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"Non bisogna volgersi indietro.
Il passato è morto.
Perché dovremmo fermarci
a guardarlo ancora?"
-Hawthorne

MAYA
Lo spettacolo del tramonto era appena cominciato e noi eravamo arrivati giusto in tempo in spiaggia. Oggi era il giorno della partenza, ciò significava tornare alla nostra vita, alla nostra quotidianità e al lavoro. Tutta la mattinata l'avevamo passata con la famiglia di Benjamin e dopo averla salutata e avergli promesso di vederci molto presto eravamo tornati in albergo per fare le valigie. Ma non si poteva andare via da Cuba senza aver passato un po' di tempo in spiaggia. E ora ci trovavamo proprio qui prima del volo che ci aspettava questa sera.

Ci eravamo posizionati in un punto con i nostri asciugamani e dopo aver appoggiato le mie cose mi stavo togliendo i vestiti. Non appena rimasi solamente in costume gli occhi di Benjamin si posarono immediatamente sul mio corpo, analizzandolo attentamente. Potei notare la solita scintilla di desiderio attraversare ì suoi occhi. Si passò la lingua sulle labbra per poi passarsi le mani tra i capelli. Si stava trattenendo.

Un sorriso consapevole spuntò sul mio viso. Benjamin mi desiderava sempre, in qualsiasi momento e nel modo migliore. Nonostante avesse avuto il mio corpo non gli bastava mai, voleva sempre più di me e io di lui. Perché anche il mio sguardo cadde immediatamente sul suo petto scolpito una volta che si era tolto la maglietta. Lo guardai, desiderandolo, come se la sera prima non avessi passato le mani su quei pettorali, tracciato i suoi addominali, graffiato la sua schiena e baciato ogni singolo punto.

«Vuoi una birra?» La voce di Benjamin mi fece tornare alla realtà così annuii distrattamente. Afferrò il portafoglio per poi dirigersi nel chiosco che si trovava poco più in là. Nel frattempo mi distesi a pancia in giù sul telo senza però distogliere mai lo sguardo dalla sua figura.

Non appena arrivò a destinazione vidi come ordinò le birre ma fu quello che vidi poco dopo che fece crescere qualcosa di nuovo in me, qualcosa mai provato così forte prima. Gelosia.

Una ragazza, dopo averlo notato da lontano, si avvicinò al chiosco ordinando qualcosa che a causa della distanza non avevo potuto sentire, ma Benjamin si. Infatti dopo aver percepito una presenza al suo fianco si voltò, analizzando distrattamente la figura delle ragazza. Era bassa, capelli ricci e castani, le curve cubane accentuate e nei punti giusti. Lei gli sorrise, quel sorriso che potevo riconoscere e sapere perfettamente cosa volesse dire. Benjamin dal canto suo sembrò non farci molto caso perché quando il barista gli consegnò le birre e lui le pagò se ne andò, lasciando la ragazza insoddisfatta alle sue spalle. D'altro canto la ragazza sembrò non arrendersi seguendolo con lo sguardo ma quando Benjamin mi raggiunse puntò il suo sguardo su di me. La guardai, ricambiando il gesto, e lei sembrò capire e sì voltò.

Infondo le cubane erano conosciute per la loro gelosia quindi ero sicura avrebbe capito quello che stavo provando in questo momento e l'avvertimento che gli avevo mandato con quello sguardo.

«Eccomi» Benjamin mi raggiunse ignaro di tutto e io gli sorrisi. «Tieni» Mi passò la birra che afferrai per poi berne un sorso. Senza accorgermi un goccio mi cadde sul collo per poi finire in mezzo ai miei seni. Immediatamente lo sguardo di Benjamin si posò su quel punto.

«Che c'è?» Chiesi facendo la finta tonta.

«Niente niente» Farfugliò per poi distogliere lo sguardo. Amavo quando andava in difficoltà.

Dopo aver sorseggiato un'altro po di birra mi misi a leggere un libro, cercando di prendere un po' di sole. L'acqua era fredda ma nonostante la stagione la temperatura era ottima. Benjamin nel frattempo si era intrattenuto un po' al cellulare guardando le foto di questi giorni per poi perdersi nel paesaggio meraviglioso davanti ai nostri occhi.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now