Capitolo 4: Regina di Ghiaccio

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Capitolo 4

"Non mentiva... questo posto è in disordine." Il commento della regina strappò un sorriso alla principessa che stava rovistando tra i cassetti della piccola cucina, posta a fianco della sala di entrata. Il rifugio aveva solamente una camera, oltre la stanza comune, ed era spoglia, come se fosse rimasta vuota da molti anni. Gimilde lanciò un'occhiata alla finestra che dava sul bosco, con espressione pensierosa. Si era occupata di legare il giovane ad un albero vicino con delle corde che aveva trovato dentro il rifugio, poi aveva raggiunto Biancaneve per aiutarla nella sua missione. Non aveva ancora compreso che cosa intendesse fare, ma era ben felice di aiutare la principessa in ogni occasione.

"Penserai che io sia pazza..." Biancaneve si fermò vicino al tavolo in legno della sala, sollevando una grossa sacca in pelle che aveva trovato appoggiata alla sedia; continuò a rovistare tra le cose di Aron, trovando delle lettere di cui controllò il contenuto in modo minuzioso.

"Non lo penserai mai." Biancaneve non si accorse che la regina si stava avvicinando, era intenta a leggere una lettera misteriosa, senza mittente e scritta con inchiostro rosso scuro.

"Se permetti una domanda, che cosa nascondi a tutti con quel volto innocente e il tuo fascino da fanciulla ingenua?" La regina lo sussurrò vicino all'orecchio di Biancaneve, che si immobilizzò, percependo cose che non aveva mai sentito prima. Le vennero i brividi e arrossì immediatamente, poi un dolce e torturante calore si fece strada lungo il suo ventre. La voce di Grimilde era sembrata persino sensuale o forse era solamente l'immaginazione della giovane. Sentì i loro corpi molto vicini: il calore della regina la avvolgeva e presto vide due mani fermarsi sul tavolo, intrappolandola tra due braccia, quelle della donna più potente del regno di Arran, Grimilde, o Ilde, come era solita chiamarla giocosamente nei suoi pensieri.

"Per caso... mi hai mai ingannata?" Grimilde non l'avrebbe mai accusata di nulla, il suo obiettivo era di vedere la principessa rossa in viso e imbarazzata, per il solo gusto di farlo, ma Biancaneve fraintese quella domanda e si agitò. "No! Mai!" Si voltò velocemente, afferrando con le mani le spalle di Grimilde: i suoi occhi erano spalancati e le sue labbra rosse tremavano dal terrore che la regina pensasse quello di lei. Non avrebbe mai fatto del male o tradito la regina, sarebbe morta piuttosto. La sua fedeltà e adorazione per lei superava di gran lunga quella dei cavalieri reali, ne era certa.

"Come puoi pensare questo di me?" Biancaneve era sull'orlo di un pianto, si sentiva dalla sua voce e si vedeva dai suoi occhi umidi e rossi. Grimilde rimase senza fiato a quella immagine struggente e tentò immediatamente di rimediare al suo grave errore. "Oh, Bianca... non avevo intenzione di farti del male, devi credermi. Sono stata una sciocca, ti chiedo umilmente perdono." La regina asciugò le lacrime della principessa, accarezzando le sue guance, poi la strinse fra le sue braccia, respirando profondamente. Una tensione enorme le stava schiacciando il cuore. Non si sarebbe mai perdonata quell'errore: fare soffrire Biancaneve doveva essere un peccato così gravoso da portarti nell'Abisso dei morti tormentati. L'Abisso era una credenza del popolo al nord del continente: si diceva che racchiudesse le anime dei peccatori, delle persone più crudeli che meritavano di essere intrappolate in eterno nel buio più profondo e spaventoso.

Biancaneve aveva ben presto smesso di piangere e, mentre Grimilde soffriva interiormente, con mille pensieri e maledizioni rivolte a se stessa, la giovane si era persa nella sensazione del suo corpo stretto contro quello della regina. Ad un certo punto si ricordò della lettere che stava leggendo e cercò di separarsi da Grimilde: "Va tutto bene... Grimilde?" La regina strinse la presa quando la principessa tentò di allontanarsi. "Grimilde?"

Biancaneve sorrise, intenerita dalle azioni della donna più grande: non l'aveva mai vista così vulnerabile e affettuosa; desiderò passare l'eternità fra le sue braccia, ma avrebbero dovuto andarsene via da lì al più presto. Non sapevano quali altre minacce si nascondevano nel bosco.

Biancaneve e GrimildeWhere stories live. Discover now