FREGATA

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Portavo un vestitino e quindi tenni entrambe le gambe sulla destra.
Il problema non fu trovare la posizione giusta, ma sorbirmi le prediche di Draco:
"Cambiati."
"Fa freddo."
"Potresti mettere dei jeans a volte, eh.
Stai bene lo stesso."
"Metti la mia felpa."

E non capiva.
Non capiva un cazzo quello stupido di un Malfoy.
Non capiva che quelle semplici frasi erano piene di raccomandazioni e complimenti senza effettivamente dirmi "sei bella in qualunque modo" o "non voglio che prendi un raffreddore", e a me portarono a scaldare ogni parte del corpo, nonostante avessi già messo le gocce sia a colazione che a pranzo.

Ebbi quasi paura di aggrapparmi a lui per la temperatura delle mani, ma grazie alla pozione, erano si più calde della norma, ma non scottavano. Quindi, agevolata da questo, sentivo leggermente caldo mentre nevicava. Qualcun altro, al mio posto, sarebbe morta dal freddo, ma non io. Non grazie ai miei poteri, e non grazie a lui.

«Credimi che... non sento freddo» dissi, aggrappando la mano sulla sua scopa con il manico nero.

Harry odiava la scopa di Draco. Aveva sempre un vantaggio come cercatore, anche se Harry aveva le abilità senza possedere una scopa dell'ultimo modello.

Draco mi guardò da sopra la sua spalla e studiò le mie guance, di sicuro rosee e non per il freddo. «Va tutto bene?»
Annuii.
«Hai messo le gocce?»
Alzai gli occhi al cielo «Si.»
«Ah, allora scusami» fece un sorrisetto per poi voltarsi.
«Per cosa?»
«Per farti sentire caldo ugualmente.»

D'improvviso spiccò il volo e io dovetti aggrappare anche l'altra mano sul manico della scopa, maledicendolo con il pensiero.

«Harry non è forse più veloce, Grindelwald?» chiese con sarcasmo, alzando il tono di voce per farsi sentire a causa del vento.
«Lo è» lo punzecchiai.
«Sei salita sulla sua scopa?»
«Certo.»

Ed era vero. Spesso andavamo in giro, dovunque, quando avevamo bisogno di urlare al mondo che eravamo due ragazzi orfani, anche se per motivi diversi.

«C'è qualcosa che non hai fatto?» e lo chiese con del fastidio, rallentando anche.
«Fino a questo momento, non ero mai andata sulla scopa con te

E non so perché le mie parole decisero di dire quelle cose al mio cervello ed esso acconsentì di esporle. Perché ora sembrava che con lui le cose fossero diverse.
Come portarlo nella mia villa e offrirgli da bere. Come scopare su un divano. Erano cose che avevo già fatto, ma con lui era stato diverso...

Mi guardò di sottecchi, indirizzando la testa verso destra per pochi secondi, e quello sguardo, intenso, consapevole di ciò che avevo rivelato senza effettivamente dirlo, mi portò a pensare che fosse il ragazzo più attraente che io abbia mai visto, e il mondo lo avevo girato.

Sotto di noi vi era un lago molto esteso. Il panorama, quei colori, sembravano quasi finti. Un misto di verde per la vegetazione, alberi e fiori, mischiato al bianco candido delle montagne innevate.

Ma mentirei se dicessi che la cosa più bella fosse il panorama. Mentirei se dicessi che l'adrenalina attaccata allo stomaco fosse causata dalla velocità della sua scopa.
Era lui che mi stava stritolando lo stomaco, senza toccarmi, senza guardarmi - perché mirava davanti a sé -, senza parlarmi.

Quella pace mi fece rilassare, tanto da voler smettere di stare dritta e tesa come una scopa, tanto da volermi aggrappare a lui e...
«Avvicinati...» disse Draco, precedendomi. «Sembra quasi che non ci sei» aggiunse.

Ascoltai il suo volere, che era già il mio. Ma ora che me l'aveva chiesto, non mi sentivo così sbagliata nell'aggrapparmi a lui piuttosto che a un'oggetto inanimato.

Deatheater ~ Draco Malfoy Where stories live. Discover now