CAPITOLO 5

1.5K 76 10
                                    

KEIRA

Dodici anni prima.

Non era la prima volta che andavo ad un concerto, sempre se le serate a teatro dove si esibivano cantanti lirici a cui mi costringevano ad andare i miei si potessero considerare concerti. A quelle serate bisognava vestirsi seguendo un esemplare dress code che seguiva uno specifico colore e una singolare regola di abbigliamento che doveva rispettare le regole. Passavo più tempo a sistemarmi lo strascico dell'abito che a prestare attenzione alle voci melodiose degli artisti che si esibivano in maniera eccezionale, a quanto dicevano coloro che riuscivano a capirci qualcosa. Io ero totalmente negata in quell'ambito, la letteratura mi appassionava molto di più.

Lo stadio era enorme e all'entrata vi erano già file infinite di gente che attendevano il proprio turno per entrare, a quanto mi stava spiegando mio fratello, le persone erano corse lì già da ieri mattina pur di accaparrarsi il posto più vicino al palco e io a stento ci credevo, dormire in mezzo ad una strada per ascoltare della musica? Non erano a conoscenza dell'esistenza di Youtube? Eppure era gratis.

Mi tirai il lembo del vestito verso il basso per l'ennesima volta sentendomi più nuda del normale, non provavo imbarazzo a vestirmi in quel modo ma ero talmente abituata ad abiti più lunghi che non ricordavo cosa si provasse in quelle circostanze. Stefany in tanto fremeva dalla voglia di incontrare di nuovo il suo adorato Alexei, quella donna è già pazza di quel povero ragazzo, era bello vederla così felice di vederlo e quasi sognavo un giorno di sentirmi come lei ma per me avevano deciso ben altro. Avevano già deciso di chi mi sarei dovuta innamorata, non serviva che perdessi tempo a cercare il mio uomo e a me non interessava perderci istanti preziosi che avrei benissimo potuto usare a fare altro. Tra poco più di due anni mi sarei dovuta sposare, non avrei sprecato il mio tempo con altri uomini per illudermi di poterli avere.

Henry svoltò verso una stradina secondaria che dedussi portasse all'entrata secondaria, entrare dall'altra parte come gli altri sarebbe stata un'impresa e poi era scontato che al migliore amico del cantante spettasse un trattamento differente dagli altri.

Fermò la macchina chiedendoci di scendere e noi così facemmo mentre lui dava le chiavi al parcheggiatore e noi ci guardavamo intorno notando quanto persino da fuori fosse ben allestito, cartelloni, luci, c'era ogni cosa e per me era tutto così nuovo. Mi abbassai il vestito nuovamente dal nervoso sentendo da qui le grida scalpitanti dei fan che attendevano il loro fantomatico cantante, che a quanto pare si faceva attendere più del dovuto. <<Cazzo mi mancavano queste serate.>> Sospirò felice la mia migliore amica sentendosi già elettrizzata a ciò che ci attendeva mentre io non ne avevo la più pallida idea, lei e Henry erano d'accordo, il loro piano era di convincermi a venire al concerto e lei ha mandato mio fratello in camera mia conscia che non sarei mai stata capace di dirgli di no. Difatti quando poi siamo usciti di nascosto senza farci vedere dai domestici con l'aiuto di nonno, ho trovato Stefany che ci attendeva nella macchina di mio fratello. Erano genialmente crudeli quei due. <<Alex mi ha scritto, sono a cinque minuti da qui.>> Ci avverti Henry infilando nuovamente il cellulare in tasca, non sopportavo la gente che mi faceva aspettare e già questo Kovacs iniziava a darmi suoi nervi. Il battere nervoso del mio tacco a terra rintoccava nel silenzio, era lui la celebrità ma non per questo dovevamo essere noi ad attenderlo. <<Certo che si fa aspettare il vostro amico.>> Commentai irritata stringendo le braccia al petto mentre loro invece sorridevano sghignazzando come dei cretini, non capivo il senso di portarmi a una delle loro serate del cavolo mentre io stavo bene nel mio letto al calduccio, a leggermi un libro fino ad addormentarmi. <<Diciamo che gli piace farsi attendere.>> Si era capito fin troppo bene purtroppo ma alla fine smisi di lamentarmi, tanto in ogni caso non avrebbe cambiato la realtà delle cose, solitamente ero più paziente ma quella sera il mal di testa continuava a innervosirmi. <<E' un bravo ragazzo Kei, devi solo avere pazienza.>> Avevano scelto proprio la serata sbagliata per chiedermi una cosa simile, l'indomani avrei avuto il test di chimica ed ero già abbastanza in ansia di mio, quel concerto era proprio inopportuno.

Painful melody Where stories live. Discover now