.» risposi, non mirando le piante ma il suo profilo. «Molto.» continuai.

Molte di quelle piante però erano appassite. Con un mio tocco di bacchetta tornarono al loro aspetto originale.

Notando che Draco era ancora immerso nella sua ispezione, decisi di parlare io per lui.
«Lo so, è molto più bella di casa tua. O meglio, dei tuoi genitori. Quella non è casa tua.» lo punzecchiai.
«Lo diventerà, un giorno.» rispose mentre le sue scarpe iniziarono ad avanzare verso la passerella di legno per arrivare al lago, e io lo seguii perché mancava anche a me sedermi sul legno e leggere un libro.

Draco non lo sapeva, ma io quell'estate non ero stata in casa, avevo soggiornato da Severus, e ora che ero ritornata nella mia villa, mi resi conto di quanto mi era mancata.
Mi mancava un po' la mia solitudine.

«È malinconico quanto rilassante.» commentò una volta arrivato a destinazione.

Il lago non era ancora ghiacciato perché l'inverno non era ancora inoltrato, ma di certo non potevi farti un bagno; la Norvegia era più fredda di Londra.

«D'estate è più caloroso.» risposi.

D'estate, quando mi sedevo sulla passerella, potevo toccare il lago con le punte dei piedi, e stavo lì, in silenzio, da sola, a guardare i riflessi del sole che baciavano l'acqua.
Ripensandoci anche d'estate lo scenario era malinconico quanto rilassante perché quella passerella era occupata sempre e solo da me.

Nessun genitore, nessun parente, nessun amico. Solo da me stessa, dopo la rottura con Nikolay. Con lui, quel lago, sembrava meno solitario.

«Vuoi farti un bagno?» scherzai.
«Passo. Non vorrei morire congelato.»
Feci spallucce «Peccato.»

Le mie scarpe iniziarono a ticchettare sulla passerella una volta che decisi di tornare indietro e avvicinarmi alla porta d'ingresso.

Dal suono delle sue di scarpe, capii che anche Draco mi stava seguendo. Percorsi il viale abbellito da pietre di medie dimensione, e raggiunsi l'entrata.

Alla vista qualcosa attirò la mia attenzione: una pila di lettere, sistemate nella buca lettere.

Ricordai che Nikolay aveva detto che mi aveva scritto durante il mio primo anno ad Hogwarts, ed effettivamente, leggendole, portavano tutte la sua scrittura.

«Possiamo entrare?»
Nel momento in cui sentii la voce di Draco, abbassai le lettere per focalizzarmi su di lui che stava accanto a me. Non volevo che le vedesse o leggesse. In realtà, forse, non le avrei lette neanche io. A che pro?
«Si...»

I suoi occhi sembrarono seguire il mio movimento del braccio mentre nascondevo quelle lettere, ma rimase indiscreto, anche se i suoi occhi esprimevano curiosità.

Deatheater ~ Draco Malfoy Where stories live. Discover now