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"Perduto è tutto il tempo,
che in amar non si spende"
-Tasso

BENJAMIN
La luce che entrò dalla finestra mi fece svegliare. Aprii gli occhi e dopo essermi abituato mi voltai al mio fianco notando la figura di Maya. Era stupenda anche quando dormiva.

Improvvisamente il senso di colpa per quello che avevo fatto ieri mi sopraggiunse. Avevo perso del tutto il controllo a causa dei miei soliti attacchi di rabbia. Puntai lo sguardo sulla stanza notando lo stato in cui si trovava. Così decisi di alzarmi e sistemare tutto. Poi sarei passato in reception e oltre pagare i danni avrei ordinato la colazione in camera per entrambi. Dovevo farmi perdonare in qualche modo e non essendo bravo con le parole ci avrei provato così.

Dopo essermi fatto una doccia un cameriere, lo stesso che ieri ci aveva provato con Maya, bussò alla porta. Una volta aperta potei notare la delusione nei suoi occhi trovandosi me davanti e non la donna che stava dormendo nel letto. Lo ringraziai educatamente e poi afferrai il carrellino portandolo all'interno.

Sorrisi notando Maya ancora immersa nel sonno ignara di tutto. Mi avvicinai a lei lentamente per poi spostarle una ciocca di capelli che le era finita sul viso. Le lasciai un bacio sulla fronte e a quel mio gesto aprì leggermente gli occhi abituandosi alla luce mattutina che stava invadendo la stanza in questo momento.

«Buongiorno occhi blu» Sussurrai e lei sorrise dolcemente. Sapevo che amava questo nomignolo che le avevo dato.

«Che buon profumino. Cos'è?» Domandò puntando lo sguardo sul carrellino alle mie spalle.

«Oggi niente colazione tipica. Ma Pain au chocolat che tanto adori» I suoi occhi si illuminarono a quelle mie parole e una risata scappò dalla mia bocca a quella vista. Si mise seduta sul letto e le coperte le scivolarono giù dalle gambe lasciandomi la vista del suo corpo coperto semplicemente dall'intimo.

«E tu il tuo solito caffè amaro?» Annuii e lei sorrise. Avevamo imparato a conoscerci davvero bene in questi mesi.

«Non so come fai a bere solo quello di prima mattina. Il tuo stomaco non urla che ha fame?»

«In realtà ho fame» Sorrisi malizioso. «Ma di qualcos'altro» Gattonai nella sua direzione e lei scosse la testa.

«Non se ne parla. Spostati» Scoppiai a ridere e lei fece lo stesso. Fece colazione per poi alzarsi e vestirsi. Era arrivato il momento di affrontare il mio passato, per davvero questa volta, senza scappare.

«E se non dovessi piacere a tua madre?» La voce di Maya risuonò nella stanza e io corrucciai lo sguardo. Come poteva pensare una cosa del genere?

«Come potresti non piacerle? Guardati» La indicai ma lei sembrò fare poco caso alle mie parole continuando a spostare i vestiti all'interno della sua valigia in cerca di qualcosa.

«Magari dovrei mettere un vestito più tipico» Affermò. «Magari una gonna» Mi alzai andandole incontro capendo che era entrata in panico. Le presi il mento voltandole il viso nella mia direzione e incrociando i suoi occhi blu oceano.

«Non hanno importanza i vestiti. Ogni madre desidera una persona speciale al fianco del proprio figlio e tu lo sei Maya» Sorrisi e lei fece lo stesso.

«Vado a cambiarmi. Dieci minuti e sono pronta» Mi lasciò un bacio sulle labbra per poi dirigersi in bagno mentre il mio sguardo non poté non finire sul suo fondoschiena coperto solo da dei miseri slip.

***

Come promesso Maya si era cambiata e dopo aver prenotato un taxi ci eravamo diretti all'Avana Centro. Stavamo ripercorrendo  le stesse vie di ieri quando finalmente arrivammo a destinazione.

MOONLIGHTWhere stories live. Discover now