CAPITOLO 34

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KEIRA

Oggi...

Era tempo che non rimanevo così stupefatta e per la prima volta mi resi conto che finalmente vi era qualcuno pronto a giocare una partita di poker interessante, con qualcosa in gioco che fosse molto più di qualche fiche insignificante. Ma mai avrei mai immaginato che fosse proprio lui a farmi rimanere così senza parole, era diventato totalmente pazzo, non che credessi che non lo fosse ma mi aveva seriamente impressionata.

Spendere quarantacinque milioni per un ballo con me, neanche uno ricoverato in un manicomio sarebbe mai arrivato a tanto, eppure lui non aveva esitato un secondo nell'affermare davanti a tutti che si sarebbe accaparrato lui il premio, oscurando gli altri due uomini che si erano affrontati bene ma non con lo stesso coraggio. Me.

Il mio Riccioli d'oro riusciva ancora ad eccitarmi, per quanto avessi cancellato ogni mio dubbio nel vederlo con quello smoking addosso. Dio, litigare con lui, che mi aveva guardata con quel fuoco che tanto mi era mancato, trattenendosi dallo spaccare la faccia a mio marito per ciò che gli diceva, era stato così odiosamente arrapante che era stato come unire tutti gli uomini che mi ero portata a letto nella mia vita e accoglierli uno alla volta dentro di me, nella stessa sera. Pensiero che non appena mi passò per la testa, appuntai tra i miei desideri più reconditi, probabilmente anche tra quelli impossibili visto che alcuni probabilmente non me li ricordavo neanche più.

Mi bagnai leggermente i polsi sentendomi accaldata, la cosa mi stava sfuggendo di mano.

Dovevo rimanere lucida e focalizzarmi sulla mia vendetta, perchè nulla sarebbe stato accantonato, mai e poi mai, avrei fatto soffrire quell'uomo così tanto che mi sarebbe morto ai piedi, sempre se non lo era già. Un morto.

Doveva stare bene attento a quanto azzardava nell'avvicinarsi a me, non sarei mai più stata clemente con lui come lo ero stata a sedici anni, non gli avrei dato più modo di fottermi. Perlomeno mentalmente parlando, fisicamente poteva fare di me ciò che voleva. Santo cielo, quel rumeno in camicia mi aveva completamente scombussolato gli ormoni, tentai di darmi una regolata. Non era in me perdere così il controllo, dovevo giocare bene le mie carte e quando si trattava di poker io ero la migliore, sapevo bluffare divinamente.

Poggiai le mani sul bordo del lavandino per reggermi più saldamente mentre osservavo la mia figura riflessa allo specchio del bagno. Ero divina, mi sarei scopata da sola se solo avessi avuto una mia copia al maschile da poter sottomettere, avrei dovuto consigliare alla scienza di iniziare a sperimentare per creare un mio clone con il cazzo, poteva essere un bel passo avanti per l'umanità. Chissà quante donne avrei avuto.

In quel momento però volevo solo una persona che mi sarebbe crollata ai piedi con niente, mi sarebbe solo servito un pizzico di pazienza, una goccia di furbizia e il mio splendido carattere che portava persino i morti a resuscitare per gridare dal dolore che gli infondevo anche fino all'oltretomba.

<<Portati a casa questa vittoria Keira.>> Mi imposi sorridendo al mio riflesso che ero consapevole, sarebbe stato probabilmente l'unico in grado di reggere il mio sguardo, per me non lo scorrere del tempo non si contava in minuti, in secondi o in ore. Bensì in vittorie e ne raggiungevo così tante che il tempo scorreva dannatamente velocemente. E anche quella volta avrei vinto, avrei riavuto sul palmo di una mano l'anima tormentata di Mihai Kovacs, ma quella volta non avrei esitato un secondo, le avrei dato fuoco fino a ridurlo in un cumulo di cenere e dolore. A quel punto la mia partita di poker si sarebbe potuta ritenere conclusa e io mi sarei potuta alzare dal mio tavolo, con il mio gruzzolo di fiche in mano.

Il rumore della porta del bagno che era stato adibito alle signore, tornò a rieccheggiare tra quelle quattro mura insieme al rintoccare di un paio di tacchi scadenti, lo riuscivo a capire dal rumore che facevano nel toccare terra ad ogni passo. Una come me aveva orecchio per quel genere di cose.

Painful melody Where stories live. Discover now