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"La curiosità nei confronti
dell'altro è una profondissima
forma d'amore"
-Fabrizio De André

BENJAMIN
Il rumore della rotelle delle valigie che scorrevano nel pavimento prevaleva in quell'aeroporto infinito. Alzai lo sguardo e un sorriso malinconico comparve sul mio viso leggendo il nome di quella città.

San Francisco.

Quante cose avevo passato li. Sia belle
che brutte. Avevo perso tante persone ma ne avevo conosciute altrettanto magnifiche.
Ma ora le avevo perse tutte a causa della scelta della mia famiglia.

Avevo perso i miei amici, che mio padre definiva  criminali, ma che alla fine erano gli unici che c'erano sempre stati per me in qualsiasi momento.

Non gli avevo avvisati del mio viaggio, anche perché sarei rimasto in città per soli due giorni e per questioni lavorative. Sapevo che se avessero saputo del mio arrivo mi avrebbero coinvolto in feste e cose varie, volendo tornare alle nostre vecchie abitudini. Ma con Maya no, non l'avrei voluta coinvolgere in questo.

Maya era una bellissima ragazza e sapevo perfettamente che non sarebbero mancati i commenti maliziosi da parte dei miei amici.

Mi girai alla mia sinistra notando Maya che cercava con fatica di trascinarsi dietro di se la valigia. Non capivo come mai le donne si portassero così tante cose per un viaggio di qualche giorno.

Mi soffermai un attimo sulla curva del naso, sulle sue labbra rosse, delicate. Che avevo avuto la fortuna di baciare. Scesi guardando il suo corpo esile ma con le curve nei punti giusti
e perfette. Delicate ma allo stesso tempo provocanti. Il mio sguardo sfuggii nel suo fondoschiena e non potei fare a meno
di leccarmi le labbra a quella vista.

«Ci aspetta un taxi fuori» La sua voce mi fece ritornare alla realtà. Non sentivo quel suono da una settimana.

Non si era più presentata a lavoro e durante tutto il viaggio in aereo non mi aveva rivolto parola, e io avevo rispettato il suo silenzio. Ma non potevamo continuare così.

Sapevo perfettamente che mi stava evitando per tutto quello che era successo negli ultimi giorni. Il bacio al gala, le provocazioni al pranzo e quello che stava per succedere nel suo appartamento quella sera.

Quella sera quando la passione stava per travolgere entrambi in qualcosa di forse troppo grande per noi. Perché se lei non si fosse alzata dalle mie gambe, come scottata da quel contatto, io non mi sarei fermato.

E quando stavo andando via avevo notato quanto fosse scossa da quello che stava per succedere. I capelli scompigliati, la maglia stropicciata e il rossore sul viso.

«Possiamo parlare?» Domandai cercando di stare al suo passo.

«Non abbiamo niente da dirci»

«Maya!» La raggiunsi per poi prenderla per un braccio e girarla verso di me.

«Sono stanca Benjamin, perfavore» Notai i suoi occhi diventare leggermente lucidi. Non l'avevo mai vista così.

«Permettimi di portarti in un posto oggi pomeriggio. Ma prima ci riposiamo in hotel, affare fatto?» Chiesi aspettando con ansia una sua risposta positiva.

«Va bene ma ora andiamo che ci stanno aspettando» Annuii per poi seguirla in silenzio verso al taxi.

Non sapevo perché mi stessi comportando in quel modo con lei. Non ero mai stato così con una ragazza. Ma questo non voleva dire niente.
Io desideravo il suo corpo e non il suo cuore.
Io non potevo amare. Io non mi meritavo quel privilegio.

***

Guardai lo schermo sul telefono aspettando che scattassero le quattro del pomeriggio. Solitamente Maya era molto puntuale come me ed ero sicuro che non avrei dovuto aspettare tanto.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now