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"Nessuno faceva caso
ai suoi occhi.
Tutti pensavano
che fosse felice
perché sorrideva"
-Alda Merini

Benjamin
Analizzai la mia figura allo specchio. La camicia bianca avvolgeva il mio corpo tonico e in continuo allenamento. Mentre il completo blu con dettagli in nero si abbinava perfettamente al mio papillon. Lo aggiustai, mettendolo dritto per poi essere finalmente soddisfatto del risultato finale.

Non appena avevo saputo del gala avevo chiesto aiuto ad Anne, poiché il mio guardaroba comprendeva solo maglie sportive e giubbotti di pelle. Mi aveva aiutato e dovevo ammettere che il risultato non era niente male.

Sentii bussare alla porta e poco dopo la voce di Anne risuonò all'interno della stanza.

«Posso?» Domandò sapendo perfettamente che odiavo chi invadeva i miei spazi anche se con lei era tutto diverso.

Era stata lei a colmare il vuoto di quella figura materna che mi era stata portata via quando ero troppo piccolo per poter percorre la vita da solo.

A sistemarmi lo zaino troppo grande per un bambino che doveva iniziare l'elementari non c'era stata mia madre ma Anne, ad aiutarmi con la divisa scolastica delle medie non c'era stata mia madre ma Anne, ad aiutarmi con le prime ragazze al liceo non c'era stata mia madre ma sempre Anne.

Anne, Anne e sempre solo lei.

«Come ti sembro?» Chiesi voltandomi nella sua direzione. Potei notare immediatamente il suo volto di stupore e di gioia nei suoi occhi. Occhi pieni di amore. L'unico amore che avevo sempre percepito all'interno della mia famiglia.

«Sei stupendo Benjamin»

«Stai piangendo?» Domandai incredulo vedendo i suoi occhi farsi sempre più lucidi.

«È che sei così cresciuto. Sei sempre più bello e io sono così fiera di te» Un sorriso spuntò sul mio viso, e mi avvicinai alla donna davanti a me avvolgendola tra le mie braccia possenti.

«Non ti preoccupare, non ti libererai così facilmente di me» Affermai e i singhiozzi vennero per un attimo interrotti da una leggera risata.

Non avevo mai amato il contatto fisico, gli abbracci, i baci sulla guancia. Forse perché non ero mai stato abituato a tutto questo. Ero sempre diffidente con tutti ma con la donna tra le mie braccia da sempre era stato tutto diverso.

«È meglio che ti lasci. Ti stanno aspettando di sotto» Annuii per poi rivolgerle un sorriso dolce. Si alzò in punta di piedi per sistemarmi un'ultima volta il papillon nero e poi mi lasciò andare.

Uscii dalla stanza per poi sospirare e scendere in salotto una volta per tutte.

Era passato tanto tempo dall'ultima volta in cui  mi ero presentato a uno di questi eventi, anche se era una cosa abituale per la mia famiglia. L'ultimo gala era proprio stato un mese prima dalla scelta di mio padre di lasciare una volta per tutte San Francisco e venire a Miami. Anche quella serata era finita male, come tutte le altre.

Questa volta però sarebbe stato diverso e non per loro. Non sapevo nemmeno io in realtà perché lo stessi facendo ma volevo stupire Maya.

Amavo vedere il modo in cui si soffermava sul mio corpo, come il suo respiro si faceva più pesante e il modo in cui quando veniva beccata, distoglieva lo sguardo imbarazzata. Sapevo che non l'avrebbe mai ammesso ma vedevo l'effetto che provocavo in lei e nel suo corpo.

«Stai benissimo Benjamin!» Esclamò Isabel cercando di essere gentile con me ma da parte mia ricevette solo una semplice occhiata. Voltai lo sguardo verso mio padre che ancora mi guardava stupito e poi verso Thomas che come sempre era vestito in modo elegante.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now