Un sorriso inquietante

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Grimilde, Dotto e Biancaneve si trovavano attualmente nell'ufficio della regina e la bionda si stava preparando a rivelare alcune recenti scoperte. Aron era fuggito e le sue guardie non riuscivano a trovarlo: chissà se aveva già abbandonato i confini della capitale e se si fosse nascosto nella profondità del bosco attorno alla città. Grimilde non sarebbe riuscita a rilassarsi nemmeno per un momento finché non avesse catturato l'uomo, se fosse stato in combutta con i loro nemici, avrebbe fatto bene ad imprigionarlo da qualche parte e spremere da lui qualche informazione utile. Era ancora fin troppo impreparata ad un tradimento, anche se sapeva da quale parte del regno sarebbe potuto giungere. I suoi dubbi su Terran erano stati accertati quando aveva inviato le sue spie personali a controllare la provincia: le era stato rimportato un aumento di traffico tra i confini di Arran, soprattutto commercio d'armi, inoltre alcuni nobili si erano imposti sui locali, non seguendo le norme e le leggi emanate dal regno. Si stavano rendendo gradualmente indipendenti e più forti, rafforzando le loro difese, probabilmente in vista di una guerra.

In particolare, aveva saputo che il marchese di Terran aveva oltrepassato il confine della capitale, senza far visita alla regina. Che affari lo portavano al suo cospetto? Probabilmente cercava i punti deboli del regno che voleva tradire.

"Grimilde?" Biancaneve richiamò la sua attenzione. Se avesse potuto, si sarebbe avvicinata per confortarla, visto che era evidentemente stressata dai suoi pensieri, ma la presenza di Dotto nella stanza le impediva di muoversi liberamente. A proposito di lui, il nano si aggiustò gli occhiali sul volto, strabuzzando gli occhi mentre osservava l'ufficio reale. "Avete molti libri sua maestà..."

"Chiamami pure Grimilde quando siamo tra di noi... e sentiti libero di leggere qualcosa durante la tua permanenza a corte." La regina si ricompose e rivolse un sorriso all'uomo, poi alla principessa. I suoi occhi comunicarono affetto e rassicurazione, prima di tornare seri quando si apprestò a raccontare ai presenti quello che aveva scoperto di recente.

"Chi camminerebbe sotto la luce del sole, sapendo che le guardie del regno lo stanno cercando in tutta la capitale e dintorni?"

"Qualcuno che ha in mente un piano... o meglio, che ha alle spalle qualcuno che lo sostiene." Grimilde osservò Biancaneve mentre rifletteva. Al suo fianco Dotto si guardò le scarpe, per poi far scorrere gli occhi verso le due donne con un'espressione confusa: "Ancora non capisco una cosa..."

La principessa e la regina attesero che continuasse la frase, ma quello che rivelò fu del tutto inaspettato: "Quando mi avete parlato del rifugio nel bosco, ho pensato che fosse quello di Ronny Gall, un uomo che conoscevo personalmente. La vostra descrizione è quella dell'abitazione di Gall, ma la posizione è sbagliata." Dotto si fece passare una mappa e indicò la posizione corretta e quella approssimata dai racconti delle due donne. "Magia?" domandò titubante la fanciulla, ma la regina scosse la testa: "Potere demoniaco... era troppo vero e concreto per essere un'illusione."

"La regina Grimilde ha sempre ragione!" Comparve dal nulla Astrael, spaventando Dotto e Biancaneve che saltarono sul posto. La bionda invece si mosse rapidamente, avanzando verso il demone fermandosi a pochi passi da lui con uno sguardo truce: "Astrael."

"Sì, sua maestà?" Il demone fece un piccolo inchino e a quel punto si notò la presenza di un corpo steso per terra alle sue spalle. "Le ho portato una sorpresa." Grimilde afferrò la spalla dell'uomo alto e dagli occhi affilati e lo spostò con stizza. Quando vide davanti a sé Aron, rannicchiato a terra con occhi rossi e pelle pallida, si arrestò: "Per quale motivo l'hai portato qui?" La sua voce non lasciò spazio a dubbi: era furiosa con Astrael. Il demone non era interessato al conflitto, voleva tornare alla locanda al più presto e godersi la sua meritata nottata. "Il piccolo Aron mi stava dicendo di aver incontrato un certo signore importante e distinto, che si aggirava per la capitale con in testa l'idea di tradire il regno. Non ho fatto la cosa corretta? Ti ho portato uno dei traditori! Avanti, Aron, devi dire alla regina chi era questo signore che hai visto." Astrael si accucciò accanto al ragazzo che continuava a piagnucolare e nascondersi da tutti; il demone alzò la mano per afferrare i suoi capelli, ma venne fermato: "Non vedo il motivo di infliggergli altro dolore. Hai fatto un ottimo lavoro a terrorizzarlo." La principessa non si fece intimorire dagli occhi del demone e si avvicinò ad Aron, addolcendo la sua voce per parlargli: "Aron? Perché non ci dici chi hai incontrato? Non ti faremo del male."

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