SCARABOCCHIO

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Mi chiedo come una persona possa vestirsi di rosa. Mi chiedo perché mi trovo all'ultimo banco. Mi chiedo perché l'unica sedia libera era quella accanto a Draco.
La risposta me la diede Blaise.

-"I tempi d'oro sono finiti Malfoy."
Mi chiesi a cosa si riferisse. La risposta questa volta la diede Theodore -"Stavi troppo comodo sul tuo singolo banco."

Effettivamente, quando il confetto rosa mi disse di sedermi dove trovavo posto - il che significava solo accanto al biondo - lui dovette togliere dal banco il suo borsone, libri e penne per farmi spazio.

-"Mi sa che la Grindelwald è abituata a occupare gli spazi." disse quest'ultimo, poggiando la schiena sul muro.
-"Il banco è tuo? Mmm... il tuo cognome?" feci finta di non ricordarlo. Finsi così bene, che ci credette.
-"Puoi chiamarmi Draco essendo che non ti importa il mio cognome." sembrava che si fosse irrigidito.
-"No, effettivamente non mi interessa." dissi la verità. Non mi importava di che famiglia facesse parte, ma costatai, ancora una volta, che per quel gruppo era fondamentale.
-"Dovresti." iniziò a ticchettare la penna sul banco -"Se vuoi essere qualcuno."
Ridacchiai perché io odiavo essere qualcuno
-"Credi che non lo sia già?"
-"Si ma... non hai un gruppo che ti sostiene.
Sei sempre sola."

Quando avevamo deciso di sputarci la verità in faccia?

-"Silenzio in fondo!" sputò fuori come un drago l'insegnante. Sembrava che sputasse fuoco dall'interno mentre dall'esterno dava l'idea di una piccola strega indifesa.

Malfoy si sporse verso di me quando la Umbridge smise di fissarci. Potei sentire il suo profumo e il suo respiro caldo sul mio orecchio.
-"Silenzio Helena. Non vorrai farmi mettere in punizione."
La professoressa ci dava le spalle e stava scrivendo qualcosa sulla lavagna, quindi ero libera di voltarmi, guardarlo, e sfidarlo, ma restai con la testa dritta. Altrimenti avrei avvicinato troppo il mio viso al suo.
-"Scommetto che è la cosa più grave che ti potrebbe capitare nella vita." dissi, con tutta l'intenzione di prenderlo in giro.
Sogghignò -"Sarei curioso di sapere cosa hai fatto tu per trovarti qui, invece."

Mentre parlava, man mano, si avvicinava al muro per poggiare di nuovo la sua schiena.
Quindi... potevo voltarmi, adesso. Rispondergli a tono. Ma restai in silenzio, perché quella verità, che lui voleva conoscere, mi faceva male. Quindi semplicemente utilizzai la mia solita corazza.

-"Credo che tu abbia una vita abbastanza noiosa per dedicarti così tanto alla mia."
-"Cambia pure discorso, Grindelwald."

Non so con quale criterio a volte mi chiamava per nome e altre per cognome. Dedussi che quando voleva infastidirmi mi avrebbe chiamata per cognome.

-"... e quindi credo fermamente che la pratica, nella difesa contro le Arti Oscure, possa scaturire una problematica ai giovani ragazzi come voi. Perché difendersi quando non c'è nulla per la quale difendersi? Perché portarvi paure insensate?"
La voce stridula e il sorriso di quella donna mi stavano portando nausea, quanto il suo discorso.

-"Perché, dice?"

Pensai alle parole di Severus, quelle di stare cauti con quella professoressa.
Forse Harry era in cerca di guai?

I suoi tacchetti diedero fastidio anche al pavimento sotto ai suoi piedi, e con fare sicuro si avvicinò al banco di Harry -"Chi credi che possa fare del male a dei giovani ragazzi come voi?"

I suoi tacchetti diedero fastidio anche al pavimento sotto ai suoi piedi, e con fare sicuro si avvicinò al banco di Harry -"Chi credi che possa fare del male a dei giovani ragazzi come voi?"

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