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1 ottobre, Miami

MAYA
A volte il posto dove abbiamo più paura ad andare si svelerà il posto più perfetto per noi, il luogo giusto, il riparo migliore. Perché allora non provarci?

La scrivania ormai era piena di documenti, e come quasi tutti i giorni ero rimasta di più a lavoro.

Era da tanto che non riuscivo neanche a prendermi una serata libera per uscire con i miei due migliori amici, e magari trovare anche qualcuno di interessante con cui passare la serata.

Ormai da quando mio padre era andato in pensione e mi aveva promossa come direttrice della Davis Company non avevo più una vita sociale. Passavo i giorni rinchiusa tra le quattro mura di questo ufficio, così tanto da non distinguere più il sabato dal lunedì. Non provavo più la sensazione dell'attesa del weekend.
Aspettare il sabato per divertirsi in qualche locale o semplicemente passare una serata in tranquillità a casa di qualche amico.

Non per questo non amavo il mio lavoro, anzi era
il mio sogno di una vita, ma nell'ultimo periodo avevo davvero bisogno di staccare. Era stato un periodo di piena pressione, tutti si aspettavano tanto da me e nonostante questo non li avevo delusi.

Proprio negli ultimi giorni avevo concluso degli affari molto importanti per questa azienda. Ma avevo lavorato davvero tanto e condurre tutto questo da sola alla mia età, senza nemmeno l'affiancamento di un socio, non era facile. Non bastava essere la figlia del grande Alex Davis, proprietario di una delle riviste più influenti al mondo, per essere dov'ero.

Ad interrompere i miei pensieri fu la mia
segretaria, Taylor.

«Scusi signorina Davis volevo avvisarla che sto per andare via» Taylor aveva all'incirca la mia età e da quando la vecchia segretaria di mio padre se n'era andata, avevamo assunto lei. Era la sua prima esperienza in questo ambito, a volte era un po' goffa ma era davvero una brava ragazza, sempre pacata ed educata.

Aveva dei lunghi capelli ricci e spesso invidiavo il modo in cui i vestiti che indossava risaltavano alla perfezione il suo fisico perfetto.

«Certo Taylor vai pure, sei rimasta fin troppo in questi giorni» Le dissi con un sorriso dolce, mentre continuavo a sistemare gli ultimi documenti.

«Ah e signorina Davis volevo ricordarle della cena di stasera con i nuovi soci» A quelle parole spalancai gli occhi.

Cazzo!

Mi era completamente passato di mente.

Mio padre mi era venuto incontro e aveva trovato delle buone persone per la nostra azienda, da come avevo capito si conoscevano molto bene e io mi fidavo di lui. Ma tra tutti gli impegni lavorativi lo avevo completamente dimenticato.

Ringraziai un'ultima volta la ragazza riccia e guardai l'orologio, lasciando un sospiro. Erano le 19:30, avevo ancora un'ora e mezza di tempo.

Potevo farcela.

Chiamai un taxi e presi immediatamente le mie cose per poi uscire da quell'edificio.

«Signorina Davis è arrivato il suo taxi» Mi informò la guardia di sicurezza posta sulla porta d'entrata.

«Grazie mille Mike, buona serata» E dopo aver ringraziato l'uomo alto e muscoloso salii sulla macchina gialla, fornendogli le indicazioni per arrivare a casa.

Le porte dell'ascensore si aprirono mentre io frugavo frettolosamente dentro alla mia borsa, alla ricerca delle chiavi. Quando le trovai sentii il mio telefono squillare.

«Non ora» Imprecai tra me e me, per poi aprire il portone di casa ed entrare. Presi il telefono e sorrisi nel leggere il nome sullo schermo.

«Io e Finn andiamo al Blue Light, ti aspettiamo li» Non feci neanche in tempo a rispondere con un 'ciao' che la mia migliore amica aveva già chiuso la chiamata. Era sempre la solita.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now