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"Se noi non bruciamo
come dal buio nascerà la luce?"
-Nazim Hikmet

MAYA
Da ormai tutto il giorno non avevo alzato la testa dai vari documenti sparsi per la scrivania e avevo detto a Taylor di non fare entrare nessuno nel mio ufficio. Pensavo che buttarmi sul lavoro fosse il metodo migliore per non pensare a quello che era successo la sera scorsa.

Rivedere Mark mi aveva destabilizzata.

Infondo me lo dovevo aspettare insomma al gala ognuno avrebbe portato un accompagnatore e Kate, sfortunatamente, lavorava nella mia azienda.

Rivederlo mi aveva fatto riaffiorare tanti ricordi.
Ricordi che avevo cercato di mettere da parte.
Avevo provato ad andare avanti, c'ero riuscita o forse semplicemente mi ero convinta di averlo fatto perché rivederlo mi aveva fatto uno strano effetto.

Avevo sempre evitato il discorso, anche con i miei migliori amici, pensando che questo potesse farmi dimenticare tutto quello che avevo passato, e alleviare un po' il dolore di quell'amore che mi aveva consumato.

E invece non era servito a niente fingere che andasse tutto bene. Richiudere i vecchi ricordi dentro scatole di cartone, fingere che le ferite che ormai non si vedevano più in realtà non mi facessero più male. Fingere semplicemente che ero andata avanti.

Perché non appena avevo incrociato il mio sguardo con il suo avevo risentito tutto. Le umiliazioni, le urla e le botte. Avevo rivisto tutto in quegli occhi che dovevano solo darmi amore. Avevo rivisto tutto e la cosa che mi aveva fatto più male era non aver visto un minimo di pentimento.

Pensare al modo in cui l'avevo conosciuto, un ragazzo pacato, calmo ed educato a quello che poi era diventato. Ero andata in crisi e Benjamin mi aveva aiutata. O almeno così credevo.

Perché quel bacio mi aveva mandata in totale confusione. Era stato un contatto leggero e veloce, ma dentro di me aveva scatenato qualcosa di nuovo. Qualcosa che forse non provavo da tempo.

Da quando mi ero svegliata questa mattina alle sei e mezza, come facevo da ogni giorno lavorativo negli ultimi anni, avevo in mente solo quegli occhi color verde. E per un secondo avevo pensato di essermi sognata tutto.

Ma purtroppo non era così, io sentivo ancora perfettamente sulla pelle la sensazione che avevo provato quando le nostre labbra si erano scontrate in un bacio casto, durato forse pochissimo secondi, che però erano sembrati infiniti.

Tuttavia stavamo sempre parlando di Benjamin. Lo stesso ragazzo che da quando lo avevo conosciuto quella sera non aveva smesso di provocarmi e torturarmi.

E oltretutto non avevo chiarito le mie intenzioni con Thomas, suo fratello. Non avevo nessuna intenzione di ferirlo quindi avrei dovuto parlargli al più presto. Era davvero il ragazzo perfetto che tutte le ragazze desideravano, ma non lo era per me. Sotto la mia corazza, la mia sicurezza e il mio solito sorriso si nascondeva ben altro. E Thomas meritava davvero una bellissima persona al suo fianco e quella persona non ero io.

Ad interrompere i miei pensieri fu lo squillo del mio telefono. Lo presi, tirandolo fuori dalla mia borsa e guardai il nome sullo schermo. Finn. Sorrisi vedendo quel nome, avevo proprio bisogno della sua ironia in questi momenti. Non sapevo come ci riuscisse, ma il mio migliore amico riusciva a strapparmi un sorriso in qualsiasi situazione. Cercava di nascondere le sue fragilità con la sua ironia, ma io sapevo che era davvero un ragazzo con un cuore d'oro.

«Ei Maya. Tutto ok?» Domandò.

«Tutto ok» Risposi semplicemente e dall'altra parte del telefono ci fu un attimo di silenzio.

«Ok c'è qualcosa che non va» Finn e il suo modo di conoscermi alla perfezione. «Sai che non fa bene tenerti tutto dentro» Sospirai per poi alzarmi dalla sedia e iniziare a girare per il mio ufficio. Lo facevo spesso quando ero piena di pensieri.

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