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Nessuno entra invano nella tua vita,
o è un dono o è una prova...
-Ferzan Özpetek

MAYA
Oggi fortunatamente avevo meno lavoro del solito. In questi giorni ero rimasta di più così da potermi portare avanti. Così decisi di non chiamare Taylor per portarmi il solito caffè ma di andare a prendermelo al bar dell'azienda.

Solo in questo momento stavo realmente realizzando quello che era successo ieri sera. Un'altra volta avevo deciso di seguire quello che i miei genitori volevano per me ma soprattutto per la mia immagine. Avevo accettato nuovamente un finto fidanzamento, un fidanzamento con l'unica persona di cui mi ero promessa di stare alla larga.

Non sapevo quanto sarebbe durata questa storia, ma sapevo che anche un breve periodo era pericoloso al fianco di Benjamin. Il mio corpo reagiva alla sua vicinanza, al suo tocco in un modo che mai prima d'ora aveva fatto e questo mi spaventava.

Dopo quello che era successo l'ultima volta non ero pronta a niente di nuovo. In questi anni non ero riuscita più a provare nessuna sensazione del genere e ormai ero arrivata alla conclusione che l'amore non faceva per me. O forse era solo un modo per allontanare ciò che mi faceva più paura.

Il finto fidanzamento avrebbe comportato di passare più tempo insieme, e mostrarci in atteggiamenti intimi in pubblico. E questa volta non sapevo se sarei riuscita a reggerlo veramente.

Scossi la testa e uscii dall'ufficio. Immediatamente sentii delle risate provenire dal corridoio. Ma quando girai l'angolo vidi tutto quello che in questo momento non avrei mai voluto vedere.

Benjamin e quell'insopportabile gallina stavano ridendo nel bel mezzo del corridoio, durante l'orario lavorativo. Presi un grosso respiro e mi avvicinai.

«Primo giorno di lavoro e hai già fatto conoscenze Thompson?»

«C'è chi apprezza la mia compagnia, vero Kate?»Alzai un sopracciglio, portandomi le braccia al petto e squadrando il ragazzo davanti a me.

«Addirittura per nome. Siete già un passo avanti» Questa volta posai lo sguardo sulla ragazza bionda al fianco di Benjamin. Kate lavorava nel reparto moda e da come potevate capire non mi stava proprio simpatica.

«Hai così paura che ti rubi anche lui Maya?» Mi chiese la ragazza con fare provocatorio. Ma chi si credeva di essere?

«Kate ti ricordo che sono il tuo capo ed esigo rispetto. Se questa cosa non ti va bene, conosci l'uscita» Quella ragazza bionda doveva ringraziare che nel mio lavoro fossi molto professionale. Perché a quest'ora oltre che licenziarla l'avrei presa per le sue orrende extension e sbattuta per terra.

Dio Maya mantieni la calma.

«E per tua informazione non apro le gambe al primo che passa. Quindi se tu vuoi farlo è tutto tuo» Dissi avvicinandomi ancora di più alla ragazza, che si morse la lingua e se ne andò via da lì.

«Uh uh che scontro. 1 a 0 per te Davis» La voce roca di Benjamin mi arrivò all'orecchio e riportai immediatamente lo sguardo su di lui.

«Smettila di comportati così. Nessuno crederà alla nostra relazione se filtri con altre colleghe all'interno della mia azienda» Affermai.

«Mh allora ti interessa davvero» Disse avvicinandosi a me e annullando la distanza che ci separava.

«Ti ricordo che non è solo di mio interesse ma anche tuo, o sbaglio?» Vidi la mascella contrarsi segno che avessi centrato proprio il punto giusto.
«Paparino deve aggiustare anche i tuoi di casini Benjamin» Sorrisi. «E per tua informazione il bar è di sotto. Non in mezzo al corridoio» Continuai per poi voltargli le spalle e dirigermi verso la zona bar.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now