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"Ma non ti accorgi che è
solo la paura che inquina
e uccide i sentimenti?"
-Lucio Battisti

MAYA
Scattate le 21:00 uscii dal portone del mio palazzo trovando già Benjamin li, appoggiato alla sua Porsche nera. La stessa che avevo guidato poche sere fa.

Indossava una camicia nera che fasciava perfettamente il suo fisico tonico e le sue spalle larghe, i pantaloni erano dello stesso colore creando un outfit total black.

Mi diressi verso la sua figura con passo sicuro e potei notare come il suo sguardo si fermò in ogni parte del mio corpo.

Indossavo un semplice vestito nero, che arrivava poco sotto le ginocchia. Aveva una scollatura quadrata che metteva in risalto la collana di perle che portavo al collo. I capelli li avevo poi raccolti in uno chignon elegante lasciando scoperto il collo e risaltando i tratti del mio viso.

«Puntuale come sempre Davis» Affermò una volta averlo raggiunto. Gli feci un occhiolino e quando stavo per dirigermi verso il sedile del passeggero mi sorpassò, per poi aprirmi lo sportello.

«Prego» Allargò un braccio per indicarmi il passaggio e io mi bloccai sul posto, guardandolo con un leggero cipiglio sul viso.

«Wow, mi stupisci ogni giorno di più Thompson»

«Sono un uomo pieno di sorprese» Mi sorrise e io scossi la testa divertita per poi entrare una volta per tutte all'interno della macchina. Benjamin mi seguì poco dopo mettendo in moto il suo gioiellino.

Mi soffermai sulla camicia che in questo momento a causa dei muscoli in tensione stringeva perfettamente i bicipiti. Le mani possenti erano appoggiate al volante, mentre l'espressione era del tutto concentrata. Guardai i suoi tratti del volto notando ancora una volta quanto fossero differenti da quelli del resto della famiglia Thompson. Se non per gli occhi che erano identici a quelli del padre. Verdi e tremendamente freddi. Anche se in mia compagnia li vedevo quasi diversi ma forse era semplicemente una delle mie tante stupide teorie fondate sul nulla.

Scossi la testa per poi voltarmi dall'altra parte, soffermandomi sul paesaggio fuori dal finestrino. Il mare scorreva davanti ai miei occhi e su di esso il riflesso della luna, piena e alta in cielo. Non esitai ad afferrare il mio telefono e registrare un video. Amavo questo tipo di paesaggio, spiegato anche il motivo per il quale metà della mia galleria era questo.

«Che fai?» Mi chiese Benjamin curioso.

«Ho ripreso il paesaggio. Amo come la luna riflette sul mare» Il ragazzo al mio fianco annuì semplicemente così il resto del viaggio passò in totale silenzio. Ognuno per le sue.

Poco dopo il ristorante dove aveva prenotato mio padre apparve davanti ai miei occhi. Non mi stupii quando notai i numerosi paparazzi posizionati sulle scale. Era uno dei tipici posti chic e per persone famose, dove nessuno andava se voleva passare inosservato. Cosa che non dovevamo fare noi questa sera.

Benjamin parcheggiò e io feci un grosso respiro cercando di prendere la forza giusta e affrontare tutto quello che mi aspettava là fuori.

«Va tutto bene?» La voce di Benjamin risuonò al mio fianco, quasi preoccupata, notando la mia titubanza nell'uscire dalla macchina.

«Si io-»

«Ei lo facciamo insieme ok?» I miei occhi questa volta incrociarono quelli verdi del ragazzo al mio fianco e potei notare la sicurezza in quella frase. Così annuii, fidandomi di lui.

Dopo essersi assicurato, Benjamin uscì dalla macchina e una volta aver fatto il giro venne ad aprirmi lo sportello. Mi porse la mano che io non esitai ad afferrare per poi scendere dall'auto nera.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now