Strae

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"Un'altra?" il sorriso di Biancaneve fu splendido quanto incredulo. Le persone che stavano osservando la scena furono contagiate da quell'atmosfera serena e continuarono a seguire con lo sguardo la regina e la principessa finché le loro figure non scomparirono a cavallo fuori dal castello. Grimilde aveva preso una strada alternativa, per non proseguire verso il centro della capitale; esisteva un passaggio che conduceva verso l'esterno delle mura passando dal retro del castello. La strada era abitata da vegetazione fitta, coprendo in quel modo il passaggio che rimaneva pur sempre sorvegliato. Il castello dava le spalle ad un versante montuoso e si trattava di un'area poco praticabile per un attacco, in quel modo era più sicura di altre, nonostante fosse abitata da animali e ci fossero meno punti di riferimento per orientarsi, questo almeno per le persone comuni. La regina e alcune guardie di palazzo avevano creato un percorso sicuro per raggiungere il bosco seguendo dei segni non facilmente visibili o riconoscibili.

La regina Grimilde non era sciocca, conosceva i rischi di un passaggio segreto, che, per quanto occultato fosse, sarebbe stato pur sempre un punto debole. Il vero motivo per cui lo aveva creato era per assicurarsi che ci sarebbe stata una via di fuga per gli abitanti del castello, in caso un giorno fossero arrivati tempi di guerra. Grimilde aveva ascoltato il vecchio re parlare ore e ore delle sue preoccupazioni e ipotesi riguardo gli spostamenti delle dinamiche politiche del continente e le aveva narrato un futuro colmo di insidie e giochi di potere.

Grimilde sapeva quanto fosse saggio il re, lo aveva visto con i suoi occhi e aveva sentito parlare di lui ben prima che diventasse la sua sposa. Se c'era qualcosa che le mancava di lui, era la sua lungimiranza e capacità di comando: delle volte si chiedeva se come regina era abbastanza, se avrebbe salvato il suo Paese in caso di conflitti e lo sconforto, delle volte, era così profondo da soffocarla. Regnare era faticoso, così come fingere sicurezza eterna dalla mattina alla sera: sapeva di dover dare un'immagine di sé di stabilità e potenza superumana, che la rendeva speciale, degna di essere il leader di migliaia e migliaia di persone, ma questa consapevolezza rendeva ancora più pensante il compito.

Detto questo, salire al trono era stato un processo lungo e tortuoso ma ora che aveva il potere lo avrebbe sfruttato al meglio che poteva, facendo del bene e proteggendo Arran dalle ostilità esterne e interne, dall'instabilità e dalle carestie. Lei era la regina, lo sentiva marchiato nello spirito, era Grimilde di Arran.

Ad un certo punto le braccia attorno alla vita della regina si strinsero e il volto di Biancaneve si posò contro la sua schiena. La bionda si irrigidì, sentendo i brividi diffondersi lungo la sua colonna dorsale: "Tutto bene?"

"Sì... ma ti sento lontana..."

"Lontana? Eppure, i nostri corpi sono l'uno contro l'altro."

"È vero, ma non parlo dei nostri corpi."

Grimilde cominciò a rallentare appena riconobbe il sentiero che conduceva alla piccola cascata che voleva mostrare alla principessa. Il passo del cavallo si fece più leggero e rallentò gradualmente; quando si fermò, Grimilde fu la prima a scendere per poi aiutare la ragazza ad atterrare sul terreno con cautela. "Come lo chiamerai?" Domandò la regina prendendo le redini del cavallo di Biancaneve; quest'ultima assecondò il cambio di discorso e le rispose, seguendola lungo il cammino: "Perché non mi aiuti a sceglierlo?"

La vegetazione iniziava ad essere provata a causa del vento freddo ma era ancora vivace sotto i raggi del sole serale. La principessa si guardò attorno sorridente, ascoltando il suono del cinguettio degli uccelli e il rumore dei loro passi sul fogliame che copriva il terreno. L'autunno presto avrebbe lasciato spazio all'inverno.

"Si tratta di un cavallo forte e giovane... nella mia lingua li definiamo straengen. A nord del continente gli animali sono rispettati e sono sacri, non si uccide senza un motivo."

Biancaneve e GrimildeWhere stories live. Discover now