E' sempre più buio prima dell'alba

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Capitolo 8: parte II

"Biancaneve? Mi senti? Biancaneve?" I minatori tentarono di riportarla tra loro, ma la principessa aveva gli occhi persi nel vuoto e non sembrava riconoscere gli stimoli attorno a lei. Dotto fu il primo a riprendersi e ordinò di tornare indietro e andare via da quell'inferno. Brontolo assicurò la corda intorno alla vita della principessa e presa la fine della fune per sé. Per fortuna il corpo della donna riconosceva l'urgenza della situazione; infatti, Biancaneve iniziò a salire le scale per tornare indietro quando il gruppo iniziò a muoversi. Presto si ritrovarono nell'ampio deposito dello scavo: da quel punto sarebbe stato più semplice raggiungere l'uscita.

Una figura si profilò dall'ombra e fece un passo avanti, avvicinandosi al gruppo. I nani tirarono un sospiro di sollievo quando videro Astrael. "Mi avete preceduto... mi sembra anche di capire, osservando l'aspetto di alcuni di voi, che avete avuto modo di conoscere lo scorcio di un eventuale futuro."

Quando il demone tentò di avvicinarsi alla principessa, i minatori si misero in mezzo per impedirlo. Dovevano proteggere Biancaneve da qualsiasi minaccia e Astrael non era di certo una persona che ispirava fiducia. Come si era ritrovato da quelle parti? Li aveva seguiti? Il consigliere alzò le mani in segno di resa, ma il suo ghigno lasciò infastiditi i nani che lo guardarono male. Brontolo fu il primo ad alzare la voce: "Che cosa vuoi? Perché sei qui?"

"Per capire che cosa sta succedendo, proprio come voi..." gli occhi del demone scintillarono e si posarono su Biancaneve. Il sorriso che tendeva i muscoli facciali di Astrael scomparve all'improvviso e si fece stranamente silenzioso. Ignorando le proteste dei minatori raggiunse la principessa e abbassò la voce: "Oh, dolce Biancaneve. Hai paura di quello che hai visto... è spaventoso, è agghiacciante, è l'incubo più antico del mondo, ma devi sapere che si tratta di un futuro possibile." La voce si fece sibilante e invitò la principessa a tornare lucida: "Grimilde ha visto le stesse cose, anni fa. Ricorda il nostro piano e la nostra collaborazione. Non ti fidi della tua amata regina? Troverà una soluzione."

La principessa a quel punto strinse le mani in pugno e sollevò gli occhi verso Astrael. Il demone era l'essere più enigmatico che conoscesse: la stava confortando o desiderava sfruttarla in qualche maniera? Non importava al momento, perché le aveva appena dato la speranza che il mondo non avrebbe incontrato quell'orribile fine. "Hai ragione." E così scrollò via parte del terrore che stava provando.

"Andiamo via, abbiamo visto abbastanza." Dotto prese in mano la situazione e condusse tutti fuori dalle miniere, poi una volta giunti all'esterno, si accorsero di quanto fosse tardi. Fu Astrael a portare chiarezza sulla vicenda: "Qualcosa di oscuro ora ha preso il controllo dello scavo. Il tempo all'interno della miniera non passa allo stesso modo di quello esterno." Il consigliere demoniaco alzò gli occhi al cielo, osservando il sole nel suo percorso discendente. "Non scoprirete nulla di più scavando nella miniera. Restate alla larga da quelle pietre." L'avvertimento del demone fece nascere una discussione nel gruppo, che si fermò quando la principessa si pronunciò. "Che cosa sai?" Biancaneve stava respirando profondamente, prendendo nei suoi polmoni più aria pulita che potesse. Il suo corpo era esausto e la sua pelle molto pallida, ma i suoi occhi avevano ripreso luce e vivacità.

"Quello che adesso conoscete anche voi... ma forse so dove possiamo trovare le informazioni che cerchiamo."

Il ritorno alla capitale di Arran fu silenzioso, ognuno aveva da pensare: chi pensava alle miniere ormai fin troppo pericolose per lavorarci, chi a quello che aveva udito e visto nel sottosuolo e persino Astrael non era immune all'atmosfera riflessiva. Per qualche motivo aveva deciso di fare compagnia ai minatori e alla principessa, per il viaggio di ritorno.

Biancaneve e GrimildeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora