CAPITOLO 12

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MIHAI

Dodici anni prima...

Forse stavo sbagliando ma se c'era una cosa che non avevo mai fatto nella vita e che di certo non avrei cominciato a fare proprio quel giorno, sarebbe stata quella di arrendermi senza prima aver provato in ogni modo possibile a raggiungere il mio obbiettivo. Se fossi stato il genere di uomo che si bloccava alla prima difficoltà di certo non sarei arrivato dove ero, quando volevo qualcosa riuscivo ad averla persino andando contro ogni legge possibile ed immaginabile e in effetti era proprio ciò che stavo facendo per quella piccola vipera con la corona. Non avevo idea di quante leggi stessi violando ma probabilmente erano talmente tanto che qualche anno al fresco non me lo avrebbe tolto nessuno, anche se in un certo senso avevo il consenso. In quella missione di rapimento avevo dalla mia parte due persone fondamentali per riuscire ad arrivare dove volevo. Henry e suo nonno. Nulla poteva andare male e poi il piano era molto semplice:
La villa Martin era una specie di castello moderno, era contornata da una recinzione in metallo alta tre metri e mezzo che aveva solo due entrate, una cancellata enorme sul davanti e un cancello poco più piccolo sul retro giusto per l'entrata delle macchine delle persone che lavoravano per loro come tanti piccoli schiavetti e servitori. Ma come se un recenzione simile non fosse bastata, ci erano ben otto guardie armate esterne alla villa e tre dentro l'abitazione esorbitante, Henry ci aveva descritto ogni loro spostamento e posizione. Due erano sul retro, quattro divise sul lato di destra e sinistra mentre infine c'erano le ultime due davanti all'immenso cancello frontale. Si davano il cambio ogni due ore e quel cambio significava dieci minuti buoni di azione prima che le due guardie sostitutive si riposizionassero al proprio posto. In quei dieci minuti Alexei doveva uscire, dalla via secondaria che portava al retro della casa, con la sua macchina ed entrare dal cancello di servizio che Henry ci avrebbe aperto in quell'esatto istante con le chiavi di scorta. Una volta dentro il cancello sarebbe stato richiuso e il mio gemello sarebbe dovuto rimanere in macchina con Stef che ci avrebbe dovuto avvertire invece di ogni spostamento delle guardie. A muoverci dovevamo essere io e Henry per entrare nella villa dove ad attenderci c'era suo nonno. Non lo conoscevo ma il mio migliore amico mi aveva assicurato che sarebbe stato molto d'aiuto, così mi fidai. Una volta presa quella rompi scatole l'avremmo caricata in macchina e ce ne saremmo andati verso l'aeroporto. Facile e veloce.

Peccato che eravamo in quella via buia da più di un'ora e mezza e ancora le guardie non sembravano volersi muovere, cavolo stavano rallentando la mia tabella di marcia!

<<Ragazzi io mi sto addormentando, da quant'è che siamo qui?>> Stefany era stata parte integrante nella creazione di quel piano visto che oltre ad Henry era l'unica a conoscere meglio degli altri quell'enorme castello modernizzato, ma erano le due di notte e in effetti non la biasimai per aver sonno, peccato che doveva rimanere sveglia e vispa o sarebbe andato tutto al diavolo.

<<Ti hanno insegnato cosa vuol dire avere pazienza?>> La provocai volontariamente, se si fosse arrabbiata sarebbe stata più attiva quindi ci avrei solo guadagnato su, ma da infuriata quella ragazza era doppiamente fastidiosa.

<<Da che pulpito viene la predica signori, per un "no" ci hai obbligati tutti a rapire la mia migliore amica al posto di perdere qualche secondo in più per parlarle.>> Una cosa avevo capito di quella ragazza in quei giorni, ossia che parlarle era impossibile se andavi contro ai suoi genitori o a quelle idiote regole che le avevano imposto, era così morbosamente fedele che li rispettava persino quando non c'erano, peccato che non capiva che per lei i suoi genitori erano deleteri.

<<Cognatina non sei obbligata a venire con noi a New York, ci andremo noi e poi ti mostreremo le foto al ritorno, che ne dici?>> Sapevo perchè era venuta con noi e non era che un altro punto a mio favore, voleva vedere San Francisco e New York, soprattutto la seconda, lo aveva sempre sognato fin da piccola, quindi non avrebbe mai rinunciato a quel viaggio ma se non ci avesse aiutato con il rapimento sapeva che sarei stato capace di lasciarla lì. Incentivo in più scoprii essere anche la gelosia che provava per mio fratello, lasciare Alexei alle adorabili Newyorkesi, piuttosto si faceva tutto il tragitto a piedi.

Painful melody Où les histoires vivent. Découvrez maintenant