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"Le persone non vogliono
ascoltare la verità perché
non vogliono vedere le
proprie illusioni distrutte"
-Nietzsche

MAYA
La luce che arrivò direttamente sul mio viso mi fece svegliare. Presi il telefono al mio fianco e vidi l'ora segnata al di sopra. Erano le 8:00 precise e la riunione a cui io e Benjamin avremmo dovuto partecipare doveva iniziare alle 10:30.

Ieri avevo passato una giornata stupenda e anche se non esplicitamente Benjamin aveva condiviso tante cose con me. Lo apprezzavo.

Carmen mi aveva raccontato che la biblioteca era il posto dove lui si rifugiava, per i problemi in famiglia. Avevo intuito qualcosa, perché lo sguardo gelido del signor Thompson verso Benjamin non era quello di un padre che amava suo figlio. Carmen non mi aveva raccontato tutti i dettagli ed era giusto così. Se Benjamin un giorno si fosse fidato me lo avrebbe raccontato lui.

Poi in mente mi tornò quello che Carmen aveva letto nel fondo del mio caffè.

«Cambiamenti improvvisi, prova d'amore e...vero amore in arrivo. Si prospetta un bell'anno per te Maya»

Non sapevo se questa fosse una cosa vera o affidabile, ma tutta quell'atmosfera lo avevo reso tremendamente reale. Cambiamenti improvvisi, prova d'amore e vero amore in arrivo...

Cosa ne sapevo io dell'amore vero? L'unica cosa che avevo provato era stata un'illusione. Mi ero illusa di essere amata, mi ero illusa di essere stata l'unico amore di quella persona e sopratutto mi ero illusa che quell'amore fosse giusto.

Esiste, forse, un sentimento più illusorio dell'amore?

Mi alzai lentamente e presi la vestaglia per coprirmi dalla leggera brezza mattutina e dirigermi verso il bagno, ma dei rumori fuori la terrazza attirarono la mia attenzione.

Scostai le tende ma non riuscendo a vedere aprii la finestra ed uscii fuori nel balcone. Immediatamente il vento di San Francisco mi colpì e mi strinsi ancora di più nella mia vestaglia di raso. Non ero abituata a queste temperature ma a quelle calde e afose di Miami.

Non appena voltai lo sguardo alla mia destra notai una figura nel balcone di fianco al mio.
Benjamin era appoggiato alla ringhiera e una mano era occupata con una sigaretta.
Indossava dei semplici pantaloncini, le spalle larghe e le braccia toniche erano in vista. Deglutii nervosamente cercando di trovare le parole giuste, ma fu lui a precedermi.

«Ti sei incantata Davis?» Cazzo, che figura di merda!

«I-io no avevo solo sentito..." Farfugliai parole sconnesse presa dall'agitazione e dal petto nudo di Benjamin. L'unica cosa che volevo fare in questo momento era sparire e sprofondare nella mia vergogna.

«Avevo semplicemente sentito un rumore e sono venuta a controllare» Risposi dopo aver preso aria ed aver riacquisito il controllo di me stessa.

«Non volevo svegliarti» Si scusò.

«Oh no tranquillo. Ero già sveglia» Mi appoggiai anche io alla ringhiera perdendomi a guardare il mare che si vedeva perfettamente nonostante i grattacieli.

Benjamin si mosse, spegnendo la sigaretta nel posacenere posizionato su un tavolino nero. Mi persi a guardare i suoi movimenti e poi una domanda mi sorse spontanea.

«Da quando fumi?»

«Non fumo mai in realtà, ne ho bisogno solo in alcuni momenti» Rispose.

«Odio il fumo» Affermai. Automaticamente distolsi lo sguardo dalla sua figura riportandolo sul mare. Quelle tre parole avrei voluto dirle a mio nonno quando esagerava troppo con il fumo, ma ormai era troppo tardi, me lo aveva già portato via.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now