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"Ama chi ti ama,
non amare chi ti sfugge,
ama quel cuore che per te si strugge.
Non t'ama chi amor ti dice
ma t'ama chi guarda e tace"
-William Shakespeare

MAYA
Ci stavamo facendo spazio tra la folla di gente che si trovava in piazza per la festa di Capodanno. Benjamin mi teneva per mano guidandomi. Ogni tanto si voltava per controllare se fossi ancora lì con lui, nonostante potesse percepire perfettamente la mia mano stretta tra la sua.

Questa sera indossava dei semplici jeans bianchi e una camicia blu. A causa del caldo di Cuba nonostante la stagione aveva deciso di non mettersi il giubbotto di pelle che indossava sempre. In realtà non sapevo nemmeno come facesse a sopportare le temperature di Miami con quello addosso.

Io invece indossavo un completo con gonna e top a tema floreale sui toni del blu che riprendevano i miei occhi. Poi avevo deciso di abbinarci dei tacchi bianchi sfidando il pavimento delle strade dell'Avana.

Per tutto il tragitto avevo ricevuto occhiate e complimenti maliziosi e Benjamin non aveva fatto altro che marcare il territorio e tirare occhiatacce. Sorrisi pensando alla sua faccia e al fatto che negasse di essere geloso.

«Qui dovrebbe andare bene» Si fermò in un punto della piazza da dove si poteva vedere perfettamente il palco su cui si sarebbe tra poco esibita sua madre. Giorni fa dopo esserla andata a trovare ci aveva invitato e noi avevamo accettato.

Dopo la domanda di Benjamin sulla musica ci aveva raccontato come aveva occupato il suo tempo negli ultimi anni e come il suo attuale compagno gli aveva permesso di fare il lavoro dei suoi sogni, cosa che non era successa con il signor Thompson.

«Sei emozionato?» Chiesi.

«Si» Sospirò. «Ho desiderato per troppi anni di risentirla suonare che non mi sembra vero»

«Invece lo è» Si voltò verso di me e i nostri occhi si incrociarono, perdendosi gli uni negli altri. Alzò il braccio per accarezzarmi il viso ma a quel gesto chiusi gli occhi di istinto. Era un gesto che facevo automaticamente a causa del mio passato doloroso.

Deglutii nervosamente per poi riaprire nuovamente gli occhi e puntarli su quelli verdi di Benjamin, pieni di amore e di nient'altro. Mi sorrise per poi posare la mano sulla mia pelle e muoverla delicatamente e con dolcezza. Inclinai leggermente la testa volendo sentire ancora meglio quel contatto mai ricevuto prima.

«Non farlo più Maya» Sussurrò.

«Che cosa?»

«Chiudere gli occhi ad ogni mio gesto. Io non ti farei mai del male» Il mio cuore ebbe un sussulto a causa di quelle parole così profonde. Benjamin non era Mark. Benjamin non mi avrebbe mai fatto del male e me lo aveva sempre dimostrato. Toccava a me questa volta fidarmi come lui aveva fatto con me facendomi conoscere il suo passato.

«Lo so» Risposi e lui si avvicinò per lasciarmi un bacio delicato sulla fronte. Amavo da morire quel gesto. Lo reputavo molto più intimo e pieno di amore più di qualsiasi altra cosa.

Fu questione di secondi e la musica iniziò a riempire la piazza, le luci sul palco si alzarono e poco dopo una figura non chiara apparve sul palco. Quando iniziò a cantare le luci si abbassarono mostrando il volto di Julia.

I capelli mossi e castani le cadevano sulle spalle, gli occhi azzurri risplendevano nel buio e nonostante qualche segno d'età si poteva notare perfettamente la pelle radiosa. Indossava un vestito floreale, come ne avevo visti tanti altri in questi giorni, accompagnato da dei tacchi a spillo che la rendevano ancora più sensuale. Per l'età che aveva era una bellissima donna.

La canzone 'La vida es un carnaval' di Celia Cruz iniziò a suonare e potevo ricordare perfettamente quando la madre di Benjamin ci aveva raccontato della scelta del nome per sua figlia. Aveva sempre amato quella cantante, crescendo il ragazzo al mio fianco con i suoi vinili. Aveva sofferto dopo la sua morte ma nonostante fossero passati gli anni continuava a suonare e cantare la sua musica, perché come ci aveva dette lei ieri, quella non moriva mai.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now