CAPITOLO 36

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KEIRA

Oggi...

Guardavo mio nipote nuotare nella piscina del mio giardino con addosso uno dei costumini che gli avevo fatto comprare da una delle mie cameriere quella stessa mattina, per permettergli di fare un bagnetto nella mia piscina come aveva desiderato fin da quando la sera prima l'aveva vista fuori dalla finestra del mio balcone. Vederlo correre per casa con gli occhi brillanti di stupore e allegria era il regalo migliore che potesse mai farmi la vita, avevo sempre desiderato di fargli vedere dove abitavo ma Alexei non si era mai sentito di tornare a vivere per qualche mese a Los Angeles. Per lui era già abbastanza pesante doverci lavorare ripensando in ogni secondo al fratello in carcere, ma ormai quei tempi erano passati e finalmente potevo passare del tempo con il mio nipotino senza dovermi scomodare ed uscire dalla mia città.

Nuotava con i braccioli schizzando ogni tanto l'acqua a nonno Colin che se ne stava seduto a bordo piscina, con l'acqua che gli arrivava fino ai polpacci, un quadro che mi scaldava il petto di gioia, era così bello poter vedere che le due persone che amavo di più a quella vita passassero del tempo insieme. Soprattutto perchè mio nonno aveva finalmente trovato un altra mente da riempire con i suoi romanzi preferiti ed era fortunato, perchè avevo già abituato mio nipote a leggere spesso e ad appassionarsi ai libri e alle poesie. Ero certa che sotto l'ala di mio nonno sarebbe cresciuto intelligente e colto come sua zia.

Io intanto me ne stavo sdraiata su uno dei lettini, a prendere il sole con un Martini in mano e gli occhiali da sole che proteggevano i miei occhi dal sole ma mi permettevano comunque di ammirare tutto ciò che accadeva intorno a me, dove regnava la quiete e l'allegria. Quella mattina mi ero svegliata davvero bene, anche senza avere qualcuno che si spingesse tra le mie cosce per quanto fosse comunque una mancanza importante.

Presi un sorso dal mio drink godendo del calore del sole e della risata di mio nipote che sguazzava nella mia piscina, chiacchierando con mio nonno in totale tranquillità. In casa vi eravamo solo noi, o meglio, mio marito e mio padre non c'erano, mia madre invece era nei suoi appartamenti non amando particolarmente la presenza di qualche estraneo in casa. Perchè per lei Jacob era un estraneo e ringraziai che si nascondesse per non farsi vedere, era meglio che mio nipote non la conoscesse mai da vicino.

<<Signorina Keira, è arrivata la signorina Stefany.>> Una delle mie cameriere mi raggiunse per annunciare l'arrivo della mia migliore amica con cui avrei voluto passare la giornata, dopo che non lo facevamo da tempo, troppo tempo. <<La faccia entrare e la conduca da me.>> Quella stessa sera avrei avuto una cena piuttosto importante e mi serviva del sano shopping con lei per rilassare la mente, ritornare alle vecchie abitudini e chiacchierare con lei del più e del meno senza dovermi preoccupare di niente, prima che il mio lavoro alla C.M. economy incominciasse. Al mio ordine, la donna scomparve di nuovo in casa per fare ciò che le avevo imposto.

Bevvi l'ultimo sorso del mio Martini e poggiai il bicchiere vuoto sul tavolino lì accanto, per tirarmi a sedere poggiai i piedi nudi nelle ciabattine griffate lasciate a terra accanto al mio lettino.

<<Dov'è la mia donna?>> La voce della mia migliore amica mi fece alzare lo sguardo ed ecco che la vidi venire in giardino, raggiante come non mai, con indosso un fresco abitino estivo con una dolce scollatura a "V" sul seno e un motivo floreale a colorarne il tessuto. Pronta ad una sana giornata di chiacchiere, vino e shopping.

<<Eccomi tesoro.>> Mi alzai tirando su gli occhiali per poggiarli sulla testa e vederla meglio in tutto il suo splendore, mentre mi veniva incontro come io andavo incontro a lei, per abbracciarla dopo che non lo facevo da tempo. Con tutti gli impegni che aveva nel suo paesino lontano non riuscivamo mai a prenderci del tempo per noi, ma con il loro breve ritorno in città, ci saremmo riprese ogni istante che ci avevano rubato.

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