MACARONS

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Per l'occasione scelsi un vestito in maglia di colore celeste pastello con spalle a barca, lungo e stretto fino alle ginocchia. Mary Jane nere, calzette bianche che coprivano le mie caviglie, e cappotto nero.
Narcissa mi aveva suggerito di mettere qualcosa di pesante perché la casa dei nonni di Draco si trovava in montagna.

E si... Stavo andando davvero a casa dei genitori di Lucius Malfoy.
E si, lo feci sapere ad Albus.

"Fai attenzione alle foto. Potrebbero esserci volti che potrebbero interessarci."
"Dialoga soprattutto con il signor Abraxas Malfoy, è il nonno di Draco, e colui che di certo ha inculcato certi concetti al figlio."
"Non so molto di sua moglie, ma magari saprai dirmi meglio tu."

Al solito terminò la frase con: "Fai attenzione", mentre io avrei di gran lunga preferito rimanere chiusa nella mia stanza a farmi gli affari miei. Di certo, adesso, non avrei l'ansia di essere perfetta per quella famiglia so tutto io.

Qualcosa mi diceva che, se Narcissa stava sempre così in ghingheri, era proprio a causa dei Malfoy. In casa mi ero soffermata su una sua foto da giovane, e sembrava una ragazza senza troppe pretese, un po' come Andromeda Black, sua sorella. Ero sicura che fosse stato Lucius a cambiarla. Come se dovesse sempre dimostrare di essere all'altezza di stare al suo fianco.

«Perché stai portando la tua scopa?» chiesi guardando Draco che teneva quell'ultimo modello in mano. «È da molto che non mi alleno, e lì mi sento libero di farlo.» rispose senza neanche guardarmi.

E allora smisi anch'io adocchiando la mia valigia blu e chiedendomi se avessi portato tutto. Saremo rimasti lì per una notte.
E forse per una notte avrei dormito in santa pace, senza vedere ombre strane che sfrecciavano nel cielo, e senza sentire il portone di casa chiudersi e aprirsi.

Dalla valigia, portai l'attenzione a Narcissa. Stava scendendo dalle scale; elegante come sempre. «Possiamo andare?» chiese, quando ci raggiunse.
«Si» rispose Draco, mettendo in spalla il suo borsone del Quidditch.

Dopo aver toccato la mano di madre e figlio, ci smaterializzammo e mi ritrovai davanti un'enorme villa immersa nella natura.
Grazie agli alberi e al sole, la neve non aveva il tempo di prendere campo su tutta l'area, ma Narcissa aveva ragione, faceva freddo.
La montagna era innevata, ma la vegetazione attorno faceva in modo di rendere il panorama anche verde oltre che bianco.

Nessun cancello in ferro battuto. Nessuna strana protezione. Davanti a voi vi era solo un portone di legno chiaro e una campanella.
Quando Narcissa la suonò, aspettammo che qualcuno ci venisse ad aprire, e a me iniziarono a sudare le mani dall'agitazione.
Fino a quando quell'emozione venne sostituita dallo stupore.

La nonna di Draco era un angelo.

Capelli lunghi bianchi, sopracciglia dell'omonimo colore, e occhi ghiaccio, proprio come quelli di Draco. Inutile chiedere se anche lei fosse una Malfoy. Quei colori corrispondevano a quella stirpe di purosangue. Mi chiesi quanto fossero lontani parenti con suo marito.

Non so se fosse il riflesso o la sua caratteristica del colore degli occhi, ma sembrava quasi che fosse commossa nel vedere sua nuora e suo nipote. Diede un mezzo abbraccio a entrambi, e nessuno di loro tre spiaccicò parola.

Mi sentivo come in un funerale, quando le parole sono superflue e si lascia spazio al dolore. E pensandoci, di sicuro, quella donna soffriva per un figlio che non poteva più essere presente per una moglie, per un figlio, e neanche per una madre. Sicuramente, la mamma di Lucius, soffriva del fatto che al posto suo, ci fosse qualcun altro.
In questo caso, io.

E ora, la mia figura, stava ricevendo il giudizio di quella donna. Io stavo al centro, tra Draco e Narcissa, perciò mi ritrovai quella presenza di fronte il mio corpo pieno di ansia. Fino a quando, mostrò un sorriso.

Deatheater ~ Draco Malfoy Where stories live. Discover now